Siete credenti o atei?

maurizio mos

New member
Tra l'altro mi pare di ricordare, così a braccio... la "svolta" del Rinascimento non fu porre l'uomo al centro della scena, l'uomo che con il proprio volere e sapere forgia il proprio destino (o pressapoco)? Uomo fino a quel momento "costretto" non poco dalla predominanza della religione che lo relegava a parte del creato e soggetto passivo anziché attivo?

Quanto agli effetti dell'opera di Dante... non ho bene in mente le date ma mi pare che dopo di lui imperatore e chiesa continuarono a darsele di santa ragione grosso modo per un paio di secoli ancora. Non so, posso sbagliare ma non mi pare che La divina commedia (per dire) abbia influenzato molto la politica e le contrapposizioni dell'epoca.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
personalmente, apprezzo molto l'acutezza e la profondità degli interventi di yamanaka. è uno degli utenti che leggo più volentieri :)

Grazie, sei molto gentile :)

mmm, sono un poco scettica su questo punto. per quel che ne so e per le mie conoscenze, l'uomo in quanto tale non è più di tanto valorizzato dal cristianesimo. essendo religione salvifica, punta tutto su ciò che accadrà dopo la morte, per cui il credente deve comportarsi bene in questa vita per avere il premio in un non meglio precisato momento, ma che comunque sarà dopo la morte.

No, perchè nel cristianesimo di base, come nel buddhismo, non c'è una vera separazione fra il mondo delle illusioni (la realtà terrena) e il mondo divino, perfetto. E' una questione molto, molto complessa ma che si può riassumere, semplificando moltissimo, nel fatto che il divino è oltre ogni dualismo e separare fra un mondo ultraterreno e mondo terreno è un dualismo. Di questo si occupò il filosofo Cusano, che infatti parlava di explicatio e complicatio: il Divino è allo stesso tempo manifestato nella molteplicità delle cose (explicatio) e la molteplicità delle cose si ritrovano poi nel divino (complicatio), in un rapporto non verticistico/casualistico e aldilà dell'eterno ciclo di distruzione e creazione.

Scopo del cristianesimo è che l'uomo possa diventare Dio, per questo Dio si è fatto uomo. Se la vita terrena non avesse alcun senso se non per quanto riguarda un giudizio ultraterreno, l'uomo non potrebbe mai davvero diventare Dio, no? Sarebbe sempre subordinato a un giudizio, o un set di regole predeterminato.

e non sono nemmeno tanto d'accordo con il "vivere la pienezza della vita" e a tal proposito cito, ad esempio, la repressione di tipo sessuale che tale religione esercita sui credenti: devi avere rapporti unicamente per procreare, altrimenti infrangi il sesto comandamento. che "pienezza della vita" è? :D

La repressione sessuale è stata messa in atto dalla Chiesa, per motivi principalmente politici (i feudatari ecclesiastici avendo figli sottraevano al dominio e al controllo del signore e della Chiesa i terreni, tramandandoli alla discendenza) e di potere (la spinta sessuale è una delle spinte più forti dell'essere umano e reprimerla o indirizzarla forzosamente in una direzione richiede moltissima energia), ma di per sè il sesso non è visto come un male. Non a caso fra le sette cristiane gnostiche, c'erano anche sette orgiastiche come gli adamiti che portavano fino all'eccesso l'esercizio della sessualità :)
 

SALLY

New member
....infatti,nella Bibbia,Gesù non dice niente riguardo al sesso,è S.Paolo il primo a parlare di morale sessuale,a condannare il sesso perchè avrebbe distratto l'uomo (e la donna) da Dio,ma,conoscendo la natura umana ha concesso il matrimonio :mrgreen:..e dopo di lui,S.Agostino ci andò ancora più pesante.
 

