MonicaSo
Well-known member
È stata una delle più strazianti immagini del Ventesimo secolo: due ragazzini, due principi, che seguono il feretro della madre sotto gli occhi addolorati e inorriditi del mondo intero. Mentre si celebrava il funerale di Diana, principessa del Galles, miliardi di persone si chiedevano quali pensieri affollassero la mente dei principi, quali emozioni passassero per i loro cuori, e come si sarebbero dipanate le loro vite da quel momento in poi. Finalmente Harry racconta la sua storia.
In realtà io sono una di quelle persone che NON si sono chieste quali fossero i pensieri di quei due ragazzini... perché, ovviamente, che pensieri dovevano avere in quel momento? Costretti dai sudditi a mostrare il loro dolore davanti alle telecamere!
A parte questo.
Non ho niente contro i reali, di nessuna nazionalità, e non invidio minimamente le persone ricche o potenti, perciò non credo di aver avuto dei pregiudizi sulla persona quando ho letto questa biografia (scritta tra l'altro benissimo da J.R. Moehringer, lo stesso autore di Open, la biografia di Agassi); vi ho trovato tutto quello che già immaginavo: le recriminazioni contro i paparazzi, l'antagonismo con il fratello (reo soprattutto di essere nato prima di lui), i disaccordi con la casa reale (ma qui non si intende mai la Regina, nonna amata e rispettata), la figura del padre colpevole sia di non saper dimostrare con gesti eclatanti un affetto che viene comunque riconosciuto, sia di tenere i cordoni della borsa troppo chiusi. E poi le stupidaggini compiute da giovane (troppo alcool, troppe serate allegre, troppe bravate, troppe fidanzate) e infine le accuse di razzismo rivolte, nuovamente troppo genericamente secondo me, alla corte inglese (io avrei voluto, a questo punto, nomi e cognomi, per soddisfare realmente la mia curiosità di sapere a chi importava quanto scura sarebbe stata la carnagione del primogenito... io non mi ero neanche accorta della carnagione scura di Meghan!).
Questo libro, in poche parole, non aggiunge assolutamente niente a quello che già era stato raccontato sui giornali e sui numerosi documentari sulla famiglia reale inglese. Harry ne esce non tanto bene: invidioso, rancoroso, insicuro...
In realtà io sono una di quelle persone che NON si sono chieste quali fossero i pensieri di quei due ragazzini... perché, ovviamente, che pensieri dovevano avere in quel momento? Costretti dai sudditi a mostrare il loro dolore davanti alle telecamere!
A parte questo.
Non ho niente contro i reali, di nessuna nazionalità, e non invidio minimamente le persone ricche o potenti, perciò non credo di aver avuto dei pregiudizi sulla persona quando ho letto questa biografia (scritta tra l'altro benissimo da J.R. Moehringer, lo stesso autore di Open, la biografia di Agassi); vi ho trovato tutto quello che già immaginavo: le recriminazioni contro i paparazzi, l'antagonismo con il fratello (reo soprattutto di essere nato prima di lui), i disaccordi con la casa reale (ma qui non si intende mai la Regina, nonna amata e rispettata), la figura del padre colpevole sia di non saper dimostrare con gesti eclatanti un affetto che viene comunque riconosciuto, sia di tenere i cordoni della borsa troppo chiusi. E poi le stupidaggini compiute da giovane (troppo alcool, troppe serate allegre, troppe bravate, troppe fidanzate) e infine le accuse di razzismo rivolte, nuovamente troppo genericamente secondo me, alla corte inglese (io avrei voluto, a questo punto, nomi e cognomi, per soddisfare realmente la mia curiosità di sapere a chi importava quanto scura sarebbe stata la carnagione del primogenito... io non mi ero neanche accorta della carnagione scura di Meghan!).
Questo libro, in poche parole, non aggiunge assolutamente niente a quello che già era stato raccontato sui giornali e sui numerosi documentari sulla famiglia reale inglese. Harry ne esce non tanto bene: invidioso, rancoroso, insicuro...