A me non è piaciuta soprattutto quando le ha consigliato di rivolgersi a un medico, solo perché tiene chiusa la porta di casa sua, ma come si permette
Ha riparato in un modo molto poco convenzionale, cioè presentandosi a casa di Emerenc durante la notte, e quella l'ha accolta a braccia aperte e pure invitata a cena
Mi piace però che Emerenc pian piano stia tirando fuori involontariamente il lato più autentico della scrittrice, quello più profondo e meno formale. Credo che nemmeno la sua vita sia serena come sembra, anche se non credo abbia la grande quantità di scheletri nell'armadio che ha Emerenc. Quest'ultima ne ha visto di cotte e di crude e il risultato è un comportamento estremamente contraddittorio, talvolta estremamente prevedibile, talvolta tutto il contrario. E' tanto schiva e scontrosa come, a modo suo, generosa e di buon cuore. Mi è piaciuto leggere le sue opinioni così poco "politically correct" e il suo comportamento riguardo al suicidio di Polett (il che non vuol dire che approverei un comportamento del genere nella vita reale, ma ho riflettuto sulle sue motivazioni). Mi ha divertito in parte il capitolo sulla politica e la sua diffidenza verso chiunque non svolga un lavoro manuale, "padroni" compresi
Nel capitolo che sto leggendo ora saltano fuori molte cose riguardo al suo passato.
L'unica scrittrice ungherese di cui ho letto qualcosa oltre alla Szabò è Agota Kristof. La seconda è più cruda e tagliente, ma trovo molte analogie tra le due.