hachiko

New member
io sono cattolica saltuariamente praticante...non troppo.Ho avuto tutti i sacramenti( tranne il matrimonio ma ahimè chi si sposa più oggi?che tristezza).Vengo da una famiglia cattolica ma non rigida,mio padre è allergico alle chiese,più di 10 minuti non resiste,crede ma a modo suo.Io ho fatto la cresima dopo i 20 perchè per mio padre era inutile fare il corso,e infatti non l'ho fatto,non credo nel sacramento della cresima ma è necessario per il matrimonio,queste sono solo cose imposte dalla chiesa e secondo me uno dovrebbe essere libero di fare i sacramenti che vuole non per forza tutti.Credo comunque nella sacralità del matrimonio non solo per un fatto religioso,è una promessa di amore eterno,è la fede nell'amore eterno,per me è una cosa a cui non rinuncerei mai.Non credo ad esempio nella confessione,il Signore mi ascolta pure se sono in bagno.Ho avuto i miei periodi di atea dovuti a cosa molto brutte che mi sono capitate ma ora ho di nuovo fede,è una cosa che sento,tra l'altro(so che molti non mi crederanno)ma mi è capitato di avere ogni tanto sogni e visioni,da piccola ho visto mio nonno morto,a 18 anni ho sognato mia nonna ceca che mi diceva che era morta e io non la vedevo nè sentivo da anni,io e le mie sorelle abbiamo visto un castello su una nuvola fatto interamente di nuvole e io l'ho visto due volte,ecco mi capitano episodi del genere che mi fanno credere che esista qualcosa più grande di noi,certo la vita è dura e spesso ho pregato che qualcuno lassù ci togliesse il libero arbitrio perchè così l'uomo fa dilagare il male ma qualsiasi cosa ci sia lassù lo scopriremo dopo la nostra vita terrena.Poco tempo fa ho conosciuto un agnostico convinto,che era contro la chiesa,aveva una rabbia enorme dovuta anche dal fatto che la sua famiglia era rigidamente cattolica e probabilmente gli hanno imposto troppe cose e alla fine si è ribellato,poteva esserci una storia tra noi ma lui diceva che avrebbe lottato affinchè i figli non entrassero mai in chiesa e non avessero mai un battesimo,capisco se vuoi lasciarli liberi di decidere ma così gli imponi il tuo agnosticimo e fai la stessa cosa che i cattolici hanno fatto con te,non pretendo che i miei figli seguano tutti i sacramenti,che vadano in chiesa la domenica e si confessino,io seguirei l'educazione di mio padre poi da grandi faranno ciò che vogliono ma credo che la fede sia una cosa importante,troppe volte ho incontrato persone prive di fede,arrabbiate,vuote senza neanche la fede in loro stessi,poi per carità bisogna rispettare il credo altrui ma mi rendo conto che un non credente difficilmente potrà comprendere la fede di un credente perchè la reputa inutile e stupida.Questo almeno è il mio pensiero dovuto a esperienze personali.
p.s. ovviamente la storia col tipo non poteva andare anche per altri motivi tra cui la lontananza...
 

Mofos 4ever

New member
io sono credente. Spiegando meglio, credo in un Dio che però non è quello dei cattolici, buddhisti ecc. e poi chi è ateo non crede nella vita eterna, ma allora la vita attuale avrebbe qualche senso?E poi, secondo me, solo chi se lo è meritato potrà vivere eternamente. Se avete qualche obbiezione dditela pure, io ho solo scritto ciò che penso.
 

apeschi

Well-known member
io sono credente. Spiegando meglio, credo in un Dio che però non è quello dei cattolici, buddhisti ecc. e poi chi è ateo non crede nella vita eterna, ma allora la vita attuale avrebbe qualche senso?E poi, secondo me, solo chi se lo è meritato potrà vivere eternamente. Se avete qualche obbiezione dditela pure, io ho solo scritto ciò che penso.

Non so rispondere.
Certo che il dare un senso a questa vita solo sperando che ce ne sia un'altra migliore mi sembra un po' riduttivo.

C'e' il rischio che qualcuno volendo farci credere in qualcos'altro oltre la vita abbia interesse al fatto che noi crediamo.
E' una domanda che mi pongo spesso e che mi sono chiesto molte volte. Me la pongo perche' poi vedo che chi predica che ci sia un'altra vita e' proprio chi in questa vita alla fine trae i maggiori vantaggi dal fatto che la gente ci creda (a parte pochi casi, non voglio certo categorizzare).

Il credere o non credere deve essere una scelta a prescindere, secondo me, non per altro, perche' altrimenti ci si accontenta, si vive questa vita sottomessi senza mai goderne appieno in attesa di un qualche cosa. Se poi questo qualcosa sara' vero, allora la vita non sara' stata comunque sprecata, se invece e' solo un'utopia c'e' il rischio di non aver vissuto. Non sto dicendo che si debba godere al massimo fregandosene di tutto (non e' questo che intendo), pero' quando qualcuno da un lato cerca di convincermi che sia bello vivere in poverta', sottomesso, perche' poi vado in paradiso, e questo qualcuno appoggia gente che alla faccia delle idee predicate e alle quali dice di ispirarsi, alla faccia dei voti di poverta', castita', eccetera, ha un tenore di vita decisamente superiore al mio mi viene qualche dubbio serio.

