asiul
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La realtà è l'occasione o lo stimolo per (ri)scoprire qualcosa di sé, che era già dentro di noi...la domanda è: come ci è finito?
non saprei chiedilo allo 'zar è lui che ha "strane" idee per la testa
La realtà è l'occasione o lo stimolo per (ri)scoprire qualcosa di sé, che era già dentro di noi...la domanda è: come ci è finito?
non saprei chiedilo allo 'zar è lui che ha "strane" idee per la testa
Io mi chiedo piuttosto: cosa noi vediamo, cosa conosciamo ? Realtà, idee?
Diciamo che è un problema non nuovoLa realtà è l'occasione o lo stimolo per (ri)scoprire qualcosa di sé, che era già dentro di noi...la domanda è: come ci è finito?
Sicura ?giuro che, almeno questa volta, non alludevo a nulla di indecente.
Mizar, credi di poter rispondere lo stesso? dai, non essere timido, tanto ormai lo so che non pensi solo a cose sconce!:ad:
E noi lo proponiamo eliS...qui ci starebbe bene il mito della caverna, molto attuale oltre tutto
In queso thread io e D=1 (ebbene sì, siamo cofondatori e responsabili in solido) proponiamo un topos di incontro e - si spera - di scontro costruente per la disciplina del pensiero sopra il pensiero: la filosofia.
Cosa significa oggi - ancora oggi - fare filosofia? Può essere utile parlarne? Se si, in quale modo? Perchè, dunque, far filosofia ancora oggi? Non è sufficiente Sky o la Mc Donald ?
Quali sono i vostri filosofi prediletti ? Quel trombone di Hegel o quel cialtrone di Parmenide ? Il candido Spinoza o il labirintico Heidegger?
Io e D ci proponiamo inoltre nientepopodimenoche cercare di svelare uno dei più grandi arcani del pensiero di ogni tempo e latitudine: ma Leibniz era un filosofo ?
P.S Io e D siamo due uomini
Sicura ?
Non credo di avere la autorità per azzardare una risposta del genere. Volevo piuttosto sapere, vecondo voi, cosa noi uomini vediamo. Dinanzi ad i nostri sensi vi sono entità. Cosa son queste entità. Proiezioni di noi stessi? Cruda realtà? Simboli ? Sogni ?
Insomma, cos' è l'albero che osservo, la corteccia che tocco, il rumore delle fronde che ascolto ?
Diciamo che è un problema non nuovo
Sicura ?
Insomma, cos' è l'albero che osservo, la corteccia che tocco, il rumore delle fronde che ascolto ?
diciamo allora che, tecnicamente, forse, non è un problema ?
e aggiungerei la nota questione: se un albero cade in mezzo alla foresta amazzonica, senza che nessun uomo abbia assistito alla caduta o trovato successivamente il tronco, ormai desolatamente al suolo, l'albero è caduto realmente? vale a dire, esiste la "realtà" senza la nostra percezione? o siamo forse proprio noi che rendiamo la realtà...reale? :??
Mia adorata in sommo grado, lascia che violi il principio di linearità della comunicazione, per porti altro ed uguale quesito: per buona parte della giornata, un idelista indosserà l'intimo? In altri termini: disporrà esso di parti intime (dunque non visibili) da coprire con stoffe pregiate?
Ecco lo sapevo !
Domanda a tutti: da dove verrebbero le idee?
Possiamo conoscere soltanto l'idea della realtà, una sua rappresentazione, la realtà in quanto tale, non possiamo conoscerla.Io mi chiedo piuttosto: cosa noi vediamo, cosa conosciamo ? Realtà, idee?
Volevo piuttosto sapere, vecondo voi, cosa noi uomini vediamo. Dinanzi ad i nostri sensi vi sono entità. Cosa son queste entità. Proiezioni di noi stessi? Cruda realtà? Simboli ? Sogni ?
Insomma, cos' è l'albero che osservo, la corteccia che tocco, il rumore delle fronde che ascolto ?
