Korn, Carmen - Figlie di una nuova era

estersable88

dreamer member
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Uno strano destino, quello delle donne nate nel 1900: avrebbero attraversato due guerre mondiali, per due volte avrebbero visto il mondo crollare e rimettersi in piedi, stravolgersi per sempre sotto i loro occhi. Sono proprio loro le protagoniste di questa storia, quattro donne che incontriamo per la prima volta da ragazze, ad Amburgo, alle soglie degli anni Venti. Hanno personalità e provenienze molto diverse: Henny, di buona educazione borghese, vive all’ombra della madre e ama il suo lavoro di ostetrica più di ogni cosa; l’amica di sempre Käthe, di estrazione più modesta, emancipata e comunista convinta, è un’appassionata militante; Ida, rampolla di buona famiglia, ricca e viziata, nasconde un animo ribelle sotto strati di convenzioni; e Lina, indipendente e anticonformista, deve tutto ai suoi genitori, che sono letteralmente morti di fame per garantirle la sopravvivenza. Insieme crescono e vedono il mondo trasformarsi, mentre le loro vicende personali s’intrecciano in una rete intricata di relazioni clandestine, matrimoni d’interesse, battaglie politiche e sfide lavorative, lutti e perdite, eventi grandi e piccoli tenuti insieme dal filo dell’amicizia. Pagine che ci fanno respirare il fascino d’epoca di un mondo che non c’è più: i cocktail al vermut, i cappelli a bustina, gli orologi da tasca e gli sfarzosi locali da ballo, ma anche le case d’appuntamenti, i ristoranti cinesi e le fumerie d’oppio del quartiere di St Pauli. E poi la lenta, inesorabile disgregazione di tutto, la fine di ogni libertà, il controllo sempre più pressante delle SS, la minaccia nazista…
Quattro donne, un secolo di storia: Figlie di una nuova era è il primo capitolo di una nuova, avvincente trilogia tutta al femminile.

Eh, doveva proprio essere bella Amburgo negli anni Venti… affascinante, elegante, un bel posto dove vivere. Lo capiamo senza dubbio dalle descrizioni che Carmen Korn ci fa di quegli anni nel raccontare la vita delle tante protagoniste di questo primo capitolo della trilogia al femminile che si apre con Figlie di una nuova era. E lo sono davvero queste ragazze e queste donne, sono figlie di una nuova era: sono nate intorno al 1900 e quando comincia questo racconto hanno davanti un futuro incerto, ma sicuramente roseo, o almeno loro fanno di tutto perché lo diventi. E tra un matrimonio, un lavoro appassionante che ha a che fare con nuove vite che nascono, delle buone amicizie e qualche serata mondana, sembra proprio così: la vita, pur con tutte le difficoltà, sembra valere la pena di essere vissuta. Ma saranno dello stesso avviso Henny, Kathe, Ida, Lina e tutte le altre più di vent'anni dopo, quando dovranno mettersi al riparo dalle bombe, dai nazisti e dai loro stessi vicini? Questo bellissimo romanzo racconta la vita che cambia, piano piano, giorno dopo giorno; racconta l'amicizia e la volontà di sopravvivere nonostante tutto; racconta la rinascita dopo la prostrazione. Lo fa attraverso le vite delle persone, le quotidianità distrutte, la privazione, il lutto, l'angoscia dell'incertezza. Un romanzo lungo che si prende i giusti tempi per farci conoscere tutto dei delle persone e degli intrecci che incontreremo; un racconto sobrio che non crea inutili sentimentalismi: basta la forza delle parole e delle storie ad emozionare e commuovere. Attendo con piacere il secondo volume, non ancora pubblicato.
 

