Franchini, Livia - Gusci

estersable88

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Ruth ha trent'anni, lavora come infermiera in una casa di riposo ed è appena stata lasciata dal suo compagno. L'unica cosa che le rimane dei loro dieci anni insieme è la lista della spesa che aveva compilato con lui per la settimana a venire. Ed è a partire da quella lista che Ruth racconta la sua storia e ripercorre la relazione con Neil fin dal loro primo incontro. Ogni ingrediente è un salto nel tempo, ma anche un cambio di prospettiva e di registro narrativo. Lo zucchero, quindi, ci trasporta al momento in cui Neil ha visto Ruth per la prima volta attraverso la vetrina di un'agenzia di viaggi, la pizza è il diario scritto da un'amica di Ruth durante una vacanza che hanno trascorso insieme a Roma, il deodorante ci porta ancora più indietro, ai tempi del liceo, a sbirciare le chat tra le sue compagne di scuola, mentre gli spaghetti sono un'eloquente incursione nella casella di posta elettronica di Neil. Tra uova, mele, olive e balsamo, Ruth scopre che sono molti anni che modella la propria identità in base alle aspettative e ai desideri delle persone che la circondano: il suo fidanzato, ma anche i pazienti della casa di riposo, le colleghe, la sua famiglia. Ora ha bisogno di capire chi è senza Neil, deve imparare a camminare da sola. Attraverso una voce fresca, tagliente, e un impianto narrativo originale e ipercontemporaneo, Livia Franchini ci spiazza continuamente decostruendo un genere dall'interno, disattendendo uno per uno tutti i cliché e i canoni del romanzo d'amore.

Gusci, libro scritto in inglese dall'autrice italiana Livia Franchini, è un libro che racchiude in sé molte contraddizioni, almeno per quel che mi riguarda: è un libro che attira sia nella sinossi, sia nella trama, sia persino nella lettura, ma al contempo l'ho trovato respingente: è relativamente breve (poco meno di 300 pagine) eppure ci ho impiegato una vita a finirlo e, cosa che mi capita di rado, durante la giornata non avevo voglia di tornarci. La protagonista, Ruth, non mi dispiace eppure non posso dire di aver empatizzato né con lei né con nessun altro personaggio del romanzo. La scrittura è fluida, quasi incorporea, illusoria persino; i temi trattati (o accennati in una confusione di non detti) sono l'amore, la perdita, l'identità, la scelta, la conoscenza di noi stessi e delle persone che abbiamo accanto, la relatività di punti di vista diversi sullo stesso oggetto d'osservazione… tanti potenziali spunti, sì, che però finiscono in… in qualcosa che io francamente non ho compreso, perché va bene "decostruire un genere dall'interno", ma poi bisogna costruirne uno nuovo, bisogna approdare da qualche parte che, possibilmente, sia comprensibile. Un libro che mi ha lasciata perplessa e insoddisfatta, con il rammarico di non aver capito, di non essere arrivata dove l'autrice forse voleva che arrivassi. Io non credo che lo rileggerei, ma se qualcuno volesse dargli una possibilità… mi farebbe piacere conoscere le sue impressioni. Magari è solo questione di prospettiva o di sensibilità diverse.
 
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