Intendo la filosofia con un significato molto ampio, la ritengo una delle massime vette, purtroppo poco sfruttata, verso cui l'umanità può innalzarsi, credo che non debba allontanarsi dallo scopo per il quale nasce e quindi essere utile, ancorata a terra, accompagnata dalla pratica.
Trovo molto interessante, inoltre, la riflessione della filosofia su se stessa, sui suoi obiettivi, limiti e "corto-circuiti"
l'opera di Derrida è magistrale in questo, nonché molto in linea con la mia preferenza per un pensiero fondato sul concreto e indirizzato a un risultato utilizzabile, lontano da ogni idealismo. La questione verso cui è piegato il discorso mi porta ad un problema a mio parere sopravvalutato, ad oggi; se ne è parlato a sufficienza e con assennatezza, se vi è ancora dubbio è giusto che l'albero in mezzo alla foresta, con tutto ciò che vediamo, sia quello che più ci conviene: reale.
Come facilmente si intende, uno dei filosofi che amo meno in assoluto è il vecchio Giorgione Hegel
in buona compagnia con Leibniz (vedo che la sua popolarità non è alle stelle)
Su Hegel:
Un vero peccato.
E' raro che un filosofo dal sistema interamente errato diventi uno dei geni più immensi mai esistiti.
ico questo in considerazione della sua opera: inutile ed incantevole.
:
E' inevitabile: si parla di convizioni personali. Sia chiaro, nessuno vuol convincere nessuno. Filosofia, a mio vedere, è prima di tutto teoresi, è spiegazione della realtà, visuale generalissima; che poi questo possa implicare effetti pratici - e così è - ben venga.
Domanda a tutti: da dove verrebbero le idee?
Detto ciò, vorrei fare un’altra domanda: Che cosa è la felicità? Ed esiste? (Aristotele vs Schopenhauer)
E no Sir !PS. E non siamo troppo europocentrici per una volta, come luogo di nascita della filosofia io non la negherei un'immaginetta a questa zona qui
Vero, vero.Si potrebbe dire non faccia altro e non abbia fatto altro.
Filosofia è paniere di ogni scienza o visione del mondo, è intimo e comune denominatore per ogni sguardo lanciato ad indagare. Ogni limite, ogni baratro disciplinare/conoscitivo è limite alla filosofia stessa, in qualche modo; diversamente dalle altre discipline, tuttavia, il suo statuto le permette di indagarsi come oggetto della propria indagine, pensiero che riflette su se stesso. In breve, motore di ogni sapere.:
Ragazzi (D e Sir e tutti) non ho ben capit cosa intendiate quando parate di idealismo. Per piacere, dite me :WCon la sua 'prima domanda della filosofia', però, ha fatto le sue pessime figure.
Questo non significa che sia vero l'idealismo; ma neanche che un titano come Heidegger fosse fesso.
Ghghgh lo dico sempre pure ioLa filosofia battaglia da sempre contro noi poveri umani soppraffatti dalla schiavitù dei sensi e delle opinioni popolari che i sensi stessi erroneamente imprimono nel nostro pensiero. L'invisibilità è quella caratteristica precipua della realtà che vedono i filosofi che noi comuni mortali vediamo grezza ed erronea, noi siamo ancora nella caverna e anche se ne veniamo fuori non capiamo lo stesso una mazza Peggio di così!
Ponimo così che la realtà che conosciamo, tocchiamo, odoriamo, sia effetto di un gioco di dighe o di filtri o di "coperture" - cò che, secondo alcuni strutturerebbe la realtà come il linguaggio ma...Ma se la teoresi kantiana origina certa psicolgia, pur sempre rimane l'Intenzionalità a trasformare (nel senso strettamente etimologico) i fenomeni: abolite le barriere scientifico/cognitive, la mente rimugina, correla*, produce senso per isolati fenomeni vanamente percepiti se non conciliabili nel senso stesso; crea simboli.