Correnti, Dario - Il destino dell'orso

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In una valle svizzera, un giorno di luglio, un industriale milanese viene sbranato vivo da un orso. Marco Besana, giornalista di nera con troppi anni di lavoro alle spalle e altrettanta disillusione addosso, è costretto controvoglia a occuparsi di quella strana morte. Sarebbe facile archiviare il caso come un incidente di montagna se Ilaria Piatti, giovanissima reporter, perennemente precaria, non fosse convinta di avere davanti un serial killer. Molto più feroce di qualunque animale. Ilaria e Marco, accompagnati dal cane Beck's, lasciano Milano e partono per l'Engadina. E lì scoprono una catena di morti orribili e misteriose, tutte apparentemente accidentali: un uomo caduto in un crepaccio, uno carbonizzato nel suo aereo privato, un altro mummificato in un bosco. La sequenza non può essere casuale. Anche se la polizia locale non collabora e in redazione nessuno crede in loro, i due cronisti non si danno per vinti. Sono sicuri di avere di fronte un soggetto molto pericoloso, che uccide le sue vittime con armi non convenzionali, in modi originali e sofisticati. E sembra ispirarsi alla più famosa avvelenatrice seriale del Settecento, Giovanna Bonanno, conosciuta come la Vecchia dell'Aceto. Il racconto trascina il lettore in un labirinto di false piste e colpi di scena, ai piedi di splendide montagne che, impassibili e sinistre, osservano dall'alto le mosse di un assassino diabolico, sfuggente. Torna l'indimenticabile coppia di Nostalgia del sangue , caso editoriale internazionale, in un thriller altrettanto sorprendente e serrato, un meccanismo a orologeria reso ancora più perfetto dal talento di Dario Correnti nel costruire personaggi densi, pieni di chiaroscuri, debolezze e coraggio. Personaggi destinati a rimanere nel cuore di tutti noi.

Può un giallo risultare leggero e contemporaneamente interessante e denso di mistero? Sì, ce lo dimostra Il destino dell'orso, secondo giallo di Dario Correnti - pseudonimo che nasconde l'identità di due autori - in uscita oggi, 2 luglio 2019, per Mondadori.
Nella redazione di un noto giornale milanese, competitiva e sempre più in crisi, arriva la notizia che Achille D'ambrosio, un noto bancarottiere amico del direttore, è stato ucciso da un orso in Svizzera. Il compito di scrivere un articolo sul "caso" è assegnato a Marco Besana, cronista di nera in pensione, esperto ma disilluso dalla professione e dalla vita, che continua a collaborare col giornale ed al quale ultimamente vengono sempre assegnate notizie quantomeno astruse. Ad affiancarlo c'è il suo alterego, Ilaria Piatti detta Piattola, una giovane cronista sempre precaria, fragile nel privato ma un vero segugio nel lavoro. E' grazie alla perseveranza ed all'intuito della ragazza che una notizia macabra, ma tutto sommato "ordinaria", si trasforma in un caso internazionale: sarà Ilaria, nonostante lo scetticismo e il sarcasmo dei colleghi tra i quali lo stesso Besana, a capire che forse non è stata tutta colpa dell'orso, che forse dietro quella morte c'è una mano diversa e che, forse, D'ambrosio non è stato l'unico a morire di morte non naturale. Tra i favolosi paesaggi dell'Engadina, tra vicissitudini pregresse, un presente turbolento e incerto e nuove ed altrettanto dubbie conoscenze, Marco e Ilaria sbroglieranno una matassa intricata, fatta di rancori nascosti sotto una pelliccia di visone, di trame recondite ordite sorseggiando Champagne… e ancora una volta un finale sorprendente ci svelerà che niente e nessuno è mai come sembra, che dietro il luccichio dell'apparenza spesso c'è un sostrato di risentimento che avvelena l'anima, troppo difficile da mandar giù.
Il destino dell'orso è un ottimo giallo, ben scritto e congegnato, che parte leggero, quasi scanzonato, ma prosegue in un climax ascendente di tensione, cupezza e mistero, fino a giungere al finale in cui la facciata glamour e frivola dell'ambiente snob in cui ruotano i personaggi è stata completamente sostituita da uno scenario di squallore, sotterfugi e recriminazioni che portano ad una trama criminale sottile e invisibile… come il più potente dei veleni. Punti di particolare merito: l'ambientazione suggestiva e i due protagonisti, Marco e Ilaria, che con le loro fragilità e la loro forza risultano difficili da dimenticare. Lettura assolutamente consigliata.
 
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