2° GdL poetico - Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Pavese

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Minerva, sono due poesie diverse, la prima è From C to C e l'abbiamo già commentata... L'hai già dimenticata? :?

Distratta, la prossima volta ti metto una nota! :mrgreen:

Hai ragione, la mia memoria fa spesso cilecca :W... meno male che tu sei stata attenta :wink:.
Mi sembrava di averla già letta, però io l'ho trovata cercando il testo della quinta... mi consolo, mi sa che in rete c'è qualcuno distratto più di me :mrgreen:.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
To C. From C.

You,
dappled smile
on frozen snows ‒
wind of March,
ballet of boughs
sprung on the snow,
moaning and glowing
your little « ohs » ‒
white‒limbed doe,
gracious,
would I could know
yet
the gliding grace
of all your days,
the foam‒like lace
of all your ways ‒
to‒morrow is frozen
down on the plain ‒
you, dappled smile,
you, glowing laughter.

11 marzo '50

Inizio a leggere questa raccolta quasi in concomitanza con l'anniversario di quando sono state scritte, 66 anni fa. Questa in particolare mi colpisce perchè la donna a cui è stata dedicata sarà una delle cause che hanno contribuito a frantumare l'equilibrio emotivo di Pavese portandolo al suicidio. To Constance From Cesare è un titolo da innamorato, da uomo che dedica alla sua amata i suoi intimi pensieri, tanto che la scrive in inglese in modo che lei possa comprenderla a fondo, senza fraintendimenti. E' una poesia che dà i brividi tanto lo sforzo dell'uomo è di avvicinarsi a questa donna ambigua, fredda, distaccata a cui lui è attratto tanto da desiderare di vivere con lei ogni giorno, ogni momento, la sua vita. Metto una foto di Constance Dowling con Cesare Pavese. Lui sembra felice.

31675962_il-poetario-dell-avvento-2014-1.jpg
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
sesta poesia - Passerò per piazza di Spagna

Sarà un cielo chiaro.

S'apriranno le strade

sul colle di pini e di pietra.

Il tumulto delle strade

non muterà quell'aria ferma.

I fiori spruzzati

di colori alle fontane

occhieggeranno come donne

divertite. Le scale

le terrazze le rondini

canteranno nel sole.

S'aprirà quella strada,

le pietre canteranno,

il cuore batterà sussultando

come l'acqua nelle fontane ‒

sarà questa la voce

che salirà le tue scale.

Le finestre sapranno

l'odore della pietra e dell'aria

mattutina. S'aprirà una porta.

Il tumulto delle strade

sarà il tumulto del cuore

nella luce smarrita.

Sarai tu ‒ ferma e chiara.

28 marzo '50

I mattini passano chiari

e deserti. Cosí i tuoi occhi

s'aprivano un tempo. Il mattino

trascorreva lento, era un gorgo

d'immobile luce. Taceva.

Tu viva tacevi; le cose

vivevano sotto i tuoi occhi

(non pena non febbre non ombra)

come un mare al mattino, chiaro.

Dove sei tu, luce, è il mattino.

Tu eri la vita e le cose.

In te desti respiravamo

sotto il cielo che ancora è in noi.

Non pena non febbre allora,

non quest'ombra greve del giorno

affollato e diverso. O luce,

chiarezza lontana, respiro

affannoso, rivolgi gli occhi

immobili e chiari su noi.

È buio il mattino che passa

senza la luce dei tuoi occhi.

30 marzo '50

Spilla, tu supervisiona sempre :wink:
 

velvet

Well-known member
You, wind of March

Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda ‒
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
‒ anemone o nube ‒
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi più non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d’aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.


Ancora presagi di morte. Questa donna ha scosso un animo che era in torpore, dormiva, porta l'amore e ricomincia il dolore, il fragile equilibrio si spezza.
Il suo passo leggero risveglia la terra nuda, riporta la vita e con essa la speranza e quindi il dolore, la morte.
Un'altra poesia triste, chiara nel significato, pochi sottintesi e molte ripetizioni di versi che ne scolpiscono la forza.
Meglio il torpore di una vita piana ed inadeguata, senza scosse, o una vita vissuta con sentimenti forti anche se tormentata da dolore e sofferenza? Quale è la vita e quale la morte?
 

velvet

Well-known member
Ma sono rimasta sola? Come mai? Dove siete?

A me stanno piacendo tanto queste poesie, sono forti, immediate, certo molto tragiche ma proprio per questo piene di carica, irrompono dentro di te mentre le leggi, non c'è bisogno di interpretarle, sono dirette forti, piene di sofferenza e di tensione.

Forza partecipate, leggete, commentate! :BLABLA
Ricordate che non siamo in aula, non dobbiamo dire la cosa giusta, ma quello che ci passa per la testa o per l'anima. E siccome tutti abbiamo sensazioni e pensieri non è possibile non avere niente da dire!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
settima poesia - The night you slept

Anche la notte ti somiglia,
la notte remota che piange muta,
dentro il cuore profondo,
e le stelle passano stanche.
Una guancia tocca una guancia ‒
è un brivido freddo, qualcuno
si dibatte e t'implora, solo,
sperduto in te, nella tua febbre.

La notte soffre e anela l'alba,
povero cuore che sussulti.
O viso chiuso, buia angoscia,
febbre che rattristi le stelle,
c'è chi come te attende l'alba
scrutando il tuo viso in silenzio.
Sei distesa sotto la notte
come un chiuso orizzonte morto.
Povero cuore che sussulti,
un giorno lontano eri l'alba.

4 aprile 1950
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Io proseguo a postare le poesie e cercherò di commentare almeno queste ultime :oops:.

