Quando finisce un amore

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io sono convinta che ognuno di noi si prepara a dolorosi quanto utili distacchi, fa le prove generali, in una miriade di piccoli morti emotive, tutte le delusioni portano alla fine di qualcosa, la fine di un amore lo si vive diversamente, il distacco è l'energia contraria all'attaccamento, penso...
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Si, è un rischio, ma è il prezzo da pagare per non soffrire, per risollevarsi, per rimettersi subito in gioco, per riprendersi la propria vita. Adesso tutti penseranno che io abbia fatto mio questo modo di comportarsi. Non è così. Però ho avuto modo di riscontrarne l'efficacia. :)

L'amore, voglia Iddio, non è affare per la psichiatria.

O forse sì? :??

:mrgreen:
 
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Apart

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L'amore, voglia Iddio, non è affare per la psichiatria.

O forse sì? :??

:mrgreeen:

Non so se sia un suo affare. Io non sono uno psichiatra, e ho studiato poche cose di psichiatria. Ho dedotto come su di me alcuni fatti producano un certo effetto. Ma potrei benissimo ricredermi. :)
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Non so se sia un suo affare. Io non sono uno psichiatra, e ho studiato poche cose di psichiatria. Ho dedotto come su di me alcuni fatti producano un certo effetto. Ma potrei benissimo ricredermi. :)

Spiegare i miei perché sarebbe lungo e tedioso, come al solito. Si legge a chiare lettere il tuo richiamo a certa fenomenologia di Basaglia in Italia, al suo concetto di ostilità tra medico e paziente. Ma ci sono analogie azzardate, a mio modo di vedere, verso l'esperienza amorosa. Darsi ad una relazione affettiva è totalmente altro dall'istituzione di una dialettica servo-signore, ovvero il perno fondante della concezione del caro Franco; anzi, è la sua stessa destituzione, l'implosione fatale. Recidere un amore non è partecipare alla guarigione psichica, le interazioni interpersonali debbono essere le une differenti dalle altre e solo quella tra carnefice e vittima necessita la contrapposizione. Del resto il mondo non può essere interamente psichiatrizzato.
Per come la vedo io, sono due cose eterogenee. ;)
 

Apart

New member
Spiegare i miei perch� sarebbe lungo e tedioso, come al solito. Si legge a chiare lettere il tuo richiamo a certa fenomenologia di Basaglia in Italia, al suo concetto di ostilit� tra medico e paziente. Ma ci sono analogie azzardate, a mio modo di vedere, verso l'esperienza amorosa. Darsi ad una relazione affettiva � totalmente altro dall'istituzione di una dialettica servo-signore, ovvero il perno fondante della concezione del caro Franco; anzi, � la sua stessa destituzione, l'implosione fatale. Recidere un amore non � partecipare alla guarigione psichica, le interazioni interpersonali debbono essere le une differenti dalle altre e solo quella tra carnefice e vittima necessita la contrapposizione. Del resto il mondo non pu� essere interamente psichiatrizzato.
Per come la vedo io, sono due cose eterogenee. ;)

Nessun richiamo, credo sia un tuo pregiudizio questo. Io non sto facendo riferimento a un modello teorico, lungi da me farlo quando parlo dell'amore, soprattutto a quelli medici, che ho sempre osteggiato. Ti confido poi che la "mia" pedagogia, quella che si riflette nella pratica quando lavoro, ha più basi filosofiche-teologiche di quanto tu possa pensare (anche se non posso non mettere in dubbio che sia penetrata, inconsciamente, e in parte, dalla psicologia, dalla medicina e dalla sociologia). Non potrebbe essere, invece, che per me la persona viene prima dell'amore, dunque vedersi feriti nella dignità di persona viene prima dell'amore? Io ho constatato che quando una persona (in amore, in amicizia, ecc. ) mi ha ferito nell'orgoglio, ha offeso la mia dignità di persona, allora l'ho dimenticata più in fretta. Ribadisco che non applico questa strategia ogni qualvolta vengo lasciato. Però ho notato che quando ciò si è realizzato, mi ha aiutato a superare più facilmente l'abbandono. :)
 
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Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Nessun richiamo

..almeno consapevole. Ma potrebbe essere un pregiudizio.

