Goddard, Keiran - Clessidra

estersable88

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Un uomo e una donna si conoscono, si frequentano, si innamorano, provano a iniziare una vita insieme, poi si lasciano, lei scompare, lui resta. A raccontarlo è lui, testimone e protagonista di un amore che procede per accumulo e sottrazione. E che tuttavia nel suo mutare forma e intensità persevera nel suo essere amore. Come sabbia in una clessidra che si riempie e poi si svuota, Keiran Goddard rintraccia ogni granello della loro vita condivisa e lo descrive per lasciare testimonianza al mondo di quanto è stato vissuto. Nel farlo commuove, diverte, sorprende, spezza i cuori di chi legge e riconosce, pagina dopo pagina, l’universalità e unicità di questa come di ogni storia d’amore. E alla domanda che fa il protagonista verso la fine del libro – quanto è troppo? – è solo l’esperienza del futuro che risponde.


Lui vive nel grigio di una città che gli è indifferente quando non ostile, appiattito su giornate tutte uguali, frequentazioni dubbie e casuali ed un lavoro che non gli piace né lo soddisfa. Poi conosce lei, arriva l'amore e tinge tutto di colori nuovi, una nuova luce, dà un nuovo senso ai giorni. Non si sa se davvero lo ami o quest'amore sia la proiezione del suo per lei, ma in fondo cosa conta? Conta che il sentimento sia realmente reciproco o percepito come tale? O forse conta come quel sentimento lo fa sentire, lo fa vivere? Non c'è risposta a queste domande, c'è solo il fluire delle parole liberatorie di lui che, in una lunga lettera-fiume rivolta all'amata, srotola davanti a noi la tela di un amore breve come un sogno e già finito. Ma forse ad essere finito è il tempo di quell'amore, non l'amore stesso, giacché anni dopo, mentre le scrive un diario che lei non leggerà mai, lui è ancora innamorato, quindi ancora in lutto per la fine di quell'amore. Sì, perché quando un amore finisce qualcosa muore. E se solitamente una delle due parti supera prima l'impasse e riesce ad andare avanti, l'altra ha bisogno di tempo, di più tempo, qualche volta di un'intera vita. E forse scrivere può aiutare, chi lo sa… di sicuro aiuta quest'uomo di cui non conosciamo nome, aspetto fisico, passato, ma conosciamo l'intensità del suo amore. "Quant'è troppo?" – si chiede ad un certo punto. È capitato a tanti di noi di farsi questa domanda e sappiamo per esperienza che solo il tempo potrà rispondere. Nel frattempo, si può solo continuare a vivere. Quella di Keiran Goddard è la parabola di un amore unico e per questo uguale a tanti altri, una parentesi totalizzante che lascia strascichi sottopelle, raccontata quasi come fosse una poesia. Perché così sa raccontare Goddard, con frasi smozzicate che sembrano versi, pur se tratteggiati con immagini spesso strampalate quando non triviali. E perché c'è sempre qualcosa di poetico anche nell'amore più prosaico. Un libro che potrebbe urtare la sensibilità dei benpensanti, un libro insolito e non lineare, un libro che non consiglio né sconsiglio… provare per capire.
 
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