Dostoevskij, Fedor - Delitto e castigo

Zorba

tak kto zh ty, na konec?
Uno dei libri più belli che ho letto negli ultimi 4 anni. Il mio personaggio preferito è lui, Raskol'nikov, con quel suo modo così sfacciato di sfidare la giustizia, con quel suo ideale di superuomo che però gli si è ritorto contro; un personaggio profondo, al pari di Sonja..
Per quanto riguarda il fatto che i Russi abbiano 2/3 nomi, è ancora oggi così, perchè è il loro modo di chiamarsi..noi usiamo il cognome, loro il patronimico..soprattutto quando non si ha molta confidenza con il priprio interlocutore..è una forma di cortesia, di educazione. (anche noi, comunque usiamo il patronimico...xò nei documenti ufficiali). Certo, usano anche tanti diminutivi, ma anche a noi capita di usarne, no?:D
 

LouD

blowfisher
nulla da dire su questo trip cosmico d' altri tempi.. devo ancora farne ritorno. :paura:
 

lavy

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mi avete fatto venire voglia di leggerlo di nuovo.. l ho abbandonato perchè non riuscivo più a leggerlo, troppo pesante.. rimedierò..
 

Apart

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Un capolavoro dell'800, uno dei tanti di Dostoevskij. La sua capacità di introspezione è impressionante. Il racconto trae origine da una riflessione di Raskòlnikov, durante il dialogo con l'ufficiale russo, che è un quesito esistenziale, su cui si interroga, ancora oggi, l'umanità: "Se la si uccidesse e si prendessero i suoi soldi, per poi, col loro aiuto, consacrarsi al servizio di tutta l'umanità e della causa comune: che ne pensi, non sarebbe un solo, minuscolo delittuccio cancellato da migliaglia di buone azioni? Per una vita, migliaglia di vite salvate dal amrcire e dallo sfacelo. Una morte e cento vite in cambio, ma questa sai, è aritmetica! E poi cosa significa sulla bilancia generale della vita di quella vecchiuccia tisica, stupida e cattiva? Non più della vita d'un pidocchio, d'uno scarafaggio, ma non val nemmeno quello, perchè la vecchiuccia è nociva.".
 
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AngelicaS.

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Mi ha fatto amare la lettura...

Questo è il romanzo che mi ha cambiato la vita e il mio approccio con essa...
lo scoprì per caso a quattordici anni ascoltando una famosa canzone di Paola Turic "saluto d'inverno"...vien citato in una strofa...domandai a mia madre di cosa trattasse.
Lei non lo sapeva per cui me lo indicò su una mensola della biblioteca.
Era primavera . il cielo era splendido e tutto era adatto per leggere un romanzo che poi alla fine di tutto parla di Resurrezione.
Cominciai a leggere la prima , la seconda, la terza pagina...fu amore.
Quello che più ho amato è stato il senso di liberazione e di fiducia nel futuro che aveva Raskolnikov alla fine del romanzo...ed era bellissimo che alla fin fine fosse salvato da qualcuno, dalla sua Sonia.
é bello pensare che al mondo c'è chi ,volente o no, ti può salvare...
Fu così che comincia a legere tutto di Feodor e a diventare una cacciatrice di libri :)

(chissà se non sono uscita fuori tema...bah!)TUNZZZ
 

Dorylis

Fantastic Member
il CAPOLAVORO per eccellenza. nessun aggettivo può descrivere questo libro. non ho mai letto niente, e credo che non leggerò mai, un altro libro che possa essere paragonato a questo.

Sono d'accordo, è un libro che ti lascia senza fiato! E' stato scritto quasi 150 anni fa ma è straordinariamente moderno, sottilissimo nell'analisi psicologica al punto che definire Dostoevskij un vero e proprio psicanalista non sarebbe un'esagerazione, è un lettore dell'anima unico! Non è la storia di per sé che mi ha intrigato maggiormente in Delitto e castigo (la narrazione è comunque avvincente, ricorda a tratti i moderni noir), o i dialoghi ma i luoghi, quel buio che sempre emerge sulle vie, sul parco, sulle case malridotte di una Pietroburgo davvero surreale! I personaggi inoltre son indimenticabili, come non commuoversi di fronte alla scena di Katerina Ivanovna che fa ballare i piccoli per strada? Povertà, meschinità, rabbia, prostituzione, miseria infinita e delirio di una mente malata: ecco a cosa ci troviamo di fronte! Inaspettato il lieto fine, quasi un varco di speranza!
Un autentico monumento alla letteratura di ogni tempo, in una parola IMMORTALE !

