Poligamia o monogamia?

asiul

New member
Se un uomo parla di poligamia ne parla dal punto di vista di desiderio maschile di questo ne sono sicuro.
Sicuramente non vi è dietro concetti profondi, ma solo il desiderio di soddisfare il proprio desiderio. Non credo che un uomo parli di poligamia con un concetto romantico.
Un uomo o come dici tu un maschio desidererebbe trovare una donna che racchiuda in sè queste tre caratteristiche, ma penso sia piuttosto difficile se non impossibile.
Tu chiedi se un uomo sarebbe in grado di gestire queste tre persone, non lo sò dipende dall'uomo forse, ma io chiedo una donna che ha una sola di queste tre caratteristiche pensa di essere in grado di gestire un uomo ?

Per gestire un uomo?!:?? Dipende dall'uomo che si vuole gestire. E soprattutto, ammesso che lo si voglia gestire.
Difficilmente un uomo accetta che una sola donna abbia tutte queste caratteristiche.
Quando cerca la madre, pretende che sia diversa dall'amante. Quando cerca un'amante, la distingue dalla madre.
Vuole la donna che si lasci comandare e pretende che si ribelli.
Non c'è un solo individuo uomo. Come non esiste un solo individuo donna. Se solo entrambi lasciassero spazio alla propria istintività, invece di farsi tanti calcoli mentali …

La mia opinione personale è che un/a uomo/donna non deve essere gestito/a da nessuno. Il rapporto che dovrebbe intercorrere fra due o più individui è quello di una scambio consenziente. Qualunque fosse l'origine o il genere di questo "scambio"
 
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Brethil

Owl Member
...perché il forum non è il mondo. Oppure sir è poligamo e non lo ammette :mrgreen: (scherzo sir )

Per me l'essere umano è condizionato dalle "leggi" che lo governano. Decidendo liberamente si comporterebbe come un qualsiasi (altro) animale. Partiamo tutti dallo stesso punto, le culture ci dividono e ci formano. Le scelte future sono condizionate da questo.

Luisa cosa significa che non siamo il mondo, i sondaggi a campione solitamente si fanno su ristrette fette di popolazione e credo che noi utenti rappresentiamo un campione molto variegato :)
Inoltre ho capito qual'è la tua posizione, ma come ti spieghi allora che Darida e Nicole si siano dichiarate monogame facendo compagnia a Sir?

Nicole, la poligamia non si accompagna per forza ai sentimenti :wink:
Inoltre non vedo perchè un poligamo debba per forza mantenere economicamente le proprie compagne :?
 

Sir

New member
Mamma mia, come siete complicati...:mrgreen:
Questi discorsi mi paiono un vespaio, non se ne esce.
Considerando l'uomo un po' più come un animale, le cose sarebbero un po' più semplici.
Questa è anche la mia risposta a questa domanda:

Brethil ha scritto:
Luisa tu definisci in generale l'uomo come poligamo. Sir invece lo definisce monogamo.

Allora perchè, in questo microcosmo chiamato forum, ci dividiamo praticamente in modo equo tra l'una e l'altra definizione?

Abbiamo affrontato il discorso da due punti di vsta diversi. Io sono convinto che l'uomo si possa definire monogamo considerato nella natura. Tutto il resto, intorno al quale si sono accesi i vostri scambi, ha sede solo e soltanto nella mente del singolo e non mi pare rilevante a fini scientifici; non dà mai riscontri genetici ed ha influenza limitata sulla cultura.
 

Brethil

Owl Member
Ma chissene dei fini scientifici e della genetica, a me interessa mille volte di più sapere cosa ne pensa il singolo individuo! :mrgreen::mrgreen:
 

Sir

New member
Vuoi addentrarti nelle complessità e nelle contraddizioni della mente umana? Buona fortuna...:?
A me non sembra un così grande affare, i bisogni e i desideri del singolo dicono tutto e niente. C'è anche chi sente il bisogno di uccidere, ma non per questo l'uomo deve uccidere. Esistono desideri e impulsi dei più disparati, e cosa sono se non mere fantasie che nascono e muoiono nella mente?

