Sorgato, Alessia - Ulyssa lo sa

estersable88

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In una Milano semideserta, chiusa nel secondo lockdown, un famoso medico napoletano, esperto in procreazione medicalmente assistita, trova la morte sotto un ponteggio nella zona della Stazione Centrale. Inizia immediatamente l'inchiesta ufficiale, diretta dal Pm Traiano Fumagalli, un tipo schivo, amante della montagna, che identifica l'omicida grazie a un'immagine tratta dai filmati delle videocamere della zona. È un rider, diretto a uno degli hotel della zona. Immediatamente colpito da ordinanza cautelare, il giovane nomina come suo difensore l'unico avvocato che conosce: una donna che passa ogni giorno davanti alla sua bancarella e gli acquista le mascherine blu. Ed è così che Anastasia Soldato - per tutti Asia - avvocato penalista, si ritrova coinvolta in un caso giudiziario grave e delicato, convinta dell'innocenza del suo assistito. Ad aiutarla, coi mezzi e il raggio di azione limitati dal momento storico particolare, sua nipote Ulyssa, che con Alice e Berenice forma un trio noto come le whippets; Roby, il compagno, e pochi amici. Da un caso di cronaca realmente accaduto, una non-fiction narrative che si trasforma in legal thriller.

Ho avuto modo di conoscere la penna di Alessia Sorgato leggendo le sue recensioni su Thriller Café, blog dedicato alla narrativa gialla con il quale collaboro anch'io. Trovo che sia una lettrice attenta, esigente, le cui considerazioni non sono mai superficiali o scontate. È stato per me un piacere constatare che questi suoi tratti si rivelano ancor più marcatamente ed approfonditamente nel suo lavoro da scrittrice. Alessia ha infatti scritto un giallo giudiziario, Ulissa lo sa, che ho apprezzato molto per varie ragioni. Innanzitutto, nella protagonista-narratrice, Asia, ho ritrovato l'ironia e la sagacia che avevo apprezzato leggendo le recensioni di Alessia; poi, adoro le storie raccontate in prima persona perché favoriscono un'analisi più profonda del pensiero e delle attitudini del personaggio di cui assumiamo il punto di vista, nonché del contesto in cui questi decide ed opera; metteteci pure che per ragioni personali ho avuto modo di frequentare, in parte e per poco, l'ambiente in cui lavora Asia ed ho potuto, perciò, saggiare la concretezza del contesto tratteggiato da l'autrice… come avrebbe potuto, dunque, non piacermi questo giallo? Ma c'è di più: quello che veramente rende, a parer mio, credibile questa storia è il fatto che sia realistica. Sì, le Whippets sono un bel po' sopra le righe, è vero, ma sono fresche e tenaci come eravamo tutti alla loro età; i personaggi sono persone che vivono una vita normale, per quanto si possa definire "normale" vivere e lavorare con le limitazioni dettate da una pandemia; l'avvocato, il Pm, la polizia giudiziaria… sono tutte persone normali, con pochi mezzi e molti difetti, senza spettacolarizzazioni da serie tv. Ed anche vittime ed imputati sono gente normale, che forse ha sbagliato o forse no, che è morta da innocente o forse no, che mente o ha segreti da nascondere o forse no… C'è molta più realtà in queste pagine - con Asia che spulcia carte e il suo cliente che non parla ma vuol essere tirato fuori - che non in un episodio di una serie crime americana con avvocati che diventano investigatori ed hanno mezzi e possibilità economiche pari a quelle di un magnate del petrolio. E smitizziamola quest'aura di onnipotenza degli avvocati, su, che fa solo male ai potenziali clienti, prima ancora che alla categoria! E poi ci sono loro, Ulissa e le sue amiche, che rappresentano bene la promessa di un futuro radioso e le tante incertezze che adombrano il cammino… Per non parlare di Mamadou e di quello che tanti come lui si ritrovano a fare per sopravvivere. Ecco, di carne al fuoco ce n'è! Per tutte queste ragioni, voglio consigliarvi Ulissa lo sa… e poi, avreste la possibilità di addentrarvi nella vita di una delle categorie di professionisti più invidiati e vituperati d'Italia! Volete mettere? Potreste avere delle sorprese… ma questa è un'altra storia.
 
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