Non potrebbe essere, invece, che per me la persona viene prima dell'amore, dunque vedersi feriti nella dignità di persona viene prima dell'amore? Io ho constatato che quando una persona (in amore, in amicizia, ecc. ) mi ha ferito nell'orgoglio, ha offeso la mia dignità di persona, allora l'ho dimenticata più in fretta.

Io, per parte mia, sono instancabilmente persuaso che ogni ferita all'orgoglio renda eterno l'esecutore. L'offesa alla dignità di persona è qualche cosa di molto profondo, un taglio che non sana, una cicatrice sempre vistosa. Come si faccia a dimenticare chi ha levato la mano, proprio no so. Certo che recidere una storia a colpi di frusta all'orgoglio è la fine di qualche cosa di già diverso dall'amore, di un po' più penoso - un suo strascico malato, una deformazione in discesa. Questo scambio di piaghe non è già più il sentimento principe del genere umano.
Forse le tue basi teologiche ti conducono a questo, che è poi un grande, grandissimo perdonare.
 

Apart

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..almeno consapevole. Ma potrebbe essere un pregiudizio.



Io, per parte mia, sono instancabilmente persuaso che ogni ferita all'orgoglio renda eterno l'esecutore. L'offesa alla dignità di persona è qualche cosa di molto profondo, un taglio che non sana, una cicatrice sempre vistosa. Come si faccia a dimenticare chi ha levato la mano, proprio no so. Certo che recidere una storia a colpi di frusta all'orgoglio è la fine di qualche cosa di già diverso dall'amore, di un po' più penoso - un suo strascico malato, una deformazione in discesa. Questo scambio di piaghe non è già più il sentimento principe del genere umano.
Forse le tue basi teologiche ti conducono a questo, che è poi un grande, grandissimo perdonare.

D=i, è vero, non è il sentimento principe del genere umano. Francamente non pianificherò mai una simile azione. Constatare un fatto, di cui ho detto prima, è stato solo un tentativo di figurare una possibile soluzione (contestabile, è vero) alla sofferenza che si prova quando si viene lasciati.
 

Apart

New member
La discussione con D=i ha fatto nascere in me alcune domande. Di che amore stiamo parlando, quando parliamo d'amore? E' giusto dire che ci sono due sentimenti d'amore? Ma già così, non è già dire che parliamo di due sentimenti diversi, dunque perchè li chiamiamo entrambi amore? L'amore che si prova per un figlio è diverso dall'amore che si prova per una fidanzata (o moglie). L'amore per una fidanzata può finire, e ci ostiniamo a chiamarlo (e considerarlo) amore, quello per un figlio no, non finirà mai. Si può attribuire all'amore la caratteristica della finitudine continuando a chiamarlo amore?

La frase-titolo della discussione "Quando un amore finisce", se vado a rileggerla, mi suona male. Come può considerarsi tale, l'amore, se poi finisce?
 
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asiul

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Non potrebbe essere, invece, che per me la persona viene prima dell'amore, dunque vedersi feriti nella dignità di persona viene prima dell'amore? (…). Però ho notato che quando ciò si è realizzato, mi ha aiutato a superare più facilmente l'abbandono.

Se per te la persona conta più dell’amore, non credi che far svolgere ad un'altra persona, che suppongo tu abbia amato, l’atto di ferirti nell’orgoglio sia proprio un “violare” la persona? La tua persona, perché per “far di tutto perché questo ti ferisca nell'orgoglio “ devi ferirla a tua volta e l’altra, per quest’ultimo motivo.


..almeno consapevole. Ma potrebbe essere un pregiudizio.
Io, per parte mia, sono instancabilmente persuaso che ogni ferita all'orgoglio renda eterno l'esecutore. L'offesa alla dignità di persona è qualche cosa di molto profondo, un taglio che non sana, una cicatrice sempre vistosa. Come si faccia a dimenticare chi ha levato la mano, proprio no so. Certo che recidere una storia a colpi di frusta all'orgoglio è la fine di qualche cosa di già diverso dall'amore, di un po' più penoso - un suo strascico malato, una deformazione in discesa. Questo scambio di piaghe non è già più il sentimento principe del genere umano.(…)

Non trovi sia molto bizzarro che a volte l’orgoglio si lasci sanare proprio dal ricordo dell’amore che abbiamo provato per la stessa persona che l’ha ferito? Che strani meccanismi ha l’amore.
Possiamo non provare più questo sentimento per l’uomo e comunque rispettarne il ricordo. Eppure sono la stessa persona.
Per questo, forse, quando il ricordo non riesce a fare da infermiere per noi, può voler dire, come hai scritto, che l’insanabilità ha radici più profonde e antiche (questo lo aggiungo io :)sbav:)) che vengono da un amore malato e improprio.



