Aila, Shrouq - Hanno ucciso Habibi

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Cosa significa lottare ogni giorno per sopravvivere in quella landa desolata che è diventata Gaza? Shrouq Aila, giornalista pluripremiata, madre e vedova, ce lo racconta attraverso la sua storia, quella di una donna che cerca di crescere una figlia da sola, nella morsa della carestia e sotto il fuoco degli incessanti bombardamenti israeliani. Con l’urgenza di un disperato appello e la forza disarmante di chi mantiene intatta la propria lucidità nell’epicentro dell’orrore, Shrouq ripercorre l’uccisione del marito, la distruzione della sua casa, le continue fughe e i rifugi provvisori, i tentativi di proteggere e nutrire sua figlia, l’angoscia di non poter rispondere alle sue domande né colmare le sue paure. Nelle parole di Shrouq, la tragedia del genocidio perde l’astrattezza della cronaca e diviene carne, volto, respiro. Ma Hanno ucciso habibi è anche la testimonianza della resilienza umana e del coraggio di un popolo la cui determinazione a ricostruire il proprio futuro sulle macerie rimane incrollabile. Un libro che ci conduce nel cuore di tenebra del nostro mondo, impedendoci di distogliere lo sguardo e insegnandoci cosa vuol dire amare.

Shrouq Aila è una giornalista e produttrice palestinese, direttrice dell’agenzia Ain Media, che ha rilevato dal marito Roshdi Sarraj, ucciso durante la guerra a Gaza. Nel 2024 le è stato conferito il CPJ International Press Freedom Award, e nel 2025 il News & Documentary Emmy Award for Outstanding Video Journalism per il documentario A Hidden War. Shrouq Aila vive tuttora nella Striscia di Gaza, dove continua a testimoniare il genocidio e il suo tragico impatto sul popolo palestinese. Su questi temi mantiene attiva la pagina Instagram @shrouqaila.

In segno di solidarietà e supporto al popolo palestinese, l’intera filiera della produzione editoriale – dai redattori ai traduttori, dai designer grafici agli stampatori – ha partecipato alla realizzazione di questo libro a titolo gratuito. I proventi delle vendite e i diritti internazionali saranno interamente devoluti all’autrice.





Commento:

Sì, ha ragione la quarta di copertina: questo è un libro breve, ma intenso, scritto con coraggio e con urgenza, l'urgenza e il coraggio dati dalla disperazione. La fame, il dolore di aver perso un proprio caro, la certezza di essere sola al mondo con sua figlia, tutto questo forse dà la forza a Shrouq di raccontare con foga, quasi, la sua esperienza di guerra a Gaza, durante, prima e dopo la morte dell'amato marito. Non è una bella storia – come potrebbe mai esserlo! Però è un libro importante per non far spegnere la voce su questo genocidio.
 
Alto