alessandra

Lunatic Mod
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L'autrice introduce Henny, poi, dopo pochissime pagine, Kathe, poi Ida e così via, e continua a saltellare come una cavalletta da un personaggio all'altro per circa 500 pagine. Questo mi è piaciuto molto, perché mi ha consentito di conoscere tutti i personaggi contemporaneamente e perché è un genere di narrazione originale ed efficace, sebbene sembri, dapprincipio, limitare il coinvolgimento emotivo. In realtà non è così poiché, alla fine del romanzo, mi sono resa conto di conoscere bene i personaggi, di averli resi miei e di aver riscontrato assoluta coerenza nella costruzione di ciascuno di essi.
Si tratta di una serie di istantanee, forse non tanto funzionali alla storia quanto alla costruzione di un quadro generale e all'evocazione di vite, persone e atmosfere.
Un'altra particolarità sta nell'uso dei salti temporali, che non spostano la storia avanti e indietro utilizzando i flashback, come avviene di solito, ma la spostano solo in avanti, saltando a pie' pari il racconto di mesi e, talvolta, di anni, lasciandoci solo intuire e poi dando per scontato ciò che è successo nel frattempo, anche quando si tratta di eventi importanti come matrimoni, lutti o separazioni. Eppure, una volta imparati i numerosi nomi, ogni vita chiude il suo cerchio, non nel senso che tutti i personaggi muoiono :mrgreen: ma nel senso che il lettore ha ben chiaro il contesto e la storia di ogni personaggio.
Henny è stata quella nella quale mi è stato più facile identificarmi, semplice, dai solidi principi seppure talvolta succube dell'ambiente in cui vive e delle persone in cui incappa. Di Kathe mi ha colpito il coraggio, di Ida le contraddizioni e il falso snobismo infelice, di Lina la sobrietà e la determinazione nel portare avanti una storia a quell'epoca mal vista. Il mio personaggio preferito però è Kurt Landmann, per umanità e coerenza.
Le storie individuali si intrecciano con un capitolo particolare della Storia, di cui abbiamo letto tanto, ma sempre in modo diverso.
Dopo la metà la trama subisce un'accelerazione improvvisa che rende il romanzo appassionante, tanto che sono molto curiosa di leggere il secondo, ma non lo farò subito.
Libro particolare, notevole, capisco che non possa piacere a tutti ma a me è piaciuto molto e lo consiglierei, anche se forse diverse pagine avrebbero potuto essere tagliate.
 

Jessamine

Well-known member
Cominciai a leggere questo libro a poche settimane dalla sua uscita in Italia, presa dalla frenesia diffusa, ma lo abbandonai prima di raggiungere pagina 100: forse perché avevo appena terminato di leggere il penultimo romanzo della saga dei Cazalet, ed ero ancora tutta presa da quelle vicende, da quello stile, da quelle descrizioni minuziose anche della più piccola cosa. Respiravo ancora quell'aria di familiarità, quel muovermi fra le pagine conoscendo i personaggi come vecchi amici, e ritrovarmi catapultata in uno spazio sconosciuto e decisamente più distaccato mi ha lasciata un po' perplessa.
I continui cambi di prospettiva mi irritavano: ci mancherebbe, adoro i romanzi corali, ma la Korn è capace di seguire un personaggio solo per un paio di paragrafi, cambiare strada, e poi tornare al personaggio solo a distanza di qualche mese. Forse è stupido, ma è una cosa che ho trovato davvero irritante.
Oltretutto, avevo la sensazione che tutto accadesse troppo in fretta, in maniera troppo superficiale: amori, relazioni, cambiamenti, tutto passa senza lasciare davvero il segno, senza avere motivazioni approfondite, senza sembrarmi reali. I personaggi non mi sono sembrati reali. Non sono riuscita a empatizzare con nessuno, non mi importava niente di sapere che cosa sarebbe successo a nessuno.
Capisco che, volendo coprire un arco temporale tanto ampio e raccontando le vite di tanti personaggi diversi (non ci sono solo le quattro donne protagoniste, qui), un po' di fretta fosse inevitabile, ma la cosa non mi ha convinta.
Dicevo, questo romanzo l'ho abbandonato presto, seguendo quello che ormai potrei definire il mio mantra: "la mia vita è troppo breve per perdere tempo continuando a leggere il romanzo sbagliato al momento sbagliato".
Poi è arrivato un giro su Storytel, e ho visto l'audiolibro, e mi sono detta... perché no?
E allora, qualcosa è scattato. Forse perché nell'ultimo mese ho fatto un lavoro molto brutto, che mi ha costretta a passare troppe, troppe ore in auto. O forse perché, ascoltando, ho quel pizzico di attenzione in meno che non mi fa storcere il naso davanti al più piccolo difetto stilistico. O forse perché, semplicemente, il momento era più adatto, ma sono arrivata in fondo con discreta soddisfazione. Ho trovato la chiave d'accesso ai personaggi, ho provato un po' di interesse per loro, e ho ascoltato con piacere le loro avventure.
Continuo a non trovarlo un romanzo straordinario, continuo a credere che abbia diversi difetti e che sia, tutto sommato, un romanzo rosa con giusto una infarinatura di ambientazione storica, ma mi è rimasta addosso abbastanza curiosità da leggere anche il secondo volume.
Le copertine Fazi, nel frattempo, restano una delle cose più belle che l'uomo abbia mai inventato.
 
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