Comunque, alla luce di tutto questo, il singolo individuo Sir pensa che una mente "pura" dia luogo sicuramente alla monogamia quando non addirittura ad una vita priva di legami (non ho ancora un'idea precisa in merito a quest'ultimo punto indi lo accenno soltanto), poichè questi sono la natura e l'istinto del nostro corpo nel momento attuale. Tutto il resto è un sovrappiù; uno può decidere di eliminarlo o se gli sta bene tenerlo, credo sia però fondamentale rendersi conto di cosa si tratta.
 

asiul

New member
Luisa cosa significa che non siamo il mondo, i sondaggi a campione solitamente si fanno su ristrette fette di popolazione e credo che noi utenti rappresentiamo un campione molto variegato

Siamo "pochini" per definirci un campione

Inoltre ho capito qual'è la tua posizione, (...)

La mia posizione? :??e qual è?! :?

Io ho soltanto detto che l'uomo secondo me senza troppe proibizioni si comporterebbe, di volta in volta, come meglio crede. Proprio come un animale. Seguendo solo il suo "istinto".

ma come ti spieghi allora che Darida e Nicole si siano dichiarate monogame facendo compagnia a Sir?

Sono persone con opinioni uguali o comunque simili. Tutto qui.
Per me questo tipo di sondaggi non contano niente. Mi interessa l’opinione del singolo che non è mai uguale a quello della massa (nel senso di gruppo di persone).
 

Zefiro

da sudovest
una casa per il cuore

Distinguiamo i piani. Da un lato la relazione che c’è tra potere e strutture sociali, dall’altro la natura dell’essere umano.

Vediamo il primo aspetto. Che il potere in carica, qualunque esso sia, in qualunque epoca e qualunque latitudine storicamente abbia fatto (e faccia) uso delle strutture sociali per esercitare le forme di controllo più svariate sul singolo mi sembra assolutamente fuori discussione. Di contro leggere, (nessun riferimento ad interventi fin qui postati, parlo in generale, sono ragionamenti che ho sentito fare molte volte) le strutture sociali come generate-generatesi ad hoc per questo scopo mi sembra troppo semplicistico, troppo facile. La realtà è ben più complessa. Nessuna organizzazione sociale può esser posta in essere per pure finalità di potere. Si può tentare, e si è peraltro storicamente tentato: resiste ben poco. La sostanza ultima deve corrispondere a qualcosa di reale, non fosse altro, volendola vedere dal punto di vista del potere, per la necessità incardinarsi in qualcosa di solido. In realtà le strutture sociali assumono storicamente determinate forme perché rispondono ad esigenze reali, personali e non, dei singoli individui: sono delle modalità culturali ed organizzative con cui ci si relaziona con gli altri. Il matrimonio, la monogamia, la poligamia, la poliandria sono tra queste. Possiamo inoltre annoverarne molte altre: l’organizzazione ed i contenuti educativi dell’istruzione pubblica, l’organizzazione del mondo del lavoro e così via. Altro affare è il far leva, da parte del potere, su qualsivoglia struttura sociale in atto, magari assecondarla e favorirla, per perseguire i propri fini di controllo, pressione, dominio sulla persona.

Mi piace infine aggiungere che, nelle società occidentali, cosa che spesso dimentichiamo di apprezzare a sufficienza, nascondendoci dietro varie “dita” si può fare sostanzialmente quel che si vuole. Credo che, vuoto per pieno, con tutti i caveat che si vogliano, in nessuna epoca storica ed a nessuna latitudine il destino e la felicità del singolo siano state a tal punto al singolo affidate. Non ci sono scuse: in realtà, dipende da noi. Anche se a volte brucia ammetterlo, che il peso di personali fallimenti totali, parziali, o fors’anche semplicemente non ammessi nemmeno a noi stessi è ben duro da sopportare..

Consideriamo ora la natura dell’essere umano, se essa sia poligama o monogama. Personalmente non so rispondere, mi vengono solo un sacco di domande. Il problema di fondo al solito, è la felicità, o per lo meno, la maggior felicità personale possibile, in termini di realizzazione di sé, di ciò che si è, di percezione di appagamento del proprio vissuto, di corrispondenza con i propri desideri. A tutto ciò, mi chiedo, cosa è più consono? La poligamia e la poliandria appaiono di più vasto respiro, non foss’altro che per il numero delle possibilità. Credo ci sia molto di vero. Personalmente, anche tenendo da parte aspetti irriferibili, non perché meno degni e seri ed importanti, ma semplicemente per decenza di discussione, intravvedo una fortissima relazione col desiderio innato di sperimentare, cercare, conoscere, inclusa la conoscenza in senso biblico, il più possibile. Una profonda consonanza col l’umano essere quindi.

