Redondo, Dolores - Il guardiano invisibile (trilogia del Baztàn 01)

estersable88

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Amaia Salazar non è una donna qualunque. È una poliziotta esperta e intelligente, che è riuscita a superare l’ostilità dei colleghi uomini fino a guadagnarsi la loro stima. Anche la sua vita privata è ricca e appagante, grazie a un marito che la ama moltissimo. Ma quando una serie di delitti atroci la richiamano nel paese di origine dove vive la sua famiglia e che Amaia era ben felice di avere abbandonato, ogni certezza si sgretola improvvisamente: antiche angosce si risvegliano, segreti che sperava dimenticati e che invece ritornano, come se fossero misteriosamente collegati a quegli omicidi. Per risolvere il caso Amaia è costretta a confrontarsi con il lato buio della sua anima mettendo a rischio la solidità della propria vita, i legami familiari, perfino la certezza del proprio lavoro, e cercare l’assassino lungo i sentieri di antiche leggende, superstizioni inquietanti che parlano di un potere ancestrale e invincibile… Dolores Redondo ambienta Il guardiano invisibiletra i boschi della Navarra, nel Nord della Spagna: con perfetto equilibrio unisce suspense e folclore, dando vita a un thriller in cui i paesaggi si animano, teatro dell’azione del male e allo stesso tempo della sua sconfitta. Consacrato dal successo internazionale, Il guardiano invisibile si legge avidamente e immerge il lettore nelle sue atmosfere come un tuffo in acque profonde.

Uscito per Salani nel 2015, Il guardiano invisibile è il primo volume della "Trilogia del Baztàn", una serie di thriller ambientati nel Nord della Spagna, in Navarra, al confine con i Paesi Baschi, nella terra conosciuta con il nome di Euskal Herria. Perché vi dico questo? Perché è importante contestualizzare geograficamente questo libro, inquanto alla base della vicenda raccontata c'è proprio la cultura, la tradizione del territorio, che in questo caso è fatta di leggende, personaggi mitici risalenti a prima del cristianesimo ed ancora profondamente radicati nella coscienza popolare. Non è solo folclore: è un modo di pensare, condurre i propri ragionamenti e scelte, vivere, ed è così radicato da convivere nei secoli con la religione ufficiale. E' su questo sostrato che si impernea la storia così magistralmente congegnata da Dolores Redondo: è con queste credenze popolari che la scettica ispettrice Amaia Salazar si trova – dopo molti anni – a confronto.
Amaia vive a Pamplona con il marito James, un uomo perfetto, no scultore americano attento e amorevole; Amaia ama il suo lavoro, è stata a Quantico, all'FBI per perfezionarsi nel profiling e nelle tecniche di investigazione e sta facendo una meritata carriera. Sarà proprio il suo lavoro, una mattina di febbraio del 2012, a riportarla ad Elizondo, il paesino in cui è nata e cresciuta, immerso tra boschi e montagne, sulle rive del fiume Baztàn: delle ragazze, appena affacciate alla vita, sono morte, barbaramente uccise con un rituale sinistro ed ancestrale. Tocca a lei, ad Amaia, nata e cresciuta lì, districare questa matassa, ma non sarà facile, sia perché il killer è bravo, si nasconde dietro una vita al di sopra di ogni sospetto, sia perché Amaia dovrà fare i conti con qualcosa a cui non vuole credere, quella cultura popolare fatta di contatti, carte, porte aperte che devono essere richiuse, Belagiles, Basajaun… E se non bastasse, ci sono i ricordi del passato che, dopo vent'anni, tornano a sommergere Amaia che con Elizondo vorrebbe non avere più a che fare.
Tra magia, figure femminili indomite e fragili, uomini maschilisti e tradizionalisti e dolori risvegliati, Dolores Redondo ci porta in una realtà affascinante ed avvincente: se la storia in sé non brilla per originalità, ciò che davvero cattura e distingue questo romanzo dalla massa è proprio l'ambientazione, il background culturale, i personaggi. Sono questi, più ancora che la storia, ad avermi catturata, in particolare Amaia e la sua famiglia, la zia Engrasi, le sorelle, il passato non ancora completamente svelato. Leggerò di certo, e quanto prima, gli altri due romanzi… questo primo libro mi ha stregato!
 

qweedy

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«Un poliziesco di alto livello, ambientato nella Navarra, con una protagonista affascinante e un bellissimo sguardo sulla mitologia basca». Isabel Allende

Anche se il personaggio di Amaia mi piace, questo primo libro della trilogia del Baztàn non mi ha entusiasmato, ma ho apprezzato molto l'ambientazione e la cultura basca della Navarra, così importanti in questo romanzo intriso di misteri e leggende.
Le descrizioni del paesaggio e delle tradizioni secolari della mitologia basca sono molto interessanti, anche se la lettura di alcune pagine mi è sembrata un po' noiosa. Troppa mitologia per i miei gusti.
Non è solo un thriller, ecco.


“Una furia immane crebbe dentro di lei, salendole dallo stomaco come la vampata ardente di un incendio, accompagnata da un timore che andava oltre ogni logica e che d’un tratto la spingeva a fuggire, a scappare da tutto questo, ad andare da qualche parte, in un luogo dove potesse sentirsi al sicuro, dove il pericolo non la attanagliasse come in quel momento. Il male non la insidiava più a distanza, ma la tormentava con la sua vicinanza ostile, avvolgendo il suo corpo come nebbia, alitandole sulla nuca e prendendosi gioco del terrore che scatenava in lei.”

"Loro non erano sante.
Non si sottomettevano con abnegazione.
Lui doveva strappare loro la vita come un ladro di anime."

«Il male mi ha obbligato a tornare, i fantasmi sono usciti dalle loro tombe, attirati dalla mia presenza, e ora mi hanno trovata».
 
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