MonicaSo
Leggo... quindi sono
Nell'ultimo milione di anni moltissimi viaggiatori hanno vagato per l'Europa, dal misterioso Homo antecessor le cui impronte sono state trovate sulla costa dell'Inghilterra, fino ai guidatori sulle autostrade di oggi. Sotto ogni traccia se ne trova una più antica, sotto ogni strada asfaltata c'è una vecchia mulattiera, su ogni sentiero le impronte di antichi cacciatori o delle loro prede. Eppure, a differenza delle celebri highways statunitensi che hanno contribuito a dare forma all'identità di un paese, le strade europee hanno un ruolo ambivalente e non sempre sono state viste come un bene comune che ha contribuito a unificare il continente. Alla ricerca di una spiegazione, lo scrittore olandese Mathijs Deen segue le orme di rifugiati, banditi, pellegrini, ciclisti, cercatori di fortuna e conquistatori che si sono fatti strada lungo le coste, i fiumi e le vie d'Europa. Ripercorrendo lui stesso quelle strade, ci racconta del bandito Bulla che terrorizzò la Via Appia intorno al 200 d.C.; di Gudrid, la prima donna islandese a toccare suolo americano, viaggiatrice instancabile che intorno all'anno 1000 intraprese un pellegrinaggio verso Roma; di un ebreo sefardita che portò il meglio del teatro spagnolo ad Amsterdam nel 1640; di Coenraad Nell, un suo antenato asmatico costretto a seguire in Russia l'esercito di Napoleone; del figlio di un fabbro londinese che a inizio Novecento guidò alle prime gare su strada. Con una prosa elegante e coinvolgente, attraverso un meticoloso lavoro di documentazione che si alterna all'esperienza in prima persona, Mathijs Deen ci regala un saggio narrativo capace di gettare uno sguardo originale sul continente europeo, sulla sua storia e i suoi abitanti.
L'idea è decisamente originale: il saggio si presenta sotto forma di racconti che hanno come protagonisti uomini e donne che hanno percorso le strade europee dalla preistoria in poi. Però né l'autore né l'argomento mi hanno conquistata e ho fatto veramente molta fatica a concludere la lettura. Non tutti gli episodi erano interessanti e in alcuni punti mi sono annoiata e ho pensato di abbandonare. I saggi vanno affrontati un po' per volta, senza fretta, prendendosi piccole pause... e così ho fatto ma il cammino è stato comunque lungo e poco entusiasmante... strano, di solito gli autori dell'Iperborea mi piacciono... forse non era il momento giusto
L'idea è decisamente originale: il saggio si presenta sotto forma di racconti che hanno come protagonisti uomini e donne che hanno percorso le strade europee dalla preistoria in poi. Però né l'autore né l'argomento mi hanno conquistata e ho fatto veramente molta fatica a concludere la lettura. Non tutti gli episodi erano interessanti e in alcuni punti mi sono annoiata e ho pensato di abbandonare. I saggi vanno affrontati un po' per volta, senza fretta, prendendosi piccole pause... e così ho fatto ma il cammino è stato comunque lungo e poco entusiasmante... strano, di solito gli autori dell'Iperborea mi piacciono... forse non era il momento giusto