Queste "Divagazioni su un destino comune" sono quattro storie che, pur diverse per soggetto e ambientazione, ruotano intorno a quella che proverbi e saggezza popolare indicano come l’unica cosa certa: la morte. Sono racconti che rivelano un approccio e uno stile apparentemente in contrasto tra loro, ma che hanno in comune mistero e oscurità, e spesso un’ironia dissacrante. “Claustrofobia” è una discesa negli inferi della dissociazione della mente umana. “Precariato globale” ci proietta in una dimensione escatologica rivelatrice di cosmiche gerarchie. “Il titano senza volto” illustra la relatività della percezione e dell’intuizione. “Il fiume dei ricordi” rappresenta la nemesi finale, un viaggio in ciò che c’è oltre. “L’irrazionale” penetra nel nostro mondo e prolifera in modo implacabile, fino a soffocare ciò che chiamiamo reale.
Un libro inquietante eppure profondamente, meravigliosamente ironico: quattro racconti diversissimi fra loro, tutti incentrati su un diverso modo di compiere il proprio inevitabile destino. Quattro modi diversi, ed ugualmente toccanti, per morire.
Un libro inquietante eppure profondamente, meravigliosamente ironico: quattro racconti diversissimi fra loro, tutti incentrati su un diverso modo di compiere il proprio inevitabile destino. Quattro modi diversi, ed ugualmente toccanti, per morire.