Cioe' il fatto di credere o di non credere e' un discorso puramente personale, filosofico e che non deve (secondo me) essere dovuto al fatto di accontentarsi e subire le ingiustizie di questa vita in vista di una ipotetica vita futura.

Se credo o non credo (e non lo dico volutamente perche' ritengo che sia un problema mio puramente personale) non deve essere una consolazione al fatto che questa vita sia ingiusta, senza senso, anzi, devo cercare (voglio trovare) un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha (Vasco Rossi).

Se poi ci sara' qualcos'altro ben venga, ma non devo sperare che ci sia qualcos'altro per giustificare le cose negative di questa vita.

Non e' che credo ad un'altra vita perche' non trovo un senso a questa e non e' che se credo ad un senso a questa vita allora non debba cercare un'altra vita.

Sono cose separate ed indipendenti secondo me. Non e' che se in questa vita vivo male perche' qualcuno possa o debba vivere bene, dopo ci sia un paradiso con tante donne disponibili (per i mussulmani) o uomini per le donne (con tutte le variazioni del caso), o con un paradiso cristiano o con qualcos'altro.

Grazie a queste idee, da sempre, stato, chiese varie, religoni varie, si sono alleate per favorire i ricchi, i fortunati, contro la massa, la gente.

Se sei povero devi sperare in una vita migliore, devi subire, devi stare sottomesso, non puoi divorziare, non hai diritti, cosi' vai in paradiso, se sei ricco, allora ci pensa la chiesa a scioglierti il matrimonio, puoi avere uno yacht pagato da altri (perche' hai fatto voto di poverta'), puoi convivere con gente del tuo stesso sesso (perche' sei puro e hai fatto voto di castita' e la tua e' una unione puramente spirituale), puoi avere cio' che vuoi, se sei politico basta che difendi i valori cristiani, della famiglia, eviti l'ici, l'imu agli enti religiosi, anche se sei divorziato o sei pedofilo o fai porcherie, sei comunque benvoluto dalle gerarchie religiose che comunque ti appoggiano e non ti appoggiano piu' (in parte) quando si accorgono che il politico di turno ha veramente superato il limite e la gente comune si sta veramente inc..zando e quindi temono di perdere la loro credibilita'.
I poveri in compenso avranno il paradiso.

Mi sembra molto riduttivo.

Il credere o non credere deve trascendere e superare le considerazioni quotidiane (secondo me) e quelle politiche.
 
Ultima modifica:

Yamanaka

Space's Skeleton
Indubbiamente la problematica del senso umano è indissolubilmente legata alla religione e alla spiritualità nel loro senso più ampio, essendone il cardine.
Questo non significa però che il senso religioso sia l'unico possibile e che sia una semplice "scappatoia" dalla percezione di mancanza di senso e di giustizia nel mondo terreno.

Una concezione religiosa che si propone come unico possibile senso o come semplice aldilà nel senso letterale del termine, che vede quindi la vita come una lunga e estrenuante attesa non può essere una concezione piena e genuinamente spirituale, a mio avviso.
Molto banalmente, l'uomo sente una pulsione, una spinta all'eterno: ma se ciò che vive ora (e cioè anche la radice di ciò che dovrebbe, in qualche misura, essere eterno, l'immobilità oltre la continua dissoluzione e creazione di forme) è completamente corrotto e privo di senso, a che pro credere e sperare nell'eterno, se ciò che è eterno è qualcosa di totalmente altro, anche da noi stessi?
In una tale prospettiva, che resterebbe di noi, della nostra vita, in questo altrove? Nulla, saremmo indifferenziati e la vita, sottilmente, non avrebbe avuto alcun senso, così come fare la coda alle poste è un semplice fastidio, in quanto semplice anticamera di qualcosa d'altro.

