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The Fool on the Hill
Un sogno improvvisamente a portata di mano fa nascere un'improbabile amicizia tra la professoressa Baudino e una ricca italiana rientrata a Torino dopo tanti anni trascorsi negli Stati Uniti. Ma un tragico evento separa le due donne e l'occhio della legge si posa sulla protagonista. Tra servizi segreti e figli rifiutati, la aiuta il poliziotto nonché grande "estimatore" Gaetano, rientrato da Roma senza essere riuscito a dimenticarla.
Una trama avvincente, che tiene l'attenzione del lettore viva fino all'esito delle indagini. Nella successione cronologica dei romanzi, il libro migliore della Oggero. Il primo ancora sperimentale, ingenuo. Il secondo alquanto banalotto nella trama. Questo invece è ben studiato, ben elaborato. Pur trattandosi di una trama piuttosto complicata, risulta scorrevole da seguire. Peccato solo per quell'inciampo finale nella coincidenza delle foto: avrebbe potuto farne a meno, le indagini sarebbero arrivate a conclusione ugualmente. Stona con il rumore fastidioso del deus ex machina che specialmente in un giallo fa storcere il naso.
La caratteristica però per me assolutamente insopportabile è la costanza di errori di ortografia ('sto, 'sta si scrivono con l'apostrofo e ché con l'accento quando significa perché, ma la grafia nel libro è SEMPRE sbagliata) e la sciatteria nell'uso di congiuntivi e condizionali, che in un'insegnante di lettere fanno come minimo cadere le braccia...
Una trama avvincente, che tiene l'attenzione del lettore viva fino all'esito delle indagini. Nella successione cronologica dei romanzi, il libro migliore della Oggero. Il primo ancora sperimentale, ingenuo. Il secondo alquanto banalotto nella trama. Questo invece è ben studiato, ben elaborato. Pur trattandosi di una trama piuttosto complicata, risulta scorrevole da seguire. Peccato solo per quell'inciampo finale nella coincidenza delle foto: avrebbe potuto farne a meno, le indagini sarebbero arrivate a conclusione ugualmente. Stona con il rumore fastidioso del deus ex machina che specialmente in un giallo fa storcere il naso.
La caratteristica però per me assolutamente insopportabile è la costanza di errori di ortografia ('sto, 'sta si scrivono con l'apostrofo e ché con l'accento quando significa perché, ma la grafia nel libro è SEMPRE sbagliata) e la sciatteria nell'uso di congiuntivi e condizionali, che in un'insegnante di lettere fanno come minimo cadere le braccia...
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