Poeti e amanti della poesia, partecipate, ve ne prego :mrgreen: :ad: !
 

velvet

Well-known member
Passerò per Piazza di Spagna

Riparto, chissà che qualcuno non mi segua...

Passerò per Piazza di Spagna

Sarà un cielo chiaro.
S'apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell'aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S'aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l'acqua nelle fontane ‒
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l'odore della pietra e dell'aria
mattutina. S'aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.

Sarai tu ‒ ferma e chiara.


Una poesia più leggera e piena di speranza, illusione non ancora disillusa. Vibra di vita Roma in un giorno incantevole, perfetto che prelude ad un incontro perfetto e altrettanto vibrante.
Bella, sembra proprio di essere lì.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Allora,secondo il mio libro quelli che hai postato sono i 9 componimenti che sono raccolti sotto il titolo La terra e la morte e sono del 1945.
Verrà la morte... è del 1950 ,i dieci testi dono stati pubblicati postumi. Raccoglie
To C. From C.
In the morning You always come back
Hai un sangue,un respiro
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
You,Wind of March
Passerò per piazza di Spagna
The night you slot
The cats will you know
Last blues,to be read some day

Ma ne manca uno :boh:. Questa raccolta mi sta facendo penare fin dall'inizio.
Un'emozione me l'ha trasmessa :mrgreen:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ho dimenticato di inserire 'I mattini passano chiari' dopo Passerò per piazza di Spagna :paura:

Non c'è problema. Io non sono riuscita a trovare l'elenco completo di tutte le poesie in rete, perciò ho chiesto a te che hai il libro :wink:.
La posto ora, tanto qui non c'è fretta e soprattutto non c'è trepidazione per commentare :mrgreen: :boh:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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ottava poesia - I mattini passano chiari

I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s’aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d’immobile luce.
Taceva. Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.

Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.

[30 marzo 1950]
 

elisa

Motherator
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In the morning you always come back

Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.

In Pavese il paesaggio delle Langhe è un tutt'uno con i suoi sentimenti, anche qui ci sono le colline che accompagnano questo rientro con la donna amata, forse una cena che si è protratta fino a tardi, una festa in qualche locale, una serata da amici. All'alba la donna amata è qualcosa di più vitale e necessario di qualsiasi altra cosa: è luce, quindi vita, è mattino, quindi inizio di tutto. Lo dice due volte ed è questa ridondanza a far sentire questa donna amata con un'intensità unica.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Hai un sangue, un respiro

Hai un sangue, un respiro.
Sei fatta di carne
di capelli di sguardi
anche tu. Terra e piante,
cielo di marzo, luce,
vibrano e ti somigliano ‒
il tuo riso e il tuo passo
come acque che sussultano ‒
la tua ruga fra gli occhi
come nubi raccolte ‒
il tuo tenero corpo
una zolla nel sole.

Hai un sangue, un respiro.
Vivi su questa terra.
Ne conosci i sapori
le stagioni i risvegli,
hai giocato nel sole,
hai parlato con noi.
Acqua chiara, virgulto
primaverile, terra,
germogliante silenzio,
tu hai giocato bambina
sotto un cielo diverso,
ne hai negli occhi il silenzio,
una nube, che sgorga
come polla dal fondo.
Ora ridi e sussulti
sopra questo silenzio.

Dolce frutto che vivi
sotto il cielo chiaro,
che respiri e vivi
questa nostra stagione,
nel tuo chiuso silenzio
è la tua forza. Come
erba viva nell'aria
rabbrividisci e ridi,
ma tu, tu sei terra.
Sei radice feroce.
Sei la terra che aspetta.

E' una poesia piena di sensualità e nel contempo crudele nel suo determinismo di donna-terra, che segue le stagioni e quindi gli umori, che si mescolano, non si capisce se è la donna come la terra oppure è la terra donna. E' una forza primordiale e quindi irrazionale. "Sei radice feroce" mi fa quasi paura...
 

elisa

Motherator
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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosìli vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

Mi toglie il respiro questa poesia, perché guardare negli occhi la morte è affrontare l'angoscia e la paura maggiore della vita. Pavese la guarda negli occhi, la umanizza, la rende famigliare, riesce a creare delle immagini, delle emozioni, dove spesso per noi, per me, c'è solo un grande buco nero.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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nona poesia - The cats will you know

Ancora cadrà la pioggia

sui tuoi dolci selciati,

una pioggia leggera

come un alito o un passo.

Ancora la brezza e l'alba

fioriranno leggere

come sotto il tuo passo,

quando tu rientrerai.

Tra fiori e davanzali

i gatti lo sapranno.

Ci saranno altri giorni,

ci saranno altre voci.

Sorriderai da sola.

I gatti lo sapranno.

Udrai parole antiche,

parole stanche e vane

come i costumi smessi

delle feste di ieri.

Farai gesti anche tu.

Risponderai parole ‒

viso di primavera,

farai gesti anche tu.

I gatti lo sapranno,

viso di primavera;

e la pioggia leggera,

l'alba color giacinto,

che dilaniano il cuore

di chi piú non ti spera,

sono il triste sorriso

che sorridi da sola.

Ci saranno altri giorni,

altre voci e risvegli.

Soffriremo nell'alba,

viso di primavera.

10 aprile '50
 

elisa

Motherator
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You, wind of March

[h=2][/h]
Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda ‒
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
‒ anemone o nube ‒
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi più non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d’aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Quando leggo questa poesia non posso che provare le emozioni che sono racchiuse nell'amore, emozioni così forti che si avvicinano più al dolore che alla gioia, l'amore non è felicità, pace, pienezza. L'amore è mancanza, sofferenza, quanta ironia nel simbolo della primavera affiancato a quello del sorgere di un amore!
 
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