Mi interrogo d’altra parte sulla singolare non biunivocità, sugli aspetti unidirezionali che il pensiero della poligamia sembra avere, non dico in tutti, ma sicuramente in un numero rilevantissimo di esseri umani. E’ infatti abbastanza semplice, credo, o comunque non rarissimo per ciascuno di noi, non dico praticare ma immaginarsi fosse solo per un attimo poligamo.

Fermatevi un attimo ora… pausa…. E visualizzate, nella vostra mente il volto della persona che amate, o che semplicemente è importante per voi. La poligamia e la poliandria diventano improvvisamente questioni molto più complicate e molto meno corrispondenti a noi. Non è invero necessario arrivare ad immaginare le sequenze del kamasutra: il semplice considerare la possibilità di non essere l’oggetto unico dei suoi pensieri, delle sue attenzioni, del suo desiderio… beh… ciascuno di noi lo sa: può lacerarci ed ucciderci. Viene il sospetto che la poligamia e la poliandria siano assolutamente auspicabili e liberanti, a patto che si applichino all’intero orbe terracqueo, uomini donne, tutti. Una sola eccezione: la persona che amiamo. La quale, essendo anch’essa essere umano, potrebbe, forse, avere anche lei antipatiche (per noi) tendenze poligamiche. Sembra, insomma, in termini di felicità per noi, funzionare in un verso solo.

Credo inoltre che il desiderio del “fondersi in uno”, quello mirabilmente messo a fuoco da Socrate nel Simposio, e poi recuperato dal cristianesimo in generale, e dal cattolicesimo in particolare, per restare a culture a noi prossime, che ne ha fatto addirittura un sacramento indissolubile, una delle modalità per partecipare del divino quindi, sia qualcosa di serio e profondissimo, e che le sue più diffuse espressioni in ambito sociale e culturale, il matrimonio o semplicemente la monogamia nel caso di specie, non siano liquidabili come meri strumenti di potere. La sete di “una sola carne” in cui trovare non questo o quell’aspetto, con cui condividere e reciprocamente soddisfare non questa o quella voglia, ma “tutto” ed anche di più, (magari sorprendentemente ciò che non si sapeva nemmeno di desiderare) credo sia qualcosa che s’incastona davvero nelle nostre profondità ultime, di più, le costituisce.

Cosa è che ci fa felici? L’uno o l’altro? Su cosa ci piace costruire la nostra vita? Sull’unico? Sulla pluralità? Siamo più contenti nel collegamento singolo, o la nostra contentezza sta nel “net” di rapporti? Forse un “net” con alcuni collegamenti privilegiati? Io davvero non saprei rispondere in termini generali, validi per tutti.

Forse il bello è tutto qui, nella ricerca, nel tentare di capire, nello scoprire, ciascuno per le sue cose, la sua vita, quale delle infinite gradazioni tra i due estremi o quale dei due estremi stessi sia per lui. Il potere può molto, certo. Ma il nostro cuore alla fine, specie in ambiti così personalissimi, in qualche modo, se non de iure sicuramente de facto, si pone sempre dove si sente a casa.

Oh beh… Insomma.. Uno dei miei soliti lunghissimi post con nessuna risposta ed un sacco di domande… :boh:
 

Brethil

Owl Member
Vuoi addentrarti nelle complessità e nelle contraddizioni della mente umana? Buona fortuna...:?

