Dick, Philip K. - La città sostituita

Cold Deep

Vukodlak Mod
Dopo molti anni di assenza, Ted Barton decide di tornare a Millgate, la piccola città della Virgina dove è nato. Un tranquillo borgo di provincia come ce ne sono a migliaia. Due negozi di ferramenta qualche emporio, un fabbro... Vi si reca in vacanza insieme alla moglie Peg, insofferente e spigolosa come tanti personaggi femminili di Philip K. Dick. Una grande voglia di rivedere le strade dell'infanzia riempie d'eccitazione il cuore di Ted. Giunto sul posto, però, non trova quello che credeva di avere lasciato. I nomi delle strade sono tutti cambiati, gli abitanti sembrano vivere in una strana forma d'oblio. Abbandonato dalla moglie nella sua disorientata ricerca d'un tempo perduto, Ted fa anche un'altra sconcertante scoperta: in questa nuova Millgate egli sarebbe morto addirittura di scarlattina all'età di nove anni. Ancora più preoccupante è il fatto che sembra letteralmente impossibile lasciare la città. Intrappolato in un luogo dove nulla è come dovrebbe essere, Ted si trova preso nel mezzo di una lotta assoluta tra il bene e il male.

primo libro che leggo di questo autore, mi ha coinvolto dalla prima all'ultima pagina. una prosa scorrevole e avvincente, con un interessante interrogativo iniziale che porta a domandarci se il protagonista abbia ragione o sia pazzo :mrgreen:

3.5/5
 

Pnin

Well-known member
Non riassumo la trama, già presente nella recensione precedente.

Commento dicendo che qui Dick non scrive di fantascienza, ma propone una storia che inizia quasi come un thriller con un inquietante mistero da svelare, per poi virare sull'onirico che ci trasporterà però verso una visione mistica, ma di un misticismo "pagano" - benché moderno - con gli dei che interferiscono e si interfacciano con gli esseri umani pur nella loro terrificante e incomprensibile onnipotenza.
Strano. Personalmente preferisco la sana fantascienza 😅 ma questo libro mi ha lasciato una traccia con riflessioni che mi sta capitando di fare sulle casualità o meno di certi avvenimenti, cosa che generalmente il mio pragmatismo ignora. E credo che se un libro ti lascia qualcosa sia un libro importante, anche se può non sembrare.
 
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