La discussione con D=i ha fatto nascere in me alcune domande. Di che amore stiamo parlando, quando parliamo d'amore? E' giusto dire che ci sono due sentimenti d'amore? Ma già così, non è già dire che parliamo di due sentimenti diversi, dunque perchè li chiamiamo entrambi amore? L'amore che si prova per un figlio è diverso dall'amore che si prova per una fidanzata (o moglie). L'amore per una fidanzata può finire, e ci ostiniamo a chiamarlo (e considerarlo) amore, quello per un figlio no, non finirà mai. Si può attribuire all'amore la caratteristica della finitudine continuando a chiamarlo amore?
La frase-titolo della discussione "Quando un amore finisce", se vado a rileggerla, mi suona male. Come può considerarsi tale, l'amore, se poi finisce?

Non credo. Sai?
L’amore è un unico sentimento. Il modo, la manifestazione è diversa.L’oggetto cambia e noi lo adattiamo a lui.
Non puoi usare gli stessi mezzi( non tutti) per amare un figlio o un compagno.
Il sentimento è uno soltanto. Non riuscirei ad amare un uomo meno di un figlio. Certo lo farei in modo diverso,ma l’intensità sarebbe la stessa.

Quanto alla loro fine, per me, è dovuta soltanto al vissuto. Nel momento in cui ami la “tua/o” compagna/o pensi che potrebbe durare per sempre. Non ne immagini la fine. Poi qualcosa( o tu stesso) te la porta via e per sopravvivenza tendi a rimuoverne il ricordo, ma dentro di te il sentimento che hai vissuto resta. In quel momento l’hai amata/o totalmente, senza mezze misure.
Per questo l’impulso è uno soltanto. Distribuito nel tempo che vivi con i tuoi cari,certo, ma resta il medesimo sentimento.
 

Apart

New member


Se per te la persona conta più dell’amore, non credi che far svolgere ad un'altra persona, che suppongo tu abbia amato, l’atto di ferirti nell’orgoglio sia proprio un “violare” la persona? La tua persona, perché per “far di tutto perché questo ti ferisca nell'orgoglio “ devi ferirla a tua volta e l’altra, per quest’ultimo motivo.



Non credo. Sai?
L’amore è un unico sentimento. Il modo, la manifestazione è diversa.L’oggetto cambia e noi lo adattiamo a lui.
Non puoi usare gli stessi mezzi( non tutti) per amare un figlio o un compagno.
Il sentimento è uno soltanto. Non riuscirei ad amare un uomo meno di un figlio. Certo lo farei in modo diverso,ma l’intensità sarebbe la stessa.

Quanto alla loro fine, per me, è dovuta soltanto al vissuto. Nel momento in cui ami la “tua/o” compagna/o pensi che potrebbe durare per sempre. Non ne immagini la fine. Poi qualcosa( o tu stesso) te la porta via e per sopravvivenza tendi a rimuoverne il ricordo, ma dentro di te il sentimento che hai vissuto resta. In quel momento l’hai amata/o totalmente, senza mezze misure.
Per questo l’impulso è uno soltanto. Distribuito nel tempo che vivi con i tuoi cari,certo, ma resta il medesimo sentimento.

Il punto centrale, su cui mi sono soffermato, è se la finitudine compete o non compete all'amore, e dunque se la finitudine può essere considerata una discriminante fra ciò che è o non è amore. L'amore è quello che non finisce mai? O è anche amore quello che ha una fine?
 

SALLY

New member
Il punto centrale, su cui mi sono soffermato, è se la finitudine compete o non compete all'amore, e dunque se la finitudine può essere considerata una discriminante fra ciò che è o non è amore. L'amore è quello che non finisce mai? O è anche amore quello che ha una fine?

Passavo di quà...secondo me non è una discriminante la fine,è amore anche quello che finisce,perchè c'è stato,e tutto ciò che è esistito rimane in qualche modo.
 

asiul

New member
Il punto centrale, su cui mi sono soffermato, è se la finitudine compete o non compete all'amore, e dunque se la finitudine può essere considerata una discriminante fra ciò che è o non è amore. L'amore è quello che non finisce mai? O è anche amore quello che ha una fine?