Ma per carità, credo sia stato frainteso il tono assolutamente scanzonato del mio intervento. A me interessa soltanto sapere cosa ne pensano a livello personale gli utenti, giusto per saperne qualcosa in più su di voi.
Ecco perchè trovo inutili chissà quali ragionamenti socio-psico-scientifici :mrgreen:
Però questo è il mio modo di intendere la questione, visto che era nata in modo giocoso.
E mi incuriosisce il fatto che, pur essendo pochi come dice Luisa, già ci siamo divisi quasi equamente tra l'una e l'altra possibilità.
 

lillo

Remember
La mia opinione è che dal punto di vista del principio libidico l'uomo (intendo maschio e femmina) sia tendenzialmente poligamo.
Consideriamo la questione dal punto di vista dell'etologia; il maschio fondamentalmente deve essere sempre pronto a fecondare la femmina, la quale “per colpa dell'estro”, è fecondabile solo alcune volte l'anno; questo spiega la tendenza alla poligamia, presente nel regno animale; la femmina, del resto, seleziona il maschio, in base ad alcune caratteristiche fenotipiche, che assicurano una progenie sana, e quindi la sua scelta cambia in relazione ai pretendenti; in questo senso in natura esiste anche la poliandria che, a differenza della poligamia difficilmente si attua contemporaneamente, ma tende ad essere sequenziale nel tempo. Questo nel mondo naturale, in cui il fine principale dell'accoppiamento è la procreazione.
L'uomo, a mio parere, mantiene questa sorta di impalcatura etologica, ma dispone di un intelletto e di una coscienza di se che gli permettono di superare gli obblighi comportamentali imposti dalla natura. La sessualità perde in gran parte il suo significato riproduttivo, per acquistare altri significati. La cultura e la religione (in realtà non solo queste) hanno imposto un modello monogamico perchè confacente ad un sistema sociale, ma la tendenza fondamentale rimane quella della poligamia e della poliandria, differenti tra loro nei modi ma non nella sostanza.
La possibilità monogamica, a mio parere, si verifica solo nel caso in cui, il rapporto tra due persone sia determinato da una relazione di amore che soddisfi sia la sfera emotiva che quella fisica.
Quindi naturalmente l'uomo è poligamo, ma per amore si scopre monogamo.
 

asiul

New member
Ma per carità, credo sia stato frainteso il tono assolutamente scanzonato del mio intervento. A me interessa soltanto sapere cosa ne pensano a livello personale gli utenti, giusto per saperne qualcosa in più su di voi.
Ecco perchè trovo inutili chissà quali ragionamenti socio-psico-scientifici
Però questo è il mio modo di intendere la questione, visto che era nata in modo giocoso.
E mi incuriosisce il fatto che, pur essendo pochi come dice Luisa, già ci siamo divisi quasi equamente tra l'una e l'altra possibilità.

insisto...io non mi sono divisa in nessuna possibilità. :wink:

ok..che sia chiaro

un conto è quello che penso della mia persona, un altro è ciò che penso dell'essere umano in generale. :mrgreen:

Facciamo un po' di chiarezza...

la domanda iniziale (sintetizzo) è ...l'uomo è poligamo o monogamo?

In generale è poligamo. Per i motivi che ho espresso…
 

asiul

New member
Distinguiamo i piani. Da un lato la relazione che c’è tra potere e strutture sociali, dall’altro la natura dell’essere umano.

Vediamo il primo aspetto. Che il potere in carica, qualunque esso sia, in qualunque epoca e qualunque latitudine storicamente abbia fatto (e faccia) uso delle strutture sociali per esercitare le forme di controllo più svariate sul singolo mi sembra assolutamente fuori discussione. Di contro leggere, (nessun riferimento ad interventi fin qui postati, parlo in generale, sono ragionamenti che ho sentito fare molte volte) le strutture sociali come generate-generatesi ad hoc per questo scopo mi sembra troppo semplicistico, troppo facile. La realtà è ben più complessa. Nessuna organizzazione sociale può esser posta in essere per pure finalità di potere.
Si può tentare, e si è peraltro storicamente tentato: resiste ben poco. La sostanza ultima deve corrispondere a qualcosa di reale, non fosse altro, volendola vedere dal punto di vista del potere, per la necessità incardinarsi in qualcosa di solido. In realtà le strutture sociali assumono storicamente determinate forme perché rispondono ad esigenze reali, personali e non, dei singoli individui: sono delle modalità culturali ed organizzative con cui ci si relaziona con gli altri. Il matrimonio, la monogamia, la poligamia, la poliandria sono tra queste. Possiamo inoltre annoverarne molte altre: l’organizzazione ed i contenuti educativi dell’istruzione pubblica, l’organizzazione del mondo del lavoro e così via. Altro affare è il far leva, da parte del potere, su qualsivoglia struttura sociale in atto, magari assecondarla e favorirla, per perseguire i propri fini di controllo, pressione, dominio sulla persona.

