Carlomagno, Piera - L'estate dei ricchi

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Mirella ha avuto fortuna, nella vita. Dopo aver vissuto un'adolescenza di stenti nella squallida periferia di una città che le era estranea, ha sposato Paolo, ingegnere di successo. Da un giorno all'altro si è ritrovata al centro di un mondo scintillante di ricchezza e benessere: due figli, un marito devoto, viaggi, feste, abiti e gioielli. Non solo è bellissima, Mirella, ma è anche dotata di un intuito fuori dal comune. L'inquietudine che continua a portarsi dentro, e a cui non sa dare voce, la spinge a percorrere una strada parallela. Strani episodi sembrano incrinare la perfezione della sua famiglia. E quando, durante un weekend di settembre, accompagnerà Paolo a Roma per un congresso, le accadrà qualcosa che non si sarebbe mai aspettata e che cambierà completamente il corso della sua vita, e non solo. Ha le tinte del romanzo sentimentale mescolate con quelle del noir, questa storia di Piera Carlomagno, che tratteggia la figura di una originale dark lady, uscita dal mondo degli ordinary people – la gente comune – ma capace di tessere, con sorprendente abilità, un gioco sottile e crudele.

Tanto per cominciare, direi che su una cosa – più di tutte – dissento con la quarta di copertina: Mirella non ha avuto fortuna nella vita, a meno che non si voglia chiamare fortuna quello che è sbaglio o costrizione. Mirella è una donna inquieta, lo è sempre stata, anche se in prima battuta non lo dà a vedere. Col passare del tempo e della vita quest'inquietudine cresce e si trasforma in insoddisfazione, noia, abulia. Ma da qui al rancore il passo è breve, facilissimo indulgere in pensieri di vendetta. È quando i pensieri tracimano e diventano atti concreti che le cose si fanno pericolose… Questa è una storia a tinte oscure, una di quelle che non lasciano scampo e, come una piena, trascinano con sé tutto il fango, il terreno limaccioso, i detriti e pure quel poco che può essere rimasto di buono. È un libro controverso, questo: è facile da leggere? No. È prevedibile? No. Mi è piaciuto? Non lo so, difficile dirlo. Lo rileggerei? Forse no per quanto è disturbante l'atmosfera che si (o non si) respira. Lo consiglio? Sì, perché come sempre Piera Carlomagno sa raccontare con penna sapiente le sfaccettature dell'animo umano, anche quelle più recondite e nere.
 
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