Trovo questa visione molto svalutante e sottilmente nichilista. Perchè vi possa essere un senso umano davvero pieno, necessariamente dev'esserci un nesso fra questa vita e questa forma, per quanto impermanente, imperfetta etc e la perfezione della realtà ultima, metafisica.
Questo taglia anche la testa al toro all'altra questione sollevata, cioè della totale mancanza di senso di una vita priva di fede: una vita priva di fede comunque potrebbe avrebbe senso perchè porterebbe in sè questa linea sottile che collega assoluto e mondo dei fenomeni.
Per lo stesso identico motivo, non si può nemmeno identificare la spiritualità e la realizzazione del senso umano in senso normativo, cioè come insieme di regole e assoluti da rispettare, pena la dannazione e la colpa; fosse così, la vita ancora una volta non avrebbe senso perchè si limiterebbe ad essere un essere "pro" o "contro", svuotando ogni realizzazione individuale e quindi anche l'anima individuale e l'unicità dell'individuo.
Perchè l'uomo possa diventare sè stesso è necessaria la libertà di scelta e per essere liberi di scegliere non si può giocare in un campo già determinato in modo assoluto dall'altro, è necessaria una certa apertura e l'assenza di distinzioni assolute a priori.
 

Lauretta

Moderator
io sono credente....credo fermamente che l'Amore di Dio sia il moto di tutto quello che ci sta intorno
e credo anche che se oggi sono felice e prendo la vita in un certo modo, è proprio perchè nonostante i momenti di crisi e gli errori fatti, Lui per me c'è sempre stato e non mi dimentico mai di dire una preghiera e di mantenere saldo e solido un rapporto confidenziale con Dio...che in alcuni momenti della mia vita sento più vicino di chiunque altro.
 

Mofos 4ever

New member
scusa apeschi, ma io non ho detto chee credo solo per dare un senso alla vita terrena, era solo un' ipotesi e magari infondata va bene?
E poi non ho neanche detto che si debba vivere poveri e malamente ecc. solo per una vita futura,e ogni persona può cercare di migliorare laa propria vita indipendentemente dal fatto che creda o non creda.Nel mio messaggio si intravede questo? Mi sarò espresso male e chiedo scusa. Inoltre non credo solo per quel motivo, solo che non mi và di riportare gli altri(motivi) dato che non siamo obbligati a scriverli. pace:)
 

swann

New member
Non saprei come definirmi. In passato ero ateo e detesto tuttora profondamente la chiesa cattolica, anche perchè non vedo alcuna relazione tra gli insegnamenti di Gesù e quelli del Vaticano. Eppure non riesco a ridurre la vita ad una semplice dimensione materiale. Non mi basta. Sarà perchè pratico la meditazione; comunque sia attorno a me vedo le opere d'arte, la natura, l'infinito...e non posso fare a meno di vedere in loro anche una dimensione spirituale.
 

Lin89

Active member
Giusto una constatazione per evitare disguidi: essere atei non significa "ridurre la vita ad una semplice dimensione materiale." :)
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Forse potrei sbagliarmi, ma a parere mio la religione non è più un culto ma piuttosto un'arma.
Se un Dio esistesse mi piacerebbe. Mi piacerebbe perché così potrei chiedergli un sacco di cose.
La mia non è "credenza" nel senso che credo nella religione e in ciò che dice o in ciò che fa. Certo molte figure religiose come Gesù o Buddha sono state grandi maestri di vita, e in loro, almeno come uomini, io credo.
La religione che sento più vicina al mio modo di pensare è il Cristianesimo. Ma io non credo nella Chiesa, tanto meno credo nei Papi, Vescovi e Preti. Semplicemente non credo in ciò che l'uomo vuol far credere.
E il mio ritenermi una credente, è un modo per dire che credo in una vita oltre la morte. Perché la morte è solo la morte della materia, non dello spirito. Molti penseranno che lo spirito, l'anima o come la vogliate chiamare, non esiste. Io ci credo. Credo in me stessa, in quello che sono, e credo negli altri. Ma soprattutto credo nella vita. E penso che la vita non sia solo un camminare.
Al momento non mi preoccupo di dove andrò e di cosa ci sarà oltre. Vivo. E questo mi basta.
 

velmez

Active member
che bella discussione che avete intavolato!

io mi ritengo non interessata alle religioni, credo di essere più vicina all'agnosticismo. La mia è una scelta totalmente pacifica e credo di vivere bene proprio per questo. Non mi sono mai ritrovata a pregare, tendo a non attribuire colpe se non indiscutibilmente oggettive e mi ritengo particolarmente ottimista. Che la vita abbia un senso o meno non mi preoccupa, che ci sia qualcosa dopo la morte lo trovo assurdo. Credo nel principio scientifico per cui nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: per cui alla mia morte vorrei essere seppelita sotto un albero o in un posto particolarmente naturale per "fondermi" in esso. Credo allo scambio di energia tra gli esseri viventi e la natura tutta.
Detto questo, se un Dio ovesse esistere, non è un problema mio. Di certo un Dio concepito come le religioni classiche non mi sentirei di adorarlo al contrario (citando Benni: se Dio esistesse dovrebbe vergognarsi).
Sono profondamente convinta che uno le proprie fortune e sfortune se le guadagni da solo (per lo meno in condizioni di nascita favorevoli), che la preghiera debba essere solo un atto di concentrazione e di pace interiore, ma che non debba confluire in una richiesta. Anzi mi fanno profondamente arrabbiare le richieste rivolte ad un cosiddetto "ente superiore"!!
La religione per me rimane pura invenzione... preferisco i romanzi!!
 

