MonicaSo
Leggo... quindi sono
La casa del 1908, il primo di questi tre racconti d'esordio - che hanno tutti a protagonisti i legami della memoria, il tempo e le sue prigioni -, sembra svolgere la traccia di una vecchia poesia di Borges in cui si dice delle cose, gli oggetti che circondano le vite degli uomini, che sembrano essere l'emblema stesso del passare, della polvere, e invece vennero prima e loro sopravvivranno. La casa racconta in prima persona delle generazioni che ospitò e ne disloca le storie e i personaggi non secondo l'ordine del tempo, ma secondo quello dello spazio, sostituendo il prima e il dopo con un qui e là. Come muti immobili spettri, su cui stendere un pietoso e tenero sguardo.
Generalmente non mi piacciono molto i racconti (anche se ultimamente ne sto leggendo parecchi), perché preferisco le storie più lunghe e articolate, con personaggi che abbiano il tempo di farsi conoscere a pieno, con descrizioni particolareggiate, con situazioni che si evolvono lentamente...
Ma questi tre racconti di Giulia Alberico li ho trovati fantastici, tre capolavori.
In particolare ho apprezzato il primo racconto, pieno di nostalgia per il passato, e l'ultimo che gioca su un grande equivoco. Nel primo c'è una casa che racconta la storia di chi l'ha abitata, riordinando nello spazio i ricordi... è la casa la vera protagonista perchè c'era nel "prima" e rimarrà anche "dopo".
Nel terzo racconto invece si parla del rapporto tra una madre e una figlia... una madre snaturata o forse due donne che non riescono mai a incontrarsi, spiegarsi, capirsi?
Bellissimo, secondo me, il cambio finale di prospettiva.
Generalmente non mi piacciono molto i racconti (anche se ultimamente ne sto leggendo parecchi), perché preferisco le storie più lunghe e articolate, con personaggi che abbiano il tempo di farsi conoscere a pieno, con descrizioni particolareggiate, con situazioni che si evolvono lentamente...
Ma questi tre racconti di Giulia Alberico li ho trovati fantastici, tre capolavori.
In particolare ho apprezzato il primo racconto, pieno di nostalgia per il passato, e l'ultimo che gioca su un grande equivoco. Nel primo c'è una casa che racconta la storia di chi l'ha abitata, riordinando nello spazio i ricordi... è la casa la vera protagonista perchè c'era nel "prima" e rimarrà anche "dopo".
Nel terzo racconto invece si parla del rapporto tra una madre e una figlia... una madre snaturata o forse due donne che non riescono mai a incontrarsi, spiegarsi, capirsi?
Bellissimo, secondo me, il cambio finale di prospettiva.