io sono credente. Spiegando meglio, credo in un Dio che però non è quello dei cattolici, buddhisti ecc. e poi chi è ateo non crede nella vita eterna, ma allora la vita attuale avrebbe qualche senso?E poi, secondo me, solo chi se lo è meritato potrà vivere eternamente. Se avete qualche obbiezione dditela pure, io ho solo scritto ciò che penso.
Non so rispondere.
Certo che il dare un senso a questa vita solo sperando che ce ne sia un'altra migliore mi sembra un po' riduttivo.
C'e' il rischio che qualcuno volendo farci credere in qualcos'altro oltre la vita abbia interesse al fatto che noi crediamo.
E' una domanda che mi pongo spesso e che mi sono chiesto molte volte. Me la pongo perche' poi vedo che chi predica che ci sia un'altra vita e' proprio chi in questa vita alla fine trae i maggiori vantaggi dal fatto che la gente ci creda (a parte pochi casi, non voglio certo categorizzare).
Il credere o non credere deve essere una scelta a prescindere, secondo me, non per altro, perche' altrimenti ci si accontenta, si vive questa vita sottomessi senza mai goderne appieno in attesa di un qualche cosa. Se poi questo qualcosa sara' vero, allora la vita non sara' stata comunque sprecata, se invece e' solo un'utopia c'e' il rischio di non aver vissuto. Non sto dicendo che si debba godere al massimo fregandosene di tutto (non e' questo che intendo), pero' quando qualcuno da un lato cerca di convincermi che sia bello vivere in poverta', sottomesso, perche' poi vado in paradiso, e questo qualcuno appoggia gente che alla faccia delle idee predicate e alle quali dice di ispirarsi, alla faccia dei voti di poverta', castita', eccetera, ha un tenore di vita decisamente superiore al mio mi viene qualche dubbio serio.
Cioe' il fatto di credere o di non credere e' un discorso puramente personale, filosofico e che non deve (secondo me) essere dovuto al fatto di accontentarsi e subire le ingiustizie di questa vita in vista di una ipotetica vita futura.
Se credo o non credo (e non lo dico volutamente perche' ritengo che sia un problema mio puramente personale) non deve essere una consolazione al fatto che questa vita sia ingiusta, senza senso, anzi, devo cercare (voglio trovare) un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha (Vasco Rossi).
Se poi ci sara' qualcos'altro ben venga, ma non devo sperare che ci sia qualcos'altro per giustificare le cose negative di questa vita.
Non e' che credo ad un'altra vita perche' non trovo un senso a questa e non e' che se credo ad un senso a questa vita allora non debba cercare un'altra vita.
Sono cose separate ed indipendenti secondo me. Non e' che se in questa vita vivo male perche' qualcuno possa o debba vivere bene, dopo ci sia un paradiso con tante donne disponibili (per i mussulmani) o uomini per le donne (con tutte le variazioni del caso), o con un paradiso cristiano o con qualcos'altro.
Grazie a queste idee, da sempre, stato, chiese varie, religoni varie, si sono alleate per favorire i ricchi, i fortunati, contro la massa, la gente.
Se sei povero devi sperare in una vita migliore, devi subire, devi stare sottomesso, non puoi divorziare, non hai diritti, cosi' vai in paradiso, se sei ricco, allora ci pensa la chiesa a scioglierti il matrimonio, puoi avere uno yacht pagato da altri (perche' hai fatto voto di poverta'), puoi convivere con gente del tuo stesso sesso (perche' sei puro e hai fatto voto di castita' e la tua e' una unione puramente spirituale), puoi avere cio' che vuoi, se sei politico basta che difendi i valori cristiani, della famiglia, eviti l'ici, l'imu agli enti religiosi, anche se sei divorziato o sei pedofilo o fai porcherie, sei comunque benvoluto dalle gerarchie religiose che comunque ti appoggiano e non ti appoggiano piu' (in parte) quando si accorgono che il politico di turno ha veramente superato il limite e la gente comune si sta veramente inc..zando e quindi temono di perdere la loro credibilita'.
I poveri in compenso avranno il paradiso.
Mi sembra molto riduttivo.
Il credere o non credere deve trascendere e superare le considerazioni quotidiane (secondo me) e quelle politiche.