Sì, ma è anche vero che in passato delle esigenze dei singoli individui ci si curava ben poco. O meglio dovremmo domandarci di quali “individui” fossero tali esigenze.
Pochi? Sempre gli stessi? E perché?
Con i secoli l’esigenza del singolo è divenuta esigenza di tutti senza che ce ne rendessimo conto? Oppure è realmente l’esigenza di tutti?

Le strutture sociali hanno contribuito a far sì che questa “esigenza” divenisse quella di tutti (anche) inconsapevolmente. O no?

Mi piace infine aggiungere che, nelle società occidentali, cosa che spesso dimentichiamo di apprezzare a sufficienza, nascondendoci dietro varie “dita” si può fare sostanzialmente quel che si vuole.

Sì. Ed aggiungo. Alla luce del giorno, ma soprattutto al “buio”. Purché non si sappia.

Credo che, vuoto per pieno, con tutti i caveat che si vogliano, in nessuna epoca storica ed a nessuna latitudine il destino e la felicità del singolo siano state a tal punto al singolo affidate. Non ci sono scuse: in realtà, dipende da noi. Anche se a volte brucia ammetterlo, che il peso di personali fallimenti totali, parziali, o fors’anche semplicemente non ammessi nemmeno a noi stessi è ben duro da sopportare..

Stiamo parlando della felicità personale con un altro individuo o più di uno?
La mia risposta è sì. Siamo noi in fondo a sceglierci l’uno con l’altro. Decidiamo con chi essere o non essere felici e come esserlo.

In caso contrario la mia risposta è diversa. La felicità. Più in generale, non si sceglie. La si può desiderare. Forse si raggiunge o forse no. Può dipendere da scelte fatte, ma non è sempre così.
L’importante, dove ci sia uno sbaglio, è ammettere di averlo fatto. È un buon inizio…

Consideriamo ora la natura dell’essere umano, se essa sia poligama o monogama. Personalmente non so rispondere, mi vengono solo un sacco di domande. Il problema di fondo al solito, è la felicità, o per lo meno, la maggior felicità personale possibile, in termini di realizzazione di sé, di ciò che si è, di percezione di appagamento del proprio vissuto, di corrispondenza con i propri desideri. A tutto ciò, mi chiedo, cosa è più consono? La poligamia e la poliandria appaiono di più vasto respiro, non foss’altro che per il numero delle possibilità. Credo ci sia molto di vero. Personalmente, anche tenendo da parte aspetti irriferibili, non perché meno degni e seri ed importanti, ma semplicemente per decenza di discussione, intravvedo una fortissima relazione col desiderio innato di sperimentare, cercare, conoscere, inclusa la conoscenza in senso biblico, il più possibile. Una profonda consonanza col l’umano essere quindi.

Per me è più consona la ricerca del proprio benessere. Sinceramente non è il desiderio di sperimentare che mi chiede di decidere per una o l’altra possibilità.
Più semplicemente la ricerca del mio essere.
Mi domando. Cos’è che voglio io e non come sarebbe se…questa o quell’altra possibilità.

In un certo senso la conoscenza è solo personale diretta verso me stessa.
Una consonanza? Forse, ma con l’umano che c’è in me.

Mi interrogo d’altra parte sulla singolare non biunivocità, sugli aspetti unidirezionali che il pensiero della poligamia sembra avere, non dico in tutti, ma sicuramente in un numero rilevantissimo di esseri umani. E’ infatti abbastanza semplice, credo, o comunque non rarissimo per ciascuno di noi, non dico praticare ma immaginarsi fosse solo per un attimo poligamo.

