bouvard
Well-known member
Tutti almeno una volta nella vita abbiamo detto, o ci siamo sentiti dire "La Storia non si fa con i se e con i ma". Vero la Storia non si fa con i se, ma per fortuna partendo da un se si può scrivere un libro. "Se gli Alleati avessero perso la seconda guerra mondiale cosa sarebbe successo, in che mondo vivremmo noi oggi?" questo è il se da cui parte Dick per creare la sua ucronia.
Per poter rendere credibile la sconfitta degli Alleati, Dick parte dal presupposto che l'attentato a F.D. Roosevelt sia riuscito, perciò allo scoppio del conflitto mondiale gli Stati Uniti non erano guidati da un Presidente capace ed energico. I tedeschi e i giapponesi perciò sono riusciti a vincere e ad imporre al mondo la loro ideologia. Nel mondo immaginato da Dick l'Africa è stata soppressa, dopo essere stata il terreno ideale per attuare i più efferati programmi di sterminio di massa. L'Italia esercita il suo potere su una piccola parte del Mediterraneo, ma questo viene detto quasi di sfuggita, per sottolineare lo scarso peso che, comunque, ha tra i vincitori della guerra. Gli Stati Uniti sono divisi in tre parti, la parte occidentale dominata dai tedeschi, la parte orientale governata dai giapponesi ed in mezzo il neutrale Stato delle Montagne Rocciose.
La lettura facile e scorrevole non deve comunque trarre in inganno, facendoci perdere alcune delle sottili critiche che Dick, indirettamente, fa alla politica e alla cultura americana degli anni '60, infatti ripartisce, in egual misura, i "difetti" americani tra i tedeschi e i giapponesi. Come non vedere, ad esempio, dietro l'ossessione giapponese per gli oggetti del folclore e della cultura americana del passato l'ignoranza del turista americano che compra "patacche" all'estero convinto di aver comprato delle autentiche opere d'arte? Allo stesso modo dietro la condanna del dominio tedesco sugli americani si può leggere la condanna per l'ingerenza esercitata, in quegli anni e non solo in quegli anni, dal governo americano nella politica degli altri Stati.
L'idea davvero geniale del libro, secondo me, è di aver immaginato che i protagonisti leggono, a loro volta, un libro di fantascienza ("La cavalletta non si alzerà più") in cui si ipotizza che gli Alleati abbiano vinto la guerra. Si crea così un gioco degli specchi, in cui il lettore che vive in un mondo in cui gli Alleati hanno vinto la guerra legge un libro di fantascienza in cui gli Alleati hanno perso, mentre i protagonisti del libro che vivono in un mondo in cui gli Alleati hanno perso leggono un libro di fantascienza in cui gli Alleati hanno vinto. Va detto che il mondo descritto da Dick ne "La cavalletta non si alzerà più" è comunque diverso dalla realtà in cui viviamo noi oggi, infatti è dominato dalla Gran Bretagna.
Il libro è bello e scorrevole, ma più complesso di quanto si creda, sia per i tanti riferimenti ad un libro complesso come I Ching, sia per i riferimenti alla situazione politica americana degli anni '60. Unica critica la traduzione italiana del titolo. La svastica sul sole pone, secondo me, troppo l'attenzione sul dominio tedesco e quindi su quel se da cui prende il via il "nostro" libro di fantascienza, invece, il titolo originale "L'uomo nell'alto castello" pone maggiormente l'accento su quel se da cui prende il via il libro di fantascienza che leggono i protagonisti del libro.
Per poter rendere credibile la sconfitta degli Alleati, Dick parte dal presupposto che l'attentato a F.D. Roosevelt sia riuscito, perciò allo scoppio del conflitto mondiale gli Stati Uniti non erano guidati da un Presidente capace ed energico. I tedeschi e i giapponesi perciò sono riusciti a vincere e ad imporre al mondo la loro ideologia. Nel mondo immaginato da Dick l'Africa è stata soppressa, dopo essere stata il terreno ideale per attuare i più efferati programmi di sterminio di massa. L'Italia esercita il suo potere su una piccola parte del Mediterraneo, ma questo viene detto quasi di sfuggita, per sottolineare lo scarso peso che, comunque, ha tra i vincitori della guerra. Gli Stati Uniti sono divisi in tre parti, la parte occidentale dominata dai tedeschi, la parte orientale governata dai giapponesi ed in mezzo il neutrale Stato delle Montagne Rocciose.
La lettura facile e scorrevole non deve comunque trarre in inganno, facendoci perdere alcune delle sottili critiche che Dick, indirettamente, fa alla politica e alla cultura americana degli anni '60, infatti ripartisce, in egual misura, i "difetti" americani tra i tedeschi e i giapponesi. Come non vedere, ad esempio, dietro l'ossessione giapponese per gli oggetti del folclore e della cultura americana del passato l'ignoranza del turista americano che compra "patacche" all'estero convinto di aver comprato delle autentiche opere d'arte? Allo stesso modo dietro la condanna del dominio tedesco sugli americani si può leggere la condanna per l'ingerenza esercitata, in quegli anni e non solo in quegli anni, dal governo americano nella politica degli altri Stati.
L'idea davvero geniale del libro, secondo me, è di aver immaginato che i protagonisti leggono, a loro volta, un libro di fantascienza ("La cavalletta non si alzerà più") in cui si ipotizza che gli Alleati abbiano vinto la guerra. Si crea così un gioco degli specchi, in cui il lettore che vive in un mondo in cui gli Alleati hanno vinto la guerra legge un libro di fantascienza in cui gli Alleati hanno perso, mentre i protagonisti del libro che vivono in un mondo in cui gli Alleati hanno perso leggono un libro di fantascienza in cui gli Alleati hanno vinto. Va detto che il mondo descritto da Dick ne "La cavalletta non si alzerà più" è comunque diverso dalla realtà in cui viviamo noi oggi, infatti è dominato dalla Gran Bretagna.
Il libro è bello e scorrevole, ma più complesso di quanto si creda, sia per i tanti riferimenti ad un libro complesso come I Ching, sia per i riferimenti alla situazione politica americana degli anni '60. Unica critica la traduzione italiana del titolo. La svastica sul sole pone, secondo me, troppo l'attenzione sul dominio tedesco e quindi su quel se da cui prende il via il "nostro" libro di fantascienza, invece, il titolo originale "L'uomo nell'alto castello" pone maggiormente l'accento su quel se da cui prende il via il libro di fantascienza che leggono i protagonisti del libro.
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