P.s. Tra i personaggi quello che mi ha colpito di più è sicuramente Svidrigajlov, un uomo dalle mille sfaccettature che è quasi impossibile comprendere fino in fondo, ma che è anche quasi impossibile da odiare..

STUPENDO!!!!!
 

bonaparten

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Sono nuovo del forum. Ho finito di leggere questo libro due settimane fa, mentre ero in ospedale. Io ho praticamente letto tutto Dostoevskij e questo libro è uno dei più belli insieme a I Fratelli Karamazov, L' Idiota, Memorie del sottosuolo. I personaggi che più mi hanno affascinato sono il protagonista, Raskolnikov, giovane e nichilista, ma come tutti i nichilisti, un sognatore, affascinato perennemente dal mondo delle idee, superuomo sconfitto; e Svidrigajlov, personaggio ricco di fatalismo, uno dei personaggi più belli nella letteratura di Dostoevskij, carico di drammaticità, a mio avviso anche lui rappresenta il superuomo sconfitto, guarda la vita con sorriso beffardo e da uomo d'onore (onore verso la vita, verso l'impossibilità di viverla come si dovrebbe, causata da elementi caratteriali intrinsici, genetici, ai quali non può farne a meno, come il pane, l'acqua e l'ossigeno, lui è così e non può cambiare!) si uccide. L'amore nel romanzo rappresenta la speranza. Grazie l'amore Raskolnikov accetta i lavori forzati e vive per l'amore che vivrà alla fine della pena. Speranza presente anche in Svidrigajlov, che viene in ultima istanza soppressa quando capisce di non poter essere amato, da qui la decisione di morire. Un romanzo bellissimo che non si può non leggere.
 

groucho marx

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L'insegnamento più grande del maestro russo è che ognuno di noi può arrivare a commettere il peccato dei peccati ma non tutti siamo pronti a subirne le conseguenze con noi stessi, poichè alla fine solo noi stessi rimaniamo, il mondo attorno diventa una commedia di personaggi a cui non vogliamo assistere.

Quando ho letto il libro mi è sembrato un po' diverso... nel senso che quello che dici è solo l'inizio, la seconda metà parla proprio di come non si possa ignorare di essere amati. Sonja lo ama cosciente di ciò che ha fatto. E' lui che vorrebbe riuscire a vivere senza legami... Ma il finale dimostra proprio il contrario.

Se non c'era Sonja la psicologia sarebbe stata tuttosommato facile da arginare.

Si apre il dibattito:
 

kikko

free member
Bellissimo libro, c'è proprio tutto disperazione, miseria, intrigo, amore.... I personaggi sono davvero reali e trasmettono un fiume di sensazioni. le pagine trasudano emozioni in continuazione . Un capolavoro :D
 

sergio Rufo

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Raskolnikov, in aramaico mi sembra, significa separato dall'anima.
E' un personaggio oltreuomo, per niente sconfitto in un certo senso.
Il suo e' stato un viaggio andata e ritorno: quello che conta e' lo slancio, lo spreco...Si spreca solo se c'e' sovrabbondanza di spirito.

Grande personaggio come il commissario.
 

Raskolnikov

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Poche esperienze letterarie sono affiancabili a quest'opera, perchè d'esperienza si tratta: un tornado di emozioni a susseguirsi frenetiche e contagiose, un sudore che ti si appiccica addosso e prendi a tremare, gli occhi strabuzzano e non ti basta mai, devi continuare a leggere.
Seminale per molti aspetti; sceneggiatori, registi, scrittori continuano ad ispirarcisi e a onorarlo con tributi ed omaggi più o meno espliciti.
Nietzsche non negò mai la sua ammirazione per Dosto, non per caso in Delitto e Castigò v'è la nascita e il declino del superuomo.
Conflitto, scissione, dissociazione, paranoia, romanticismo, redenzione, religione. E ancora non basta.
Per me è il Romanzo.
 

