MonicaSo
Well-known member
Vista da fuori, la sua vita non mostra nessuna sbavatura, solo la precisione tipica di ciò che viene deciso a tavolino. Una donna che ha avuto marito, figli, una bella casa, una posizione professionale invidiabile. Ha avuto tutto ciò che per molti dovrebbe dare la felicità. Per il suo sessantesimo compleanno decide di farsi un seguire un desiderio nascosto, lasciare ciò che ha per andare altrove. Un pezzo alla volta, la donna apre a chi legge il suo cuore, come l’armadio in cui custodisce la sua collezione di porcellane. Riprendono così aria pezzi di un’esistenza di cui nessuno ha mai avuto conoscenza. Una confessione in bilico tra il desiderio di essere e la necessità di apparire. Una donna che ha coperto con la forza di volontà le sue fragilità, che ha dovuto lottare contro la cosa più grande che la vita potesse metterle se stessa. La famiglia, il giudizio degli altri, la paura di essere inadeguata sono stati punti fermi ai quali aggrapparsi, ma anche da cui scivolare. Sino al giorno in cui capisce che accettare di essere come sei, anche quando non corrisponde all’idea che gli altri hanno di te, alle aspettative che nutrono, è l’unico modo per iniziare a vivere davvero.
Fino alla fine mi sono chiesta se fosse un romanzo autobiografico, perché non si può non vedere nella protagonista, Adele, il riflesso dell'autrice, Csaba. Per molta parte della storia sembra di essere in una puntata di "Cortesie per gli ospiti", oppure di "A tavola con Csaba" (programmi, tra l'altro, che mi piacciono molto). Poi si viene trasportati, ma giusto una manciata di pagine, nell'atmosfera di "Tre" della Perrin; infine, finalmente, il romanzo sembra decollare autonomamente verso qualcosa di un po' più interessante, quale il rapporto figlio/genitori... Alla fine di tutto l'ho trovato scorrevole, non eccezionale ma comunque onesto, considerando che si tratta di un'opera prima. Mi è rimasta una domanda: ma veramente una persona che può permettersi un abito Dior per una serata tra amici ha come desiderio per il suo futuro, anni 2000, il fare la governante come l'indimenticabile Miss Kenton di "Quel che resta del giorno"?
Fino alla fine mi sono chiesta se fosse un romanzo autobiografico, perché non si può non vedere nella protagonista, Adele, il riflesso dell'autrice, Csaba. Per molta parte della storia sembra di essere in una puntata di "Cortesie per gli ospiti", oppure di "A tavola con Csaba" (programmi, tra l'altro, che mi piacciono molto). Poi si viene trasportati, ma giusto una manciata di pagine, nell'atmosfera di "Tre" della Perrin; infine, finalmente, il romanzo sembra decollare autonomamente verso qualcosa di un po' più interessante, quale il rapporto figlio/genitori... Alla fine di tutto l'ho trovato scorrevole, non eccezionale ma comunque onesto, considerando che si tratta di un'opera prima. Mi è rimasta una domanda: ma veramente una persona che può permettersi un abito Dior per una serata tra amici ha come desiderio per il suo futuro, anni 2000, il fare la governante come l'indimenticabile Miss Kenton di "Quel che resta del giorno"?