Deve esserci un limite all’immaginazione? …scherzo!:mrgreen:

Fermatevi un attimo ora… pausa…. E visualizzate, nella vostra mente il volto della persona che amate, o che semplicemente è importante per voi. La poligamia e la poliandria diventano improvvisamente questioni molto più complicate e molto meno corrispondenti a noi. Non è invero necessario arrivare ad immaginare le sequenze del kamasutra: il semplice considerare la possibilità di non essere l’oggetto unico dei suoi pensieri, delle sue attenzioni, del suo desiderio… beh… ciascuno di noi lo sa: può lacerarci ed ucciderci. Viene il sospetto che la poligamia e la poliandria siano assolutamente auspicabili e liberanti, a patto che si applichino all’intero orbe terracqueo, uomini donne, tutti. Una sola eccezione: la persona che amiamo. La quale, essendo anch’essa essere umano, potrebbe, forse, avere anche lei antipatiche (per noi) tendenze poligamiche. Sembra, insomma, in termini di felicità per noi, funzionare in un verso solo.

Fermandoci ad immaginare il volto della persona che amiamo, non possiamo che vederne uno soltanto. Almeno per me.
Volendo si può dividere il corpo, ma i sentimenti, quelli ..beh! è molto difficile. Impossibile.

Se ognuno di noi seguisse il volto della persona amata la scelta non potrebbe essere che una sola. L’idea di dividere l’oggetto dei nostri desideri con qualcuno diverso da noi è forse (in)sopportabile. Ciò che fa decidere ( a volte) di essere monogami è il desiderio di essere l’unico oggetto.

Credo inoltre che il desiderio del “fondersi in uno”, quello mirabilmente messo a fuoco da Socrate nel Simposio, e poi recuperato dal cristianesimo in generale, e dal cattolicesimo in particolare, per restare a culture a noi prossime, che ne ha fatto addirittura un sacramento indissolubile, una delle modalità per partecipare del divino quindi, sia qualcosa di serio e profondissimo, e che le sue più diffuse espressioni in ambito sociale e culturale, il matrimonio o semplicemente la monogamia nel caso di specie, non siano liquidabili come meri strumenti di potere. La sete di “una sola carne” in cui trovare non questo o quell’aspetto, con cui condividere e reciprocamente soddisfare non questa o quella voglia, ma “tutto” ed anche di più, (magari sorprendentemente ciò che non si sapeva nemmeno di desiderare) credo sia qualcosa che s’incastona davvero nelle nostre profondità ultime, di più, le costituisce.

In generale quoto…

Non sono strumenti di potere, ma il “potere” a volte se ne serve come se fosse solo uno strumento. Il concetto è anche questo

All’origine della monogamia, in qualsiasi forma sia vissuta, c’è il desiderio di unicità con la persona amata. Questo però è vero solo nel singolo.
Mi spiego meglio. Non sempre è una scelta. A volte è uno status. Una semplice abitudine.
Per alcuni deve essere così e non potrebbe essere diversamente. Non per tutti certo.
Si sceglie anche con la propria testa…


Cosa è che ci fa felici? L’uno o l’altro? Su cosa ci piace costruire la nostra vita? Sull’unico? Sulla pluralità? Siamo più contenti nel collegamento singolo, o la nostra contentezza sta nel “net” di rapporti? Forse un “net” con alcuni collegamenti privilegiati? Io davvero non saprei rispondere in termini generali, validi per tutti.

Forse il bello è tutto qui, nella ricerca, nel tentare di capire, nello scoprire, ciascuno per le sue cose, la sua vita, quale delle infinite gradazioni tra i due estremi o quale dei due estremi stessi sia per lui. Il potere può molto, certo. Ma il nostro cuore alla fine, specie in ambiti così personalissimi, in qualche modo, se non de iure sicuramente de facto, si pone sempre dove si sente a casa.

Rispondo per me stessa. Il piacere risiede nell’unicità. Essere considerata l’unico oggetto di piacere per l’altro mi rende felice.
Anche la mia mente non riuscirebbe a desiderare più di un “oggetto” .
La ricerca per me dunque è unidirezionale.

La considero una posizione privilegiata.

