Dostoevskij, Fedor - Le notti bianche

Minerva

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Non avevo mai letto niente di Dostoevskij e dopo questo breve e intenso racconto penso che leggerò dell'altro.
Avevo l'assurda convinzione che lo stile di questo scrittore fosse ostico, almeno quanto ricordarsi esattamente come si scrive il suo nome :mrgreen:; naturalmente mi sono ricreduta.
Il protagonista è un sognatore che alla fine della storia "dovrebbe" restare deluso per il suo sogno infranto... ma non è così, almeno per quel che ho capito io: "Dio mio! Un attimo di vera beatitudine! E' forse poco per riempire tutta la vita di un uomo?".
Ho una curiosità: (forse mi è sfuggito) mi pare che il protagonista non abbia un nome; Nasten'ka lo chiama "mio buon amico" e non gli chiede il nome; c'è una ragione? fa parte dello stile di Dostoevskij? :?
 

Sere

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Ho una curiosità: (forse mi è sfuggito) mi pare che il protagonista non abbia un nome; Nasten'ka lo chiama "mio buon amico" e non gli chiede il nome; c'è una ragione? fa parte dello stile di Dostoevskij? :?

Si, anche io l'ho notato, e penso proprio che non si tratti di un caso!

Questo libro l'ho letto ai tempi della scuola, qualche anno fa, e devo dire che le sensazioni che mi ha lasciato erano molto confuse. Lo comprai perchè, accostandomi a questo scrittore (che reputo veramente geniale!) senza sapere molto di lui, ho ritenuto giusto iniziare da un libro più breve, piuttosto che fiondarmi subito sui capolavori o su quelli che molti definiscono "mattoni" (a testimonianza del fatto che, come dicono alcuni, "Dostoevskij è per molti, ma non per tutti"). A distanza di anni, quello che mi è rimasto del romanzo è il ricordo di un'atmosfera offuscata, eterea, nebulosa... tutta da definire!
Uno scrittore come lui non si finisce mai di scoprirlo... un libro assolutamente da rileggere!
 

Vladimir

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Ho una curiosità: (forse mi è sfuggito) mi pare che il protagonista non abbia un nome; Nasten'ka lo chiama "mio buon amico" e non gli chiede il nome; c'è una ragione? fa parte dello stile di Dostoevskij? :?

No, non fa parte dello stile di Dostoevskij che, al contrario, solitamente è molto probo di dettagli, nomi e particolari sui suoi personaggi. Credo che sia semplicemente una scelta narrativa.
 

Minerva

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No, non fa parte dello stile di Dostoevskij che, al contrario, solitamente è molto probo di dettagli, nomi e particolari sui suoi personaggi. Credo che sia semplicemente una scelta narrativa.

Per la verità io avevo dato una mia interpretazione: Dostoevskij non dà un nome, affinché il protagonista del racconto sia identificato univocamente come il "sognatore" e non come Tizio o Caio.
E' credibile? :?

E' la prima volta che mi capita di leggere un libro in cui il protagonista non ha un nome, da qui la mia curiosità. :)
 

shvets olga

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Per la verità io avevo dato una mia interpretazione: Dostoevskij non dà un nome, affinché il protagonista del racconto sia identificato univocamente come il "sognatore" e non come Tizio o Caio.
E' credibile? :?

E' la prima volta che mi capita di leggere un libro in cui il protagonista non ha un nome, da qui la mia curiosità. :)


Il “sognatore” da Le notti bianche come modello generalizzato prende lo spunto da rifflessioni di Dostoevskij sui sognatori di Pietroburgo.In “Cronaca di Pietroburgo”(1847) lui scrisse: "Nei caratteri avidi di attivita,avidi di vita,avidi di realta, ma deboli,femminei,delicati - piano piano nasce indole sognante ed uomo diventa non e’ un uomo, ma una certa strana creatura di genere neutro-il sognatore...A poco a poco il nostro birichino fugge dalla vita reale e piano piano impercettibilmente in lui ottunde il talento della vita reale. A lui sembra che godimenti dalla sua fantasia capricciosa conceduti sono piu' pieni, lussuosi,amorevoli dalla vita reale… Alla fine nel suo errore lui perde intuizione morale e non e' capace apprezzare tutta la belezza del presente... disorientato lui lascia sfuggire i momenti della felicita reale… Ci sono i sognatori che festeggiano anniversario delle sue sensazioni fantastiche…ricordando tutte le minime circostanze della sua felicita putrida e fiacca. Non e' tragedia quella vita! Non e' peccato e non e' orrore! Non e' caricatura! Siamo tutti piu o meno i sognatori!"(scusate per la mia traduzione). Nel romanzo possiamo leggere- Il sognatore, se serve una definizione precisa, non e' un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Il sognatore da Le notti bianche sonorizza pensieri di Dostoevskij. Anche piu tardi nel I sogni di Pietroburgo in versi e in prosa(1861) Dostoevskij descrive questo tipo e scrisse:" Ho sognato cosi tanto che ho lasciato sfuggire la mia gioventu"( nel romanzo "E ora so piu che mai che ho perduto invano i miei anni migliori").
Nella grammatica russa ci sono tre generi: maschile, femminile, neutro. Quando si dice relativamente a una persona "creatura di genere neutro" vuol dire сhe questa persona (maschio o femmina) né così né cosà; né pesce né carne in russo ни рыба ни мясо, ни то ни сё.

Scusate per gli errori.
 

Nikki

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Il “sognatore” da Le notti bianche come modello generalizzato prende lo spunto da rifflessioni di Dostoevskij sui sognatori di Pietroburgo.In “Cronaca di Pietroburgo”(1847) lui scrisse: "Nei caratteri avidi di attivita,avidi di vita,avidi di realta, ma deboli,femminei,delicati - piano piano nasce indole sognante ed uomo diventa non e’ un uomo, ma una certa strana creatura di genere neutro-il sognatore...A poco a poco il nostro birichino fugge dalla vita reale e piano piano impercettibilmente in lui ottunde il talento della vita reale. A lui sembra che godimenti dalla sua fantasia capricciosa conceduti sono piu' pieni, lussuosi,amorevoli dalla vita reale… Alla fine nel suo errore lui perde intuizione morale e non e' capace apprezzare tutta la belezza del presente... disorientato lui lascia sfuggire i momenti della felicita reale… Ci sono i sognatori che festeggiano anniversario delle sue sensazioni fantastiche…ricordando tutte le minime circostanze della sua felicita putrida e fiacca. Non e' tragedia quella vita! Non e' peccato e non e' orrore! Non e' caricatura! Siamo tutti piu o meno i sognatori!"(scusate per la mia traduzione). Nel romanzo possiamo leggere- Il sognatore, se serve una definizione precisa, non e' un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Il sognatore da Le notti bianche sonorizza pensieri di Dostoevskij. Anche piu tardi nel I sogni di Pietroburgo in versi e in prosa(1861) Dostoevskij descrive questo tipo e scrisse:" Ho sognato cosi tanto che ho lasciato sfuggire la mia gioventu"( nel romanzo "E ora so piu che mai che ho perduto invano i miei anni migliori").
Nella grammatica russa ci sono tre generi: maschile, femminile, neutro. Quando si dice relativamente a una persona "creatura di genere neutro" vuol dire сhe questa persona (maschio o femmina) né così né cosà; né pesce né carne in russo ни рыба ни мясо, ни то ни сё.

Scusate per gli errori.
Ma grazie a te per il contributo! :) che peraltro mi ha definitivamente convinto per la lettura!
 

Minerva

New member
Il “sognatore” da Le notti bianche come modello generalizzato prende lo spunto da rifflessioni di Dostoevskij sui sognatori di Pietroburgo.In “Cronaca di Pietroburgo”(1847) lui scrisse: "Nei caratteri avidi di attivita,avidi di vita,avidi di realta, ma deboli,femminei,delicati - piano piano nasce indole sognante ed uomo diventa non e’ un uomo, ma una certa strana creatura di genere neutro-il sognatore...A poco a poco il nostro birichino fugge dalla vita reale e piano piano impercettibilmente in lui ottunde il talento della vita reale. A lui sembra che godimenti dalla sua fantasia capricciosa conceduti sono piu' pieni, lussuosi,amorevoli dalla vita reale… Alla fine nel suo errore lui perde intuizione morale e non e' capace apprezzare tutta la belezza del presente... disorientato lui lascia sfuggire i momenti della felicita reale… Ci sono i sognatori che festeggiano anniversario delle sue sensazioni fantastiche…ricordando tutte le minime circostanze della sua felicita putrida e fiacca. Non e' tragedia quella vita! Non e' peccato e non e' orrore! Non e' caricatura! Siamo tutti piu o meno i sognatori!"(scusate per la mia traduzione). Nel romanzo possiamo leggere- Il sognatore, se serve una definizione precisa, non e' un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Il sognatore da Le notti bianche sonorizza pensieri di Dostoevskij. Anche piu tardi nel I sogni di Pietroburgo in versi e in prosa(1861) Dostoevskij descrive questo tipo e scrisse:" Ho sognato cosi tanto che ho lasciato sfuggire la mia gioventu"( nel romanzo "E ora so piu che mai che ho perduto invano i miei anni migliori").
Nella grammatica russa ci sono tre generi: maschile, femminile, neutro. Quando si dice relativamente a una persona "creatura di genere neutro" vuol dire сhe questa persona (maschio o femmina) né così né cosà; né pesce né carne in russo ни рыба ни мясо, ни то ни сё.

Scusate per gli errori.

grazie shvets olga
...dunque la mia interpretazione, forse, non è del tutto errata; è proprio per sottolineare questa appartenenza del "sognatore" al genere neutro che lo scrittore non gli dà un nome? :?
 

shvets olga

Member
Anche l'uomo del sottosuolo da Memorie dal sottosuolo
di Fedor Michailovic Dostoevskij non ha il nome. Come scrive Dostoevskij nell'introduzione: autore delle Memorie e' un tipo di fantasia...e' uno dei caratteri, e' uno dei rappresentanti della generazione сhe vive il resto della vita.
Dunque il sognatore-e' un tipo generalizzato e ha il nome generalizzato-il sognatore.Dostoevskij lo definisce come una specie di essere neutro.:)

Mi e' venuta in mente la fiaba Il pesciolino d'oro di PushkinIl "Sul mare-oceano, sull'isola di Bujan, c'era una volta una piccola casetta, un'izba decrepita. In questa izba vivevano un vecchio con la sua vecchietta. Vivevano in grande povertà: il vecchio fabbricava le reti e andava al mare per prendere i pesci. Ne prendeva solo quanto ne bastava per il vitto quotidiano..." Ci sono molte fiabe popolari dove i vecchi e le vecchiette non hanno i nomi:) perche' sono modelli generalizzati.
 

Minerva

New member
Anche l'uomo del sottosuolo da Memorie dal sottosuolo
di Fedor Michailovic Dostoevskij non ha il nome. Come scrive Dostoevskij nell'introduzione: autore delle Memorie e' un tipo di fantasia...e' uno dei caratteri, e' uno dei rappresentanti della generazione сhe vive il resto della vita.
Dunque il sognatore-e' un tipo generalizzato e ha il nome generalizzato-il sognatore.Dostoevskij lo definisce come una specie di essere neutro.:)

Mi e' venuta in mente la fiaba Il pesciolino d'oro di PushkinIl "Sul mare-oceano, sull'isola di Bujan, c'era una volta una piccola casetta, un'izba decrepita. In questa izba vivevano un vecchio con la sua vecchietta. Vivevano in grande povertà: il vecchio fabbricava le reti e andava al mare per prendere i pesci. Ne prendeva solo quanto ne bastava per il vitto quotidiano..." Ci sono molte fiabe popolari dove i vecchi e le vecchiette non hanno i nomi:) perche' sono modelli generalizzati.

Grazie, la tua risposta è veramente esaustiva.
Le mie prossime letture di Dostoevskij saranno sicuramente più consapevoli. :)
 

Tiziano

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Io l'ho letto circa 2 mesi fa, lo finii di leggere alle 3 di notte, ero innamorato di una ragazza, e finito il libro, in parte 'trasportato' mi misi a scrivere un messaggio di 8 pagine per questa ragazza. Come nel libro anche lei venne portata via da un altro, ma questa è un'altra storia ;) tornando a parlare del libro posso dire che pur per la sua cortezza contiene un miliardo di messaggi e spunti di riflessione. Il libro parla principalmente dell'amore, della passione, che è per il protagonista quasi l'unico motivo per vivere, l'amore viene esaminato e reso quasi come un utopia. Si tratta anche del rapporto familiare della ragazza molto vincolante e rispettoso, insomma poi si parla del desiderio dell'assentarsi del protagonista dalla vita in cui sembra non volere dare emozioni ma si sfoga dando tutto l'amore alla ragazza, si esasperano queste cose o meglio vengono esaminate a fondo..vi sono forme di ironia e altre forme.. Come libro lo consiglierei, è un bel libro..
 

Denni

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Letto.
Bè dopo aver letto Delitto e Castigo che rimane uno dei libri più belli che ho letto finora, direi che questo non regge il confronto. Oltretutto l'ho preso leggendo la trama e l'introduzione , e prefigurandomi un libro dalle note magiche con grandi introspezioni, mentre poi nella lettura mi sono resa conta di essermi tuffata in una storia d'amore. Toccante si , ma non era quello che mi aspettavo. E' vero che Dostoevskij attraverso il suoi dialoghi riesce e schizzare personalità e animi, ma devo dire la verità mi aspettavo di più.
Bellissimi però alcuni passi, soprattutto quelli di descrizione di Pietroburgo, quasi uno specchio dell'anima.
Un libro molto delicato e scorrevole.
 

Holly Golightly

New member
Io lo so che Dostoevskij ha scritto dei libri perfetti... ma questo è uno di quei libri in cui uno lascia un pezzo di cuore.
E' uno di quei libri su cui ritorno sempre, che voglio sempre avere a portata di mano.
Ci hanno provato in tanti a raccontare il sognatore, e forse Dosto in questo libro è l'unico a riuscirci veramente...
E' il tipico libro scritto da un grande scrittore prima di diventare un grande scrittore... qualcosa che forse quando non sarò più giovane non apprezzerò più così.
Ma l'immagine finale di quel libro mi ha ossessionata e ancora ritorna ad ossessionarmi. Queste sono state in assoluto fra le pagine in cui mi sono immedesimata di più.

C'è qualcosa oltre una storia banalissima, c'è un invito a perdersi nella notte - come mi pare dica Erri de Luca nella prefazione all'edizione che ho io - c'è un invito al sogno, all'indistinto, a vivere la vita con gli occhi chiusi...

I love it! :)
 

Meri

Viôt di viodi
No, decisamente non fa x me. L'ho trovato lento, pesante e noioso, troppo malinconico.:MM
 

Denni

New member
" Ora la Dea Fantasia ha cominciato a tessere con mano capricciosa la propria trama d'oro e a svolgere davanti a lui immagini di una vita surreale e strana, e chi sa, forse con quella mano capricciosa lo ha trasportato al settimo cielo di cristallo, sollevandolo dal marciapiede di pietra sul quale camminava"
 

risus

New member
e no, non ci siamo...
facciamo finta che non l'hai scritto tu questo libro, caro Dostoevskij...
:? :? :?
era il mio primo libro di questo autore ma non voglio certo serbare un
cattivo ricordo di uno dei più grandi della letteratura di tutti i tempi!!! quindi
presto leggerò qualcos'altro, non so, "L'idiota" o "Le memorie..." o "I fratelli..."
forse i racconti brevi non sono il suo forte... questo non scivola proprio!!!!
lento, noiosetto, a volte banale e addirittura inverosimile... non so, non mi ha convinto granchè...
la scrittura è buona, per carità, ma non coinvolge!!!! e nemmeno affascina narrando
questa storia d'amore! non trasporta, non travolge il lettore come ci si aspetta da una
vicenda di questo tipo...
rimandato a settembre...
:wink:
 

SALLY

New member
Risus...anch'io ho cominciato da poco a leggere Dostoevskij,ho letto "L'idiota" e "Delitto e castigo"...e ti assicuro, ne vale la pena,forse questo che hai letto è stato un flop,capita anche hai migliori :mrgreen:
 

Jessamine

Well-known member
Il mio "primo" Dostoevskij è stato "Il sosia": terzo anno di liceo, vacanze estive. Un disastro, l'ho odiato dalla prima all'ultima riga.
E per due anni mi sono rifiutata di avvicinarmi a qualcos'altro di suo.
Poi, su consiglio di un caro amico, mi sono convinta a prendere in mano questo suo racconto, e beh, è stata la riconciliazione più sentita. Un racconto splendido, sospeso, quasi magico. Un Dostoevskij insolito, quasi anomalo, ma struggentemente carico di emozioni.
L'ho adorato, senz'ombra di dubbio.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
A me il sosia piacque molto, una penetrante descrizione di un lento scivolare nella follia e nella paranoia, con delle intuizioni psicologiche molto acute (non a caso fra i primi psicoanalisti tanto Freud quanto Otto Rank portarono come esempi delle prime indagini della psiche umana proprio i racconti di Dostojewsky, memorie dal sottosuolo in particolare).

Le notti bianche l'ho letto parecchi anni fa, non ne ho ricordi limpidissimi, ma ricordo che mi colpì molto l'onirismo in cui l'opera era avvolta, assieme alle stupende descrizioni. La ricordo anche come un'opera molto acerba, seppur dotata di una forza narrativa non indifferente.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Strano destino quello del sognatore, che vive la sua vita in un mondo di fantasia, dal quale trae tristezza e felicità. Ma prima o poi capita a tutti i sognatori, almeno una volta nella vita - al nostro protagonista succederà grazie all'incontro con Nasten'ka - di risvegliarsi bruscamente. E' un bene o un male? Un bene, poiché da ogni contatto con la vita reale non si può che trarre arricchimento, nonostante le batoste. E' un male, poiché la sofferenza legata alle delusioni subite da chi non è abituato ad avere contatti con il mondo reale può diventare insopportabile, ed è allora che ci si rifugia un'altra volta nel sogno, in un circolo...vizioso? O virtuoso? Il libro si chiude con una domanda significativa, nella quale è racchiuso il suo senso e che contribuisce a renderlo quel gioiellino che è, se non altro per come viene magistralmente descritta questa figura umana nel complesso neppure troppo anomala. La prima parte, molto bella, in cui il protagonista descrive se stesso, il suo rapporto con la città e le cose inanimate, il suo non-rapporto con le persone a parte le figure umane che incontra per strada e non conosce, è poetica, un po' ironica, quasi allegra. La tristezza compare non appena compare Nasten'ka: una tristezza legata ad una speranza che in cuor proprio si ritiene vana, ma pur sempre una tristezza legata a qualcosa di tangibile. Molto bello leggere come il sognatore racconta un'altra volta se stesso, questa volta alla sua amata, senza il minimo filtro, con un candore che fa tenerezza e stupisce.
L'impronta dell'autore è evidente, le figure umane sono tracciate con sapienza anche attraverso i dialoghi.
Ripeto, un gioiellino anche se pervaso di malinconia, mi ha lasciato un retrogusto amaro.
 
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