Carofiglio, Gianrico - Rancore (Penelope Spada 02)

estersable88

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Come è morto, davvero, Vittorio Leonardi? Perché Penelope Spada ha dovuto lasciare la magistratura? Un'investigazione su un delitto e nei meandri della coscienza. Un folgorante romanzo sulla colpa e sulla redenzione.
«Cosa vogliono le vittime dei reati? Le persone ingiuriate dal crimine, quelle che hanno perso i propri cari o la propria dignità? La punizione dei colpevoli? Certo, anche questo. Ma la punizione – la vendetta piú o meno regolata dalle leggi – è in gran parte un’illusione ottica. Ciò che le vittime vogliono davvero è la verità. L’unica cosa che nel lungo periodo è capace di guarire le ferite, di placare il dolore»
Un barone universitario ricco e potente muore all'improvviso; cause naturali, certifica il medico. La figlia però non ci crede e si rivolge a Penelope Spada, ex Pm con un mistero alle spalle e un presente di quieta disperazione. L'indagine, che sulle prime appare senza prospettive, diventa una drammatica resa dei conti con il passato, un appuntamento col destino e con l'inattesa possibilità di cambiarlo. Nelle pieghe di una narrazione tesa fino all'ultima pagina, Gianrico Carofiglio ci consegna un'avventura umana che va ben oltre gli stilemi del genere; e un personaggio epico, dolente, magnifico.

Definire questo romanzo "folgorante" mi pare, cari redattori di Einaudi, a dir poco un azzardo. Lo stesso dicasi per la locuzione "narrazione tesa"… ma dove? "Rancore", come già il romanzo precedente di questa serie, "La disciplina di Penelope", è certamente un buon romanzo, ma non si può dire che sia adrenalinico né che brilli o spicchi per qualcosa in particolare. È certamente migliore, più convincente e solido del giallo precedente, ma ancora non ci siamo. E allora perché dico che è un buon romanzo? Perché lo è! Lo è per l'indiscutibile qualità della scrittura di Carofiglio (mi sembra di trovare un'oasi di pace ogni volta che apro un suo libro, nettamente superiore per stile e registro a molti scrittori moderni nostrani e non solo); lo è per le innumerevoli citazioni letterarie, musicali, artistiche in generale di cui è costellato questo come tutti gli altri suoi libri; lo è, poi, per gli spunti forniti dall'indagine che, oltre a risultare interessante sebbene non adrenalinica, apre spiragli interessanti sul mondo della massoneria. E poi è un libro importante, questo, perché risponde a domande cruciali che ci portavamo dietro dal primo giallo, domande sulla vita professionale di Penelope, tuttavia… Tuttavia non basta. Non posso esprimere parere positivo, invece, su Penelope Spada: troppo evanescente, poco incisiva, quasi vacua, troppo poco ricordabile. E per essere la protagonista di una serie, la cosa non depone bene, a parer mio. Detto questo, continuerò a leggere questa serie, anche per capire come evolve e dove va a parare, ma l'entusiasmo scende… scende… scende. E non può bastare un finale interessante con un bel po' di pepe a risollevare aspettative e morale.
 
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