Oh beh… Insomma.. Uno dei miei soliti lunghissimi post con nessuna risposta ed un sacco di domande…

Le risposte, a volte, sono nelle stesse domande . :wink:
 

Zefiro

da sudovest
La mia opinione è che dal punto di vista del principio libidico l'uomo (intendo maschio e femmina) sia tendenzialmente poligamo.
Consideriamo la questione dal punto di vista dell'etologia; il maschio fondamentalmente deve essere sempre pronto a fecondare la femmina, la quale “per colpa dell'estro”, è fecondabile solo alcune volte l'anno; questo spiega la tendenza alla poligamia, presente nel regno animale; la femmina, del resto, seleziona il maschio, in base ad alcune caratteristiche fenotipiche, che assicurano una progenie sana, e quindi la sua scelta cambia in relazione ai pretendenti; in questo senso in natura esiste anche la poliandria che, a differenza della poligamia difficilmente si attua contemporaneamente, ma tende ad essere sequenziale nel tempo. Questo nel mondo naturale, in cui il fine principale dell'accoppiamento è la procreazione.
L'uomo, a mio parere, mantiene questa sorta di impalcatura etologica, ma dispone di un intelletto e di una coscienza di se che gli permettono di superare gli obblighi comportamentali imposti dalla natura. La sessualità perde in gran parte il suo significato riproduttivo, per acquistare altri significati. La cultura e la religione (in realtà non solo queste) hanno imposto un modello monogamico perchè confacente ad un sistema sociale, ma la tendenza fondamentale rimane quella della poligamia e della poliandria, differenti tra loro nei modi ma non nella sostanza.
La possibilità monogamica, a mio parere, si verifica solo nel caso in cui, il rapporto tra due persone sia determinato da una relazione di amore che soddisfi sia la sfera emotiva che quella fisica.
Quindi naturalmente l'uomo è poligamo, ma per amore si scopre monogamo.

....uhm..non saprei, c'è da pensarci su... :?se ne potrebbe dedurre che l'amare è legato al solo stato di monogamo mentre sarebbe precluso ai poligami, e non so se si possa affermare una cosa del genere... Mi sembra anche questionabile, non la verità, quella posso vederla, ma la universalità dell'affermazione secondo cui la libido sarebbe inerente allo stato di poligamo pittosto che di monogamo: posso facilissimamente immaginare libido monagame irriferibili.

PS Per Brethil: Uhmmm...inutili dici? Non saprei.... :boh: Sarebbe interessante, con giocosità, tanto per sapere cosa ne pensano gli user del forum conoscere l'opinione di ciascuno sulla poligamia (del proprio partner) :mrgreen:
 

asiul

New member
La mia opinione è che dal punto di vista del principio libidico l'uomo (intendo maschio e femmina) sia tendenzialmente poligamo.

cioè? Perché la libido non può essere illimitata con una sola persona? :?

Non ho capito…:?

Consideriamo la questione dal punto di vista dell'etologia; il maschio fondamentalmente deve essere sempre pronto a fecondare la femmina, la quale “per colpa dell'estro”, è fecondabile solo alcune volte l'anno; questo spiega la tendenza alla poligamia, presente nel regno animale; la femmina, del resto, seleziona il maschio, in base ad alcune caratteristiche fenotipiche, che assicurano una progenie sana, e quindi la sua scelta cambia in relazione ai pretendenti; in questo senso in natura esiste anche la poliandria che, a differenza della poligamia difficilmente si attua contemporaneamente, ma tende ad essere sequenziale nel tempo. Questo nel mondo naturale, in cui il fine principale dell'accoppiamento è la procreazione.

Interessante, nonché comoda per certi versi :mrgreen:

L'uomo, a mio parere, mantiene questa sorta di impalcatura etologica, ma dispone di un intelletto e di una coscienza di se che gli permettono di superare gli obblighi comportamentali imposti dalla natura. La sessualità perde in gran parte il suo significato riproduttivo, per acquistare altri significati. La cultura e la religione (in realtà non solo queste) hanno imposto un modello monogamico perchè confacente ad un sistema sociale, ma la tendenza fondamentale rimane quella della poligamia e della poliandria, differenti tra loro nei modi ma non nella sostanza.
La possibilità monogamica, a mio parere, si verifica solo nel caso in cui, il rapporto tra due persone sia determinato da una relazione di amore che soddisfi sia la sfera emotiva che quella fisica.
Quindi naturalmente l'uomo è poligamo, ma per amore si scopre monogamo.

Più o meno, ma…

Non è solo l’amore a renderci monogami. Anche. Non solo. Se così fosse vorrebbe dire che le popolazioni che "praticano" la poligamia non sappiano amare. E non sono della stessa opinione.
 

