L'approccio al libro non è dei più semplici, questo va chiarito subito... più volte si rimane
perplessi e con un grosso punto interrogativo stampato in faccia e una voglia di chiudere tutto
e lasciar perdere davvero molto forte... Motivo? Fondamentalmente perchè l'autore introduce
i personaggi come se già li conoscessimo, senza presentazioni, senza assegnare loro un ruolo ben determinato
che ci aiuti a distinguerli ed individuarli... vi assicuro che si fa fatica a stargli dietro, anche perchè non c'è una trama ben definita,
tutto è affidato ai pensieri dei protagonisti (a volte non proprio "lineari"), a immagini, a sensazioni e a dialoghi
un po' frammentari e poco esaustivi, quasi incompiuti...
... bisogna resistere per una quarantina di pagine sulle 230 del libro...
e vi consiglio vivamente di non mollare, scoprirete un'opera straordinaria...
:wink::wink::wink:
Straordinaria per tante cose, a partire dalla veste nella quale si presenta: brevi capitoli rappresentati da monologhi
interiori dei vari protagonisti che raccontano quello che i loro occhi vedono, quello che i loro animi avvertono... e
così, pagina dopo pagina, paragrafo dopo paragrafo, scaviamo all'interno di ognuno di loro e ne tiriamo fuori
la vera natura che custodiscono gelosamente.
Straordinaria per il ritratto della famiglia che emerge da questa storia, una famiglia forse solo di nome in quanto al suo interno
prevalgono le individualità e gli egoismi: ognuno con i propri segreti, desideri, rancori, meschinità, paure, desideri...
una famiglia che forse solo l'occasione tiene unita... forse... oppure è Dio che regola tutto e ha già scritto il finale?
Straordinaria perchè trasforma una funzione funebre in una odissea: da un fatto puramente tragico ad una sfida, una lotta senza esclusione di colpi che è sì tragica ma anche avventurosa, rocambolesca, dissacrante, grottesca...
La sfida è al Fato che sembra essere sempre avverso, la lotta è quella di ognuno dei protagonisti per difendere il proprio
egoismo e rimanere nella propria solitudine... a tener comapgnia a questa famiglia di uomini soli durante questo macabro
corteo è un gruppo di volatili... ma forse anche il loro non è un atto del tutto disinteressato...
Straordinaria perchè Faulkner confeziona pagine cariche di sentimenti che ci travolgono, sentimenti tragici e crudeli, struggenti e amari... ma con un retrogusto leggermente diverso, che poi è quello che ti rimane in bocca alla fine... in bocca...

La sua abilità è quella di calarsi nei panni dei suoi personaggi e, attraverso i loro pensieri, farceli toccare con mano,
vivi di fronte a noi... ci farà conoscere un ragazzo umile e in fondo saggio, un vecchio rassegnato ed ottuso, uno spirito
libero e ribelle, mai domo come quello di un cavallo di razza, un folle tormentato ma generoso, una ragazza che si affaccia alla vita, un ragazzino tenero e forse ingenuo, sicuramente il più puro di tutti...
Straordinaria perchè ha un titolo geniale... ad assegnarlo è Addie Bundren, la mamma di questa famiglia, quasi fosse una concessione fatta dall'autore ad una donna che non avrà altra voce nel libro... è il suo monologo, breve, conciso, significativo,
ripreso una sola volta da Faulkner in uno dei capitoli più toccanti dell'opera...
... forse è lei la vera protagonista della storia...
consigliatissimo!!!!