sergio Rufo

New member
hai ragione Raskolnikov, Delitto e castigo e' il romanzo. Uno dei " romanzi" immortali.
Nietzsche? amava moltissimo Dosto , lo defini' uno dei grandi psicologi dell'uomo, un conoscitore di razza.
E ci vuole coraggio per conoscere gli uomini.
Poco piu' tardi , sempre Nieztsche, definira' Stendhal l'ultimo grande psicologo europeo.
E se tieni conto che per il grande filosofo tedesco la psicologia poco serviva ( infatti non serve a nulla) puoi ben comprendere cosa intendesse con questo complimento a questi due grandissimi scrittori.
Intendeva l'onesta' di riconoscere l'uomo in quanto uomo e non in quanto " idea dell'uomo". C'e' un abisso tra le due concezioni.
Qualche decennio dopo solo un Sartre si avvicino' a questa grande verita': l'uomo e' cio' che fa.
Tutto il resto e' chiacchera sociologica.
L'uomo si sceglie, sceglie se stesso nel suo modo di essere e la responsabilita' della scelta e' sempre solo sua.
Come il grandissimo Raskolnikov , uomo infinitamente superiore per intenderla niacianamente, perche' si scelse in un modo ( argonauta dell'esistenza, forse? ) e visse in un modo suo, fino al pensiero finale che non fu quello del tribunale umano, ma quello del suo intimo essere ( da non confondere con la coscienza).
Raskolnikov fu cio' che fece.

Grande libro davvero.
 