Zefiro

da sudovest
cioè? Perché la libido non può essere illimitata con una sola persona? :?

Non ho capito…:?



Interessante, nonché comoda per certi versi :mrgreen:



Più o meno, ma…

Non è solo l’amore a renderci monogami. Anche. Non solo. Se così fosse vorrebbe dire che le popolazioni che "praticano" la poligamia non sappiano amare. E non sono della stessa opinione.

Eh! Luisa! E che l'ho scritto a fare allora il post x rispondere a Lillo? :W Ti do una procura la prox volta :mrgreen:
 

Brethil

Owl Member
insisto...io non mi sono divisa in nessuna possibilità. :wink:

ok..che sia chiaro

un conto è quello che penso della mia persona, un altro è ciò che penso dell'essere umano in generale. :mrgreen:

Facciamo un po' di chiarezza...

la domanda iniziale (sintetizzo) è ...l'uomo è poligamo o monogamo?

In generale è poligamo. Per i motivi che ho espresso…


Infatti, come ho detto, a me (e sottolineo a me) interessano poco le considerazioni generiche sull'argomento, semplicemente perchè lasciano il tempo che trovano. Però avevo ben inteso che il tuo fosse un intervento sull'uomo in generale, non temere :wink:
 

asiul

New member
Infatti, come ho detto, a me (e sottolineo a me) interessano poco le considerazioni generiche sull'argomento, semplicemente perchè lasciano il tempo che trovano. Però avevo ben inteso che il tuo fosse un intervento sull'uomo in generale, non temere :wink:

non temo...non temere Brethil :mrgreen:

PS..Brethil quando apriamo la galleria :YY
 

lillo

Remember
@asiul e zefiro.
il concetto di libido, da me usato, è quello espresso da Freud.
Per quanto riguarda l'equazione amore = monogamia chiaramente faccio riferimento solo a me stesso.:D
 

asiul

New member
@asiul e zefiro.
il concetto di libido, da me usato, è quello espresso da Freud.

Continuo a non capire...

La libido è rivolta verso l'individuo, alla nascita è puro narcisismo poi con il crescere si trasferisce su oggetti. Dove per "oggetti" si intendono anche le persone. Insomma tutto ciò che riesce a soddisfare la propria pulsione. Può essere un "oggetto" esterno o l'individuo stesso.
Questo non vuol dire che l'uomo sia poligamo , ma che seguendo la sua libido che può essere la più varia di volta in volta può provare pulsione verso "oggetti" diversi. Per se stesso, per l'altro sesso o per il suo stesso sesso....

Questo per sintetizzare al massimo Freud.

Poi si dovrebbe parlare di come l'uomo esercita questa sua libido. Del suo essere narcisista o meno, ma è un altro argomento.

Per quanto riguarda l'equazione amore = monogamia chiaramente faccio riferimento solo a me stesso.

Ok...capito :wink:
 
Nicole, la poligamia non si accompagna per forza ai sentimenti :wink:
Inoltre non vedo perchè un poligamo debba per forza mantenere economicamente le proprie compagne :?

Brethil, io avevo parlato solo ed esclusivamente dal mio punto di vista…. Non riesco mantenere una relazione se non sono coinvolta sentimentalmente… è più forte di me: amo troppo me stessa e il mio corpo per condividermi con uno che mi lascia indifferente…:boh:
Invece sul sotegno economico il discorso era sulla questione della famiglia, ma forse questo, non fa parte della discusione...
A volte credo che la poligamia è una 'scusa' per le persone che non vogliono avere una relazione seria… non posso dire che non vogliono essere soprafatti dai sentimenti, di solito i sentimenti non fanno parte dei nostri desideri, vanno per conto proprio e talvolta contro il nostro volere, ma che non vogliono le responsabilità, non vogliono nessun legame con altre persone... vogliono sentirsi liberi da ogni legame (qui è un grande paradosso: la poligamia è il termine per la relazione dove le persone che sono convolte superano il numero due, ma che in effetti non vogliono la relazione... seria :mrgreen:); chi per le brutte esperienze personali precedenti, chi perchè vuole rimanere il centro della propria vita, o altri vari motivi....:wink:
 
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