apeschi

Well-known member
Riprendo l'argomento e lo estendo. Oltre ad essere credenti o no, la domanda successiva e' se esista una vita oltre la morte oppure no.
Ho meditato un po' e mi sono posto qualche domanda.

Prima domanda che mi sono posto.
Credente in cosa? In Dio. Che Dio? Quello dei cristiani (cattolici,protestanti,ortodossi,anglicani.... ecc...) , degli ebrei, dei mussulmani, dei buddisti... o quale ? E poi, sono tutti lo stesso Dio o no? Coincidono nella stessa entita' o no? Oppure Dio e' la Natura, sono le leggi della fisica, della matematica? O e' Immutabile, fisso, e' il motore che muove il mondo?

Seconda domanda.
Esiste una vita oltre la morte? E/o esiste un Paradiso? Quale? la vita oltretomba dgli antichi Egizi che pensavano che il morto mummificato potesse navigare verso l' aldila'? Il 'paradiso' dei mussulmani (maschi) che sperano di trovare enne vergini a loro disposizione? (e le mussulmane femmine dove finiscono? Cosa spetta loro?). Ci sara' Caron dimonio con gli occhi di bragia che traghettera' verso l'ade? Un tunnel nero con una luce in fondo? (era un TIR che avanzava in senso contrario :D :? e mi scuso per la pessima battuta).

Terza domanda. (per i cristiani e i cattolici in particolare)
Non mi e' chiara una cosa. Leggendo certi passi della bibbia (soprattutto del vecchio testamento e chiedo agli esperti di correggere i miei errori) dopo la morte si muore e basta. Al limite ci sara' la resurrezione alla fine dei tempi. Secondo il nuovo testamento, Gesu' e' venuto a sconfiggere la morte. Dopo l'apocalisse, nel giorno del giudizio, i giusti verranno salvati, i malvagi finiranno all'inferno (dove ci sara' pianto e stridor di denti). Quindi... che significa? Che comunque tutti muoiono (in tutti i sensi), e solo dopo, semmai ci sara' la resurrezione. Di conseguenza non ci capisco piu' nulla. Se ci fosse gia' una vita dopo la vita (nel senso che lo spirito sopravvivesse alla morte fisica), che senso ci sarebbe ad aspettare il giorno del giudizio? Ci sarebbe gia' la vita eterna appena morti (con un tribunale delle anime subito dopo morti), invece no... alla fine dei tempi ci sara' il giudizio universale (che e'? l'appello in cassazione?).
E come si concilia cio' con coloro che sono gia' stati riconosciuti come santi? Sono gia' in paradiso in anticipo, prima del giudizio universale?
Cioe' c'e' una vita oltre la vita (e quindi che senso ha un giudizio universale finale e una resurrezione anche dei corpi, oppure non c'e'?) e se non c'e' ma ci sara' solo la resurrezione che senso ha parlare dei santi gia' da ora?


.... Tutto questo per dire... che la confusione mi pare molto grande (almeno... la mia)... E' forse voluto? :? :?
 

Lauretta

Moderator
Terza domanda. (per i cristiani e i cattolici in particolare)
Non mi e' chiara una cosa. Leggendo certi passi della bibbia (soprattutto del vecchio testamento e chiedo agli esperti di correggere i miei errori) dopo la morte si muore e basta. Al limite ci sara' la resurrezione alla fine dei tempi. Secondo il nuovo testamento, Gesu' e' venuto a sconfiggere la morte. Dopo l'apocalisse, nel giorno del giudizio, i giusti verranno salvati, i malvagi finiranno all'inferno (dove ci sara' pianto e stridor di denti). Quindi... che significa? Che comunque tutti muoiono (in tutti i sensi), e solo dopo, semmai ci sara' la resurrezione. Di conseguenza non ci capisco piu' nulla. Se ci fosse gia' una vita dopo la vita (nel senso che lo spirito sopravvivesse alla morte fisica), che senso ci sarebbe ad aspettare il giorno del giudizio? Ci sarebbe gia' la vita eterna appena morti (con un tribunale delle anime subito dopo morti), invece no... alla fine dei tempi ci sara' il giudizio universale (che e'? l'appello in cassazione?).
E come si concilia cio' con coloro che sono gia' stati riconosciuti come santi? Sono gia' in paradiso in anticipo, prima del giudizio universale?
Cioe' c'e' una vita oltre la vita (e quindi che senso ha un giudizio universale finale e una resurrezione anche dei corpi, oppure non c'e'?) e se non c'e' ma ci sara' solo la resurrezione che senso ha parlare dei santi gia' da ora?