L'ho riletto due mesi fa ed è stato un bel rileggere.
La caratterizzazione, lontana dalla categorizzazione che siamo abituati a leggere nei personaggi letterari, è di quelle che mirano all'espressione della volontà più che alle caratteristiche "intime".
Leggere Dunja, la sua vena mediatrice, mi ha commossa.
Così come mi commuoveva la forza debole di Rodion.
Un'opera da rileggere e, come dice Sergio: "un'andata e ritorno, quello che conta e' lo slancio, lo spreco..."
Bellissima definizione mio caro.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho terminato ieri questo capolavoro della letteratura russa dell'Ottocento,leggendolo come primo libro nella sfida letteraria dedicata ai "libri che volete leggere da tanto".
Ho portato avanti anche un minigruppo di lettura in cui ho espresso varie opinioni sui personaggi e ciò che mi hanno trasmesso.
Fino all'ultima pagina,l'autore mi ha fatto credere che il protagonista non sarebbe stato punito legalmente e che il suo "castigo" sarebbe stato soltanto il tormento patito e il rimorso che avrebbe portato con sè,dopo l'uccisione della vecchia usuraia.Avevo evitato infatti di leggere il finale e vari commenti qui e su internet.Ovviamente la mia era solo una falsa pista,ma poichè l'autodenuncia è giunta solo nelle ultime pagine e Rasko continuava a non ammettere la sua vera colpevolezza,non accettando di aver compiuto un delitto vero e proprio,ma più un atto di "protesta" sociale,potevo pure immaginare un finale diverso.Ma non avevo preso in giusta considerazione la figura di Sonia e il suo ruolo nella rinascita e resurrezione di Rasko.Il lieto fine c'è e non c'è in quanto traspare la speranza per un futuro nuovo e migliore,ma solo dopo i sette anni di lavori forzati che dovrà scontare come pena per il suo insensato gesto.
Nell'opera i riferimenti filosofici sono tanti,Nietzsche per primo e poi anche psicologici,infatti ho potuto riscontrare già qualche anticipazione del pensiero di Freud,soprattutto nei sogni dei protagonisti che appaiono talmente reali da confondere sia loro che il lettore stesso.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E dire che avevo paura di leggere Dosto :paura:
Inutile ripeterlo, un vero capolavoro, un libro di enorme spessore nel quale, attraverso Raskol'nikov e gli altri personaggi, vengono magistralmente e minuziosamente descritte le grandi e piccole sfumature e sfaccettature della natura umana.
Impossibile non immedesimarsi nel personaggio di Rasko'lnikov, nella sua angoscia, nei suoi mutamenti di umore che, pur portati all'ennesima potenza (non capita tutti i giorni di commettere un omicidio :mrgreen:) sono in un certo senso i nostri.
Il vero castigo per Rasko è il tormento interiore, legato non tanto alla paura di essere scoperto o al dolore che è costretto ad infliggere ai suoi cari, ma al fatto di aver fallito nel suo progetto. E' un dolore che deriva dalla scoperta di non far parte della categoria di uomini che possono salvare l'umanità con un'azione eclatante, anche ai danni di qualcuno; di essere, in fin dei conti, un uomo comune; una sofferenza che dipende dall'incomunicabilità con il resto dell'umanità, che la pensa diversamente da lui, condannando moralmente il suo crimine. Ciascuno di noi conosce la sensazione del fallimento e dell'inadeguatezza, la paura e l'ansia, il rimorso, la sensazione di sdoppiamento provocata dal conflitto interiore. E qui ogni sfumatura nelle sensazioni del protagonista viene raccontata e analizzata, sviscerata, così bene che è impossibile non partecipare in prima persona.
Anche io sono rimasta molto colpita da Svidri (e dal sogno della bambina, ero convinta che fosse vero :OO) d'istinto lo vedo un po' come un'immagine speculare di Rasko. Rasko vuole cambiare la società, sta dalla parte dei deboli e dei derelitti, lui stesso vive nella miseria. I suoi intenti, al di là dei mezzi, sono nobili e forse è questo che lo porta a scegliere la salvezza. Oltre all'amore per Sonja, che per lui sarà fonte di redenzione e di ritorno alla vita. Al contrario Svidri, nelle sue azioni, è mosso dal più bieco egoismo, dalla brama di possesso nei confronti di Dunja. Ma nel momento in cui si rende conto che non può avere il suo amore e che finora tutto non è stato che pura follia, non vede più una via d'uscita.
Dunja, la quale mi ha colpito da subito, è una donna forte e nobile dentro, farebbe di tutto per salvare suo fratello ma allo stesso tempo lotta fino all'ultimo per conservare la sua dignità. Mi resterà sempre impresso il momento in cui si inchina in un saluto davanti a Sonja.
Mi ha colpito il fatto che la maggior parte dei personaggi - escluso il mancato cognato Luzin, ed esclusa per ovvie ragioni ogni questione legata al delitto in sè - non conoscano ipocrisia e si affrontino l'un l'altro senza peli sulla lingua, dicendo tutto ciò che pensano.
Inoltre è un romanzo molto attuale, anzi, come mi ha fatto notare Minerva6 nel minigruppo, all'avanguardia anche rispetto a quest'epoca :mrgreen: Il punto di vista dal quale Dosto parte è quello dei deboli, di coloro che in teoria potrebbero rappresentare "rifiuti della società": dall'omicida Rasko alla prostituta Sonja, un personaggio meraviglioso, massima espressione della nobiltà d'animo. Anche il ruolo delle donne è molto importante, tutte hanno personalità molto forti e positive, mi ha colpito tra le altre Katerina Ivanovna e il suo rifiuto di arrendersi. Forse la madre di Rasko si discosta da questo modo di essere, ma è l'amore materno a portarla a ciò.
E' un romanzo assolutamente da leggere, possibilmente da giovani. Mi pento di non averlo fatto, perchè sono d'accordo con Elisa quando scrive che è un libro che può modificare l'approccio alla vita. Se non altro può aiutare ad aprire la mente e a considerare le cose da più punti di vista diversi, ad avere meno pregiudizi.
Volevo scrivere un commento sintetico ma non ci riesco :mrgreen: Mi scuso con chi non l'ha letto se ho fatto un po' di spoiler, ma ho visto che buona parte del romanzo era già stata svelata :D Credetemi, leggerlo è una scoperta comunque.
 

gulla

New member
Me ne avete fatto venire una voglia incredibile, ieri sono uscito e l'ho trovato anche a 4 soli euro, non appena finisco il terzo di Millenium me lo leggo, sarebbe il mio primo Dosto. speriamo bene
Ciao Luca
 

sergio Rufo

New member
vai tranquillo Luca, magari non ti piace, ma provaci.
Tieni conto che Dosto va' letto in un contesto piu' ampio di una semplice lettura di narrativa. Ma ad ogni modo anche il " singolo" romanzo di per se' , stupisce.

E poi dai, se arrivi da Millenium, credo proprio che non ci perdi.
E se a tuo parere ci perdi, almeno ci hai provato.
 

gulla

New member
per ora, cominciato stasera, lette 50 pagine fitte fitte delle edizioni economici newton, devo dire che mi pare abbastanza scorrevole e godibile, devo ammettere che subito mi spaventava un po', ma per ora e' molto piacevole
 
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