Plastina, Francesco - L'anima di carta

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Il 1913 fu l'anno che cambiò per sempre il destino della piccola comunità armena della città di Van. Una famiglia pronta a sacrificare tutto pur di restare unita, un ufficiale ottomano senza scrupoli e un giovane turco trovatosi soldato controvoglia, sono i protagonisti marginali di uno dei più grandi crimini del XX secolo: il genocidio armeno.


In ogni guerra, si sa, quale che sia il punto di vista, ci sono buoni e cattivi, occupanti e occupati, invasi ed invasori. Ma si può davvero dire che all'interno di un popolo ci siano solo buoni o solo cattivi? Questo bel romanzo storico ci dimostra che la risposta è no.
Tutti conosciamo, anche per sommi capi, la tristissima vicenda del genocidio armeno ad opera dei turchi ottomani perpetratosi nel 1915, il primo genocidio riconosciuto dalla comunità internazionale. Sappiamo poco, però, di come si arrivò a quella strage, degli anni che la precedettero e la introdussero. L'anima di carta è ambientato proprio in quegli anni, più precisamente nel 1913, a Van, una pacifica e suggestiva cittadina al confine orientale dell'Impero ottomano. Per ragioni che il romanzo cerca di sondare, il triunvirato al potere inventò una minaccia armena e millantò la necessità di difendere i confini, invadendo così di fatto città che non erano assolutamente insorte. Da un giorno all'altro, quindi, cittadine ospitali ed amene si ritrovarono militarizzate e chi, cercò di salvaguardare la propria città mantenendo rapporti accettabili coi turchi venne accusato di collaborazionismo e tradimento. In un clima di diffidenza e pressione, a Van arriva anche il giovane figlio di uno dei triunviri insieme al suo saggio precettore. I due sono animati da ottime intenzioni, tanto più che il giovane ama l'arte e non avrebbe mai voluto intraprendere la carriera militare, si trova qui però a dover fare buon viso e cattivo gioco pur di smorzare l'atteggiamento dominante e violento dei soldati e preservare la città da una violenza che gli sembra assurda e immotivata. Ben presto, quanto più strette si fanno le relazioni tra alcuni armeni e i due ottomani "buoni", tanto più forti si fanno le rimostranze da entrambe le fazioni, finché la situazione precipita drammaticamente. Non solo romanzo storico, L'anima di carta racconta il dramma interiore di chi si ritrova a vestire abiti non suoi, di chi pur non volendo, è costretto ad andare contro se stesso. La guerra, le privazioni, la violenza si contrappongono al coraggio, all'altruismo, alla vittoria dei valori sacri come l'amicizia. Un romanzo ben scritto, curato nella ricerca storica, piacevole da leggere e che trasmette messaggi positivi di rinascita, coraggio, resistenza del bene all'odio. Un'ottima lettura che non posso che consigliare.
 
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