Shoofly
Señora Memebr
C'ho pensato su..
e mi sa che hai proprio ragione te. In fondo una cosa è la religione, una cosa la letteratura. Come potrebbe La Bibbia, testo religioso per eccellenza, avere un valore letterario? E poi, come suggerisci, la storia non è intrigante e non intrattiene il lettore (il che, nella valutazione di un capolavoro, è oltremodo Fondamentale). Una cosa è l'insegnamento religioso, una cosa la letteratura. E la letteratura non può essere religione!
Signori non sono d'accordo.
Personalmente trovo che nella Bibbia vi sia uno spessore poetico considerevole.
A parte che è stato e resta un best seller assoluto e non certo solo tra i credenti per il grande valore documetario che possiede.
E' un testo dai livelli di lettura molteplici (storico, archeologico, epico, lirico, e.... scientifico, sì :wink che nulla ha da invidiare ad Iliade ed Odissea (tanto per far due esempi arcinoti anche se appartenenti ad una compagine culturale differente).
Non capisco perché l'insegnamento religioso debba prescindere dall'alta poesia. Chi non ha intenzione di recepirne i messaggi dottrinali può sempre e comunque riconoscere in un testo sacro l'intriseca bellezza delle idee, delle immagini narrative, dell'arte del narrare (ove presente, s'intende).
Questi elementi nella Bibbia ci sono a iosa. Per riconoscerli basta leggerla con un poco di attenzione, come ho fatto io da brava agnostica (qual'io sono e fui.).
Che la Bibbia sia un testo letterariamente eccellente è riconosciuto, peraltro, da gran tempo. L'anonimo autore greco del trattato Sul Sublime (I secolo d. C.) per spiegare cosa sia il "sublime", l'eccellente per natura, sceglie come esempio l'inizio del Genesi: "E Dio disse: Sia la luce. E la luce fu". Potente, essenziale, semplicemente perfetto.
Quando lo dice Dio è roba barbosa e dottrinale e quando lo dice Ungaretti è poesia??
Torno seria.... I Salmi e il Cantico dei Cantici, tanto per restare in tema lirico, sono degli innegabili capolavori:
"Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra" (Sal 16, 11)
"Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo" (Ct 4, 3)
Certo, col Nuovo Testamento la faccenda è diversa: abbiamo a che fare con testi scritti in un greco spesso approssimativo, quando non francamente brutto. Girolamo e il suo amico più giovane, Agostino, educati sulla prosa levigata di Cicerone, erano sinceramente in difficoltà davanti a questi testi che il loro senso estetico rifiutava quanto il loro senso religioso riconosceva come sacri.
Ma non vorrei annoiare... :MUCCA