Philippe Delerm
La prima sorsata di birra
e altri piccoli piaceri della vita
Decisamente uno dei libri che più riesce a farti tornare il buonumore, anche nei giorni più neri.
Il libro è una specie di galleria di sensazioni Belle. Avete presente le gallerie fotografiche dei siti internet? Ecco il libro è una specie di Flickr di piacevoli sensazioni.
L'autore con una cromatica maestria (finalmente uno scrittore usa a dismisura i colori!) ti tempesta di immagini e sensazioni. Il libro non parla di nulla, non ha una storia: è un bombardamento di piacevoli immagini, gusti, odori, sapori, rumori, tatti.
Tutti i nostri sensi godranno nel ricevere questo temporale veloce e penetrante di "sensazioni di piacere".
Il libro lo si legge in 1 ora... ma lo terrete per un po' sul comodino e quando sarete in una giornata no vi renderà felici tempestarvi di piacevoli sensazioni!
La prima sorsata di birra, le more nei boschi d'estate, le conversazioni attorno al tavolo di cucina sgranando piselli, il profumo delle mele in cantina, la voce di chi si ama che dice più di quanto dicano le parole, il rosso cupo di un bicchiere di Porto da centellinare, il lieve fruscio della dinamo contro la ruota durante una pedalata notturna... Istanti preziosi, che vanno colti nella loro immediatezza e assaporati con tranquillità.
Vi allego un capitolo, secondo me non il più Bello:
La prima sorsata di birra. E' l'unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un'abbondanza sprecata. L'ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire, una parvenza di potere... ma la prima sorsata! Comincia ben prima di averla inghiottita. Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato, beatitudine velata di amarezza. Come sembra lunga, la prima sorsata. La beviamo subito, con un'avidità falsamente istintiva. Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, nè troppa nè troppo poca, che è l'avvio ideale; il benessre imemdiato, sottolineato da un sospiro, uno shcioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente; la senzazione ingannevole di un piacere che sboccia all'infinito... intanto, già lo sappiamo. Abbiamo preso il meglio. Riappoggiamo il bicchiere, lo allontaniamo un pò sul sottobicchiere di materiale assorbente. Assaporiamo il colore, finto mile, sole freddo. Con tutto un riutale di circospezione e di attesa, vorremmo domonare il miracolo appena avvenuto e già svanito. Leggiamo sodddisfatti sulla parete di vetro il nome esatto della birra che avevamo chiesto.
Ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più. Ci piacerebbe conservare il segreto dell'oro puro e racchiuderlo in formule. Invece, davanti al tavolino bianco chiazzato di sole, l'alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempr epiù birra ocn senmpre meno gioia. E' un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata.
La prima sorsata di birra
e altri piccoli piaceri della vita
Decisamente uno dei libri che più riesce a farti tornare il buonumore, anche nei giorni più neri.
Il libro è una specie di galleria di sensazioni Belle. Avete presente le gallerie fotografiche dei siti internet? Ecco il libro è una specie di Flickr di piacevoli sensazioni.
L'autore con una cromatica maestria (finalmente uno scrittore usa a dismisura i colori!) ti tempesta di immagini e sensazioni. Il libro non parla di nulla, non ha una storia: è un bombardamento di piacevoli immagini, gusti, odori, sapori, rumori, tatti.
Tutti i nostri sensi godranno nel ricevere questo temporale veloce e penetrante di "sensazioni di piacere".
Il libro lo si legge in 1 ora... ma lo terrete per un po' sul comodino e quando sarete in una giornata no vi renderà felici tempestarvi di piacevoli sensazioni!
La prima sorsata di birra, le more nei boschi d'estate, le conversazioni attorno al tavolo di cucina sgranando piselli, il profumo delle mele in cantina, la voce di chi si ama che dice più di quanto dicano le parole, il rosso cupo di un bicchiere di Porto da centellinare, il lieve fruscio della dinamo contro la ruota durante una pedalata notturna... Istanti preziosi, che vanno colti nella loro immediatezza e assaporati con tranquillità.
Vi allego un capitolo, secondo me non il più Bello:
La prima sorsata di birra. E' l'unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un'abbondanza sprecata. L'ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire, una parvenza di potere... ma la prima sorsata! Comincia ben prima di averla inghiottita. Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato, beatitudine velata di amarezza. Come sembra lunga, la prima sorsata. La beviamo subito, con un'avidità falsamente istintiva. Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, nè troppa nè troppo poca, che è l'avvio ideale; il benessre imemdiato, sottolineato da un sospiro, uno shcioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente; la senzazione ingannevole di un piacere che sboccia all'infinito... intanto, già lo sappiamo. Abbiamo preso il meglio. Riappoggiamo il bicchiere, lo allontaniamo un pò sul sottobicchiere di materiale assorbente. Assaporiamo il colore, finto mile, sole freddo. Con tutto un riutale di circospezione e di attesa, vorremmo domonare il miracolo appena avvenuto e già svanito. Leggiamo sodddisfatti sulla parete di vetro il nome esatto della birra che avevamo chiesto.
Ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più. Ci piacerebbe conservare il segreto dell'oro puro e racchiuderlo in formule. Invece, davanti al tavolino bianco chiazzato di sole, l'alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempr epiù birra ