I promessi sposi: ma a voi piacciono?

sergio Rufo

New member
In un certo senso senza I promessi sposi , oggi, non ci sarebbe il " romanzo" in italia.
Tutto parte da li'.

Direi che e' uno di quei libri da leggere e rileggere innumerevoli volte.
E' perfetto.
 

stellonzola

foolish member
credo che sia un libro che viene spesso letto male a scuola e questo te lo fa un po' odiare. Quando ero in seconda superiore un prof che non avrebbe dovuto spiegarceli, si mise a decantarci i promessi così bene che io decisi di leggerli per conto mio. Quando poi nel triennio mi toccarono come da programma la nostra prof riuscì a farli diventare una tortura!
Letti nel modo giusto sono un capolavoro! Grazie a quel prof io li ho amati e letti e riletti più volte! Inoltre se ti spiegano bene le chiavi di lettura diventano proprio interessanti.
 

sergio Rufo

New member
hai ragione stellonzola.
Il destino maledetto di questo libro e' che lo leggi a scuola. O almeno si leggeva ai miei tempi.
Ora non so.
Ma molti libri hanno questo destino e non solo: prendi la storia.
Di certo non interessa a tutti ma per coloro che la amano, quasi certamente la scopriranno dopo.
A scuola le Guerre puniche, per esempio, erano una rottura di coglioni.
Ora basta prendere un Tito Livio per innamorarsene...

Per tornare ai Promessi Sposi: se si vuole la storia e' banale, quasi scontata, un cliche' usato e abusato. Ma la struttura narrativa e' perfetta: I promessi sposi sono la storia perfetta.

eterna diatriba: conta di piu' lo stile o la storia narrata?
Io non ho dubbi a riguardo.

Lo stile manzoniano: se vuoi un pochino appesantito e prolisso...
 

stellonzola

foolish member
eterna diatriba: conta di piu' lo stile o la storia narrata?
Io non ho dubbi a riguardo.
Lo stile manzoniano: se vuoi un pochino appesantito e prolisso...

Quello che mi piace di più è come Manzoni usa la punteggiatura. Per me è spesso più importante lo stile. Bele storie raccontate senza stile non riescono a coinvolgermi veramente... mentre ho letto storie orrende o personaggi antipatici, ma se è scritto bene come piace a me me lo leggo tutto!
Come Proust ad esempio: non c'è azione, non succede niente tutto il tempo, si perde in descrizioni interminabili di cose per me inutili... ma scrive così bene che me lo stò leggendo tutto!
 

sergio Rufo

New member
be', Stellonzola, se preferisci lo stile fai benissimo a rivolgerti a letture imperniate su questo aspetto.
Molti grandi scrittori non scrivevano affatto bene: Dosto e Dickens, ad esempio.

Proust? che proprio non succeda niente nella sua Ricerca...: dipende che intendi per non succedere niente.
In Proust succede tanto...per me.

comunque buonissima lettura.
 

Dory

Reef Member
hai ragione stellonzola.
Il destino maledetto di questo libro e' che lo leggi a scuola. O almeno si leggeva ai miei tempi.
Ora non so.
Ma molti libri hanno questo destino e non solo: prendi la storia.
Di certo non interessa a tutti ma per coloro che la amano, quasi certamente la scopriranno dopo.
A scuola le Guerre puniche, per esempio, erano una rottura di coglioni.
Ora basta prendere un Tito Livio per innamorarsene...

Ho amato la storia romana... poi il baratro assoluto e la refrattarietà a tutto quanto succedeva dopo con come unici sprazzi di sole nella rivoluzione francese e in Cavour (gli unici due argomenti di storia che ho studiato con interesse)... tutto questo perché, mentre il mio prof di storia del secondo anno di liceo era fantastico, preciso e stravagante al tempo stesso, e ci ha insegnato storia come nessun'altro, al terzo anno lui è diventato il prof di lettere, perché iniziavamo filosofia e dovevamo avere un prof a parte per storia e filosofia, e i successivi (ne ho cambiati altri due) mi hanno fatto odiare la storia, era di una noia estrema.
Stesso vale per I promessi sposi, una prof indecente al secondo anno, che ci faceva riempire quaderni e quaderni di dettato sulle caratteristiche dei personaggi (due scatole megagigantesche), mentre al terzo anno l'ex prof di storia ci ha fatto imparare La divina commedia in modo incredibile, quando spiegava i canti eravamo tutti a bocca aperta ad ascoltarlo, li imparavano pure quelli che non studiavano mai per quanto era bravo e coinvolgente.
 

Mizar

Alfaheimr
credo che sia un libro che viene spesso letto male a scuola e questo te lo fa un po' odiare. Quando ero in seconda superiore un prof che non avrebbe dovuto spiegarceli, si mise a decantarci i promessi così bene che io decisi di leggerli per conto mio. Quando poi nel triennio mi toccarono come da programma la nostra prof riuscì a farli diventare una tortura!
Letti nel modo giusto sono un capolavoro! Grazie a quel prof io li ho amati e letti e riletti più volte! Inoltre se ti spiegano bene le chiavi di lettura diventano proprio interessanti.
Questo potrebbe essere vero.
Tuttavia anche Dante, quì in Italia, è letto maluccio. Eppure, non è facile trovare qualcuno che disprezzi Dante.
Per Manzoni, la solfa è altra :mrgreen:
 

Mizar

Alfaheimr
Quello che mi piace di più è come Manzoni usa la punteggiatura
E' vero. Come utilizza lui le virgole, nessuno mai... Anche da questo si vede il pollice del gran cesellatore

Proust? che proprio non succeda niente nella sua Ricerca...: dipende che intendi per non succedere niente.
In Proust succede tanto...per me.
InZomma...se consideriamo che son quasi 4000 pagine. Nei Guermantes poi, il "non accader nulla" è elevato a sistema; e con ciò parafraso alcune ammissioni di Marcellino stesso.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Sergio Rufo ha scritto:
conta di piu' lo stile o la storia narrata?
Io non ho dubbi a riguardo.

E siamo in tre.
In realtà non mi spiego nemmeno il titolo del topic, dacché questo è posto in riferimento alla trama.
Una storia largamente banale - a detta di alcuni -, ma è così difficile intravvedere la meravigliosa costruzione del caro M? Ad di là della semplice narrazione e 'partecipazione emotiva', non si dovrebbe anche scorgere la perfezione di uno stile perseguito per una vita intera e con indicibile sacrificio di anni e salute? Manzoni ha redatto non un romanzo, ma qualcosa di superiore: un faro, un'ispirazione ed un riferimento per ogni opera in prosa che sarebbe venuta. Quell'Ottocento italiano è stato suo e dei suoi scritti, così come il Novecento europeo (almeno la prima metà, ma..) sarebbe appartenuto a Joyce. V'è di più che una scialba epifania di Provvidenze, già. V'è una serietà stilistica memorabile; cosa, questa, che non deve piacere.
 

Mizar

Alfaheimr
E siamo in tre.
In realtà non mi spiego nemmeno il titolo del topic, dacché questo è posto in riferimento alla trama.
Una storia largamente banale - a detta di alcuni -, ma è così difficile intravvedere la meravigliosa costruzione del caro M? Ad di là della semplice narrazione e 'partecipazione emotiva', non si dovrebbe anche scorgere la perfezione di uno stile perseguito per una vita intera e con indicibile sacrificio di anni e salute? Manzoni ha redatto non un romanzo, ma qualcosa di superiore: un faro, un'ispirazione ed un riferimento per ogni opera in prosa che sarebbe venuta. Quell'Ottocento italiano è stato suo e dei suoi scritti, così come il Novecento europeo (almeno la prima metà, ma..) sarebbe appartenuto a Joyce. V'è di più che una scialba epifania di Provvidenze, già. V'è una serietà stilistica memorabile; cosa, questa, che non deve piacere.
Vero. Di solito si tende a licenziare la letteratura italiana "moderna" come intimamente provinciale. In oblio Foscolo, Alfieri, Pirandello, D'Annunzio, Montale ... Manzoni.

EbBravo D a mettere Eschilotto in firma :wink:
 

gisa

New member
Questo potrebbe essere vero.
Tuttavia anche Dante, quì in Italia, è letto maluccio. Eppure, non è facile trovare qualcuno che disprezzi Dante.
Per Manzoni, la solfa è altra :mrgreen:

sono perfettamenter d'accordo con te... adoro Dante (e ho avuto la fortuna di avere come docenti universitari dei dantisti che hanno contribuito maggiormente al mio amore per la Comedìa), ma Manzoni ragazzi:W :W ... l'idea che un giorno dovrò leggerlo doverosamente (sono una prof di italiano) mi terrorizza:paura: :paura:!
Anche se ritengo che i gusti cambino con l'età... chissà:?!!
 

sergio Rufo

New member
Giusto :)


Ma dove esattamente "precipita" Manzoni? A me pare piuttosto Stendhal che, alla fine de Il rosso e il nero cade nel romanticismo più becero mostrandoci una ragazza che conserva la testa dell'amante morto. Senza contare che lungo tutto il suo romanzo l'amore è sempre un sentimento fortissimo, travolgente e irresistibile, mentre nella realtà assume intensità diversissime e sfumature in numero infinitamente maggiore. Per questo dico che Manzoni ha più misura. Inoltre lui esplora una gamma di sentimenti e problemi morali molto più ampia di Stendhal, che mi pare invece limitarsi all'amore travolgente e all'ambizione divorante, e lo fa con una ricchezza d'invenzione assai maggiore (basta ricordare le più belle similitudini del romanzo, o la contenuta pietà con cui descrive il paese devastato dalla peste).

Questa non l'avevo letta.
Masetto, con tutto il rispetto dei gusti personali ( e sentimenti), mi permetto di dissentire su quanto dici.
Sul Manzoni e il suo romanzo mi ero gia' espresso: non puo' esserci romanzo italiano senza i Promessi sposi.
Per un insieme di cose che non staro' qui a dire, ora.
Quello che mi preme, invero, e' altro: come si fa' a paragonare Manzoni e Stendhal? Autori, innanzitutto diversi tra loro, ma soprattutto di ben diversa razza.
Stendhal e' infinitamente superiore ad un Manzoni: e lo e' proprio in virtu' di quello che tu critichi tanto definendolo un autore che si riduce a parlare solo dell'amore.
Proprio per questo, dico io. L'amore, di qualsiasi natura ( intendo non solo quello romantico) e' il perno piu' essenziale dell'uomo: e' l'unico perno da quando esiste l'uomo che continua a girare e a far girare il mondo.
Una fenomenologia dell'amore ( P. Bourget, forse?') rimarra' il tema piu' importante e profondo per conoscere chi e' un uomo.
In Stendhal l'amore e' amore per la vita; e' entusiasmo esistenziale; e' baldanza euforica; e' pulsione primordiale; e' danza dionisiaca; e' volonta' di potenza; e' leggerezza che si libra da uno spirito asservito da norme sociali e da norme religiose.
Proprio quello che e' - invece - uno spirito Manzoniano. Quel Manzoni che in tutta la sua grandezza alla fin della fiera -, pero' - non e' abbastanza forte per resistere alla tentazione madre di tanti equivoci: la tentazione di ritornare ad una visione della vita morale, clericale, cattolica. E non sarebbe nemmeno questo il danno piu' grave se non fosse che il corrispettivo uomo manzoniano si ri-veste di quel saio di cui , invece, ci si dovrebbe spogliare.
Nell'uomo di Stendhal siamo ben lontani da questo pericolo: l'uomo stendhaliano attraversa la storia ( un Del Dongo...) con quell'innocenza fianciullesca, scevro da religioni, da convenzioni morali , libero di essere intimamente quello che e'.
Un Julian Sorel paradossalmente non ha desideri ( a differenza del manzoniano): un Sorel e' l'espressione della realta' umana libera, incondizionata, meravigliosamente vicina alla natura.
Come in Cronache Italiane (del 5OO): racconti splendidi per comprendere che uomo scriveva Stendhal.
Niente a che vedere con un Manzoniano, te lo assicuro.
Il primo "leggero" come un ballerino , il secondo attorcigliato come un verme per non farsi calpestare dai troppi " ideali" storici,religiosi, morali.
 

asiul

New member
Considerando la storia certamente non lo è,ma il capolavoro di Manzoni non è nel racconto. Diciamo che si può considerare un pretesto per ammirare un eccellente stile.

Per fare un piccolo raffronto con il cinema è come Hitchcock, storie semplicissime ma con una superba regia.

"Ma, quando io avrò durata l'eroica fatica di trascriver questa storia da questo dilavato e graffiato autografo, e l'avrò data, come si suol dire, alla luce, si troverà poi chi duri la fatica di leggerla?"

Beh! direi che valga "la fatica di leggerla"...:wink:
 
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sergio Rufo

New member
secondo me i promessi sposi è un buon romanzo. I capolavori sono altri.

El tipo, in un certo senso, hai ragione, ma i Promessi sposi presi come modello di romanzo, e' il romanzo per antonomasia.
E' un insieme assolutamente assemblato bene: la storia, il contesto, la struttura narrativa, i personaggi, le ambientazioni, lo stile ( severo), e quant'altro, sono magistralmente orchestrati.
E' come immaginare un orchestra dove tutti i musicisti hanno lo spartito che eseguorno e seguono come meglio non potrebbero.
I Promessi sposi sono per il romanzo italiano quello che il Don Chisciotte e' stato per il romanzo europeo.
Senza Cervantes nessuno avrebbe scritto in Europa.
 

Meri

Viôt di viodi
Secondo me il guaio sta nel fatto che ce li impongono a scuola. Letti liberamente, al momento giusto sono bellissimi.
 

Sopraesistito

Black Cat Member
Secondo me il guaio sta nel fatto che ce li impongono a scuola. Letti liberamente, al momento giusto sono bellissimi.

Concordo.
Non so se è un esempio calzante, ma da piccolo (8 anni) ho letto la Divina Commedia per mio conto e me ne sono innamorato, rimasi affascinato dalla fantasia di Dante e una volta finita la rilessi tutta da capo! Invece tante persone che conosco avendola studiata al liceo la trovano pesante e priva di interesse.
 

El_tipo

Surrealistic member
El tipo, in un certo senso, hai ragione, ma i Promessi sposi presi come modello di romanzo, e' il romanzo per antonomasia.
E' un insieme assolutamente assemblato bene: la storia, il contesto, la struttura narrativa, i personaggi, le ambientazioni, lo stile ( severo), e quant'altro, sono magistralmente orchestrati.
E' come immaginare un orchestra dove tutti i musicisti hanno lo spartito che eseguorno e seguono come meglio non potrebbero.
I Promessi sposi sono per il romanzo italiano quello che il Don Chisciotte e' stato per il romanzo europeo.
Senza Cervantes nessuno avrebbe scritto in Europa.

è esattamente quello che volevo dire. E'un romanzo orchestrato in maniera perfetta, per questo si studia a scuola ed è giusto che si studi a scuola, perchè è l'esempio più classico di un classico. Ma non puo essere definito un capolavoro a mio avviso. Non inventa nulla, forse in italia, ma in tutto il mondo il romanzo storico esisteva già da quasi un secolo. Qualcuno prima l'aveva messo a paragone con la divina commedia, un altra opera della letteratura italiana di un certo spessore. Ecco secondo me in quanto a genialità, in quanto a perfezione, i promessi sposi il paragone non lo reggono proprio. E meno male.
 
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