Toño Azpilcueta è il piú grande esperto di musica peruviana. Anche se lo sanno in pochi. Accademico irrealizzato e insegnante insoddisfatto, Toño conduce una vita anonima alla periferia dei circoli intellettuali di Lima, sdegnosi della sua vasta erudizione. Ma quando Toño ascolta per la prima volta Lalo Molfino, misterioso chitarrista dal talento eccezionale, cambia tutto. Perché quelle note gli danno la forza di inseguire il sogno in cui ha sempre creduto. Mario Vargas Llosa torna al suo amato Perú, alle radici delle sue tradizioni, e dà voce a un'utopia: quella di un intero paese che, grazie all'arte, si stringe finalmente in un abbraccio fraterno.
COMMENTO
Una delle cose che apprezzo di più di Vargas Llosa è il modo con cui racconta il suo Paese, il Perù: con eleganza, ironia e una vena polemica sempre misurata ma presente, fa sentire la sua voce, la voce di un Paese e di un popolo che non tace e fa sentire la sua dissidenza. Anche in questo romanzo, l'ultimo che ha scritto, non manca questa sua caratteristica. È un libro denso se pur breve, che parla di musica peruviana intrecciata alla musica mondiale. Lo fa attraverso la storia di un uomo, che è il maggior conoscitore della musica peruviana nel Paese, solo che non lo sa quasi nessuno. Fervente critico musicale, non ha svoltato, si limita a scrivere articoletti e insegnare a scuola, ma per il sostentamento la famiglia deve affidarsi al lavoro della moglie. Un giorno, uno scrittore inaspettatamente lo invita ad un concertino in un quartiere popolare di Lima a sentire Lalo Molfino, un grandissimo chitarrista altrettanto sconosciuto… un incontro che gli cambierà la vita e gli riserverà molte, molte sorprese, a cominciare dalla scomparsa di Molfino. Questo è un libro bello, scritto divinamente, elegante ed accurato, è un piacere leggerlo. I capitoli sono scritti in modo alternato, fra il libro scritto dal protagonista e l'evoluzione della trama, struttura abbastanza comune per Vargas Llosa. Libro appassionante, autore da approfondire.
COMMENTO
Una delle cose che apprezzo di più di Vargas Llosa è il modo con cui racconta il suo Paese, il Perù: con eleganza, ironia e una vena polemica sempre misurata ma presente, fa sentire la sua voce, la voce di un Paese e di un popolo che non tace e fa sentire la sua dissidenza. Anche in questo romanzo, l'ultimo che ha scritto, non manca questa sua caratteristica. È un libro denso se pur breve, che parla di musica peruviana intrecciata alla musica mondiale. Lo fa attraverso la storia di un uomo, che è il maggior conoscitore della musica peruviana nel Paese, solo che non lo sa quasi nessuno. Fervente critico musicale, non ha svoltato, si limita a scrivere articoletti e insegnare a scuola, ma per il sostentamento la famiglia deve affidarsi al lavoro della moglie. Un giorno, uno scrittore inaspettatamente lo invita ad un concertino in un quartiere popolare di Lima a sentire Lalo Molfino, un grandissimo chitarrista altrettanto sconosciuto… un incontro che gli cambierà la vita e gli riserverà molte, molte sorprese, a cominciare dalla scomparsa di Molfino. Questo è un libro bello, scritto divinamente, elegante ed accurato, è un piacere leggerlo. I capitoli sono scritti in modo alternato, fra il libro scritto dal protagonista e l'evoluzione della trama, struttura abbastanza comune per Vargas Llosa. Libro appassionante, autore da approfondire.
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