L'amore resta dentro di noi anche quando è finito il nostro interesse per l'altro. Ciò che finisce è la storia, il presente, ma (credo sia capitato anche a te) ogni volta che ripensiamo a quello che (di piacevole) abbiamo vissuto, torna, assieme al ricordo, quel sentimento. In realtà noi non possiamo più indirizzare il nostro amore verso quella persona, ma conserviamo la nostra capacità di amare.Tutto questo "è" parte dell'amore.
Per me la fine non è una discriminante, ma una possibile, seppure spiacevole,componente dell'amore.

Si capisce? :?
 

Apart

New member
Comprendo quanto dite, asiul e Sally. Quel che mi è venuto da pensare è che se il tempo non è considerato come una discriminante, allora l'amore può anche essere quello che dura soltanto un paio di giorni. La frase "l'amore è per sempre" allora è un imbroglio.
 

Apart

New member
E se l'amore fosse soltanto quello che si prova per il proprio figlio, slegato dalla sessualità? Mentre quello provato per il proprio partner ci illudiamo sia amore ma in realtà è altra cosa? Dunque è con la nascita di un figlio che nascerebbe l'amore, e non prima, perchè l'unico che può definirsi tale è quello provato per il proprio figlio.
 

darida

Well-known member
E se l'amore fosse soltanto quello che si prova per il proprio figlio, slegato dalla sessualità? Mentre quello provato per il proprio partner ci illudiamo sia amore ma in realtà è altra cosa? Dunque è con la nascita di un figlio che nascerebbe l'amore, e non prima, perchè l'unico che può definirsi tale è quello provato per il proprio figlio.

in parte e' cosi', parli di una forma di amore incondizionato, credo che questa sia prerogativa esclusiiva dell'amore filiale.
Poi non sminuirei l'amore in se', e' un termine abusato, questo si', e un po' piu' spesso di qualche volta frainteso, ma e' risaputo,ci vuole un buon pizzico di fortuna oltre che tanta buona volonta' anche per amare :D
 
Alla luce di quello che sta succedendo, anche vicino al mio borgo, finora non toccato da stupidità elevate, ci sono stati due episodi di violenza grave in seguito alla fine di un amore (malato).

Ed allora dico: "Quando finisce un amore, te ne fai una ragione e non rompi i c...... E se proprio una ragione non vuoi fartela, ci sono i passaggi a livello incustoditi".
 

darida

Well-known member
Alla luce di quello che sta succedendo, anche vicino al mio borgo, finora non toccato da stupidità elevate, ci sono stati due episodi di violenza grave in seguito alla fine di un amore (malato).

Ed allora dico: "Quando finisce un amore, te ne fai una ragione e non rompi i c...... E se proprio una ragione non vuoi fartela, ci sono i passaggi a livello incustoditi".

effettivamente c'e' anche questo aspetto :?? detestabile, ho un'amica che ha dovuto cambiare citta', scappare per tornare a vivere tranquilla, ricordo di avere avuto paura per lei e per quanto mi dispiacesse farlo, sono stata tra le prime a consgliarle di eclissarsi, non e' giusto ma tant'e' :boh:
 

asiul

New member
E se l'amore fosse soltanto quello che si prova per il proprio figlio, slegato dalla sessualità? Mentre quello provato per il proprio partner ci illudiamo sia amore ma in realtà è altra cosa? Dunque è con la nascita di un figlio che nascerebbe l'amore, e non prima, perchè l'unico che può definirsi tale è quello provato per il proprio figlio.

No e perché? Perché mettere sempre su piani differenti il figlio/a e la persona che amiamo?
Non mi va di addentrarmi ( per il momento:)mrgreen:))nell'argomento madre/padre-figlio,perché (sono certa) si aprirebbe una nuova discussione.Dico soltanto che l'amore dovrebbe essere un unico sentimento che di volta in volta si manifesta in modi differenti,ma soltanto perché cambiano i rapporti.

Se fosse come tu affermi o ti domandi,vorrebbe dire che chi non ha figli non ha mai provato questo sentimento,perché non l'ha conosciuto e non è affatto così.:wink:
 
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