.... Tutto questo per dire... che la confusione mi pare molto grande (almeno... la mia)... E' forse voluto? :? :?

per le mie scarse conoscenze bibliche, e per quanto ho ascoltato durante le prediche o incontri di Scuola dell parola (non è una cosa brutta!) il discorso della resurrezione è questo: solo Gesù e Maria sono ascesi al Cielo corpo e spirito.
per quanto ci riguarda, dopo la morte, il nostro spirito ascenderà al Cielo; solo con la fine dei tempi si riconcilierà con il proprio corpo.
i santi sono riconosciuti tali dopo la morte e come tutti noi, sono ascesi al cielo solo con lo spirito e non con il corpo.
il Paradiso è qualcosa che non possiamo concepire noi sulla terra...non si può dire che è uno spazio dove....perchè in paradiso non esiste ne il concetto di spazio ne quello di tempo....

infine...il vero cristiano non vede l'ora di arrivare di là!!! tanto che ogni Domenica quando si dice il Credo, si fa una professione di fede e si conclude dicendo ".. e aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen"

che dire....arrivare a tanto vuol dire avere un rapporto con la fede che secondo me si può costruire solo con il tempo...
 

claudiaLL

New member
io sono molto credente. Non sono cristiana però... anzi, proprio non la sopporto questa religione e spesso per me è meglio evitare l'argomento chiesa, altrimenti divento monotona e polemica.
come diceva polvere di stelle (non sbaglio nome vero?) credo piuttosto nella legge naturale, nel grande spirito che tutto permea e a tutto dona la vita.
Sono una sostenitrice della reincarnazione, come molti di voi già hanno detto "che senso avrebbe la vita se tutto finisse qui?" ecco. trovo la risposta nel tema "reincarnarsi".
Ho sempre studiato le religioni del mondo, ho sperimentato talvolta alcune cose per arrivare poi a capire, che la religione PER ME più genuina è quella dei popoli nativi. Dove tutta la vita è una celebrazione dello spirito, mi rifaccio un pò alla cultura andina.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Beh, ma la questione del senso umano non si risolve con la semplice reincarnazione...al posto del senso di un'unica esistenza abbiamo il problema del senso di molteplici esistenze, ma il punto rimane quello.
Idem per il discorso della "legge naturale": che vuol dire? E che finalità avrebbe, chi l'ha promulgata etc? E il lato negativo dell'esistenza, come la sofferenza, la morte etc?

Secondo me quelli che hanno trattato meglio la questione da un punto di vista religioso sono i buddhisti E alcuni autori cristiani, in particolare i mistici.
 

claudiaLL

New member
Beh, ma la questione del senso umano non si risolve con la semplice reincarnazione...al posto del senso di un'unica esistenza abbiamo il problema del senso di molteplici esistenze, ma il punto rimane quello.
Idem per il discorso della "legge naturale": che vuol dire? E che finalità avrebbe, chi l'ha promulgata etc? E il lato negativo dell'esistenza, come la sofferenza, la morte etc? .

il senso delle molteplici esistenze è il perfezionamento dello spirito umano. Quello dovrebbe essere il senso :HIPP
rimane il fatto che NESSUNO può sapere realmente cosa ci attende, quindi rimane solo una questione di credenze o di fede.
La legge naturale ha la finalità di portare avanti tutte le speci, di agire sia in bene che in male. Tutta la natrua segue determinate leggi e sono visibili; per questo io parlo di un dio non superiore ed esterno a noi, ma che fa parte di tutto ciò che è visibile. SECONDO ME su questo piano dell'esistenza niente è scindibile dalla materia, neppure lo spirito, necessita di mostrarsi e agire mediante il mondo sensibile.
Ribadisco, sono le mie credenze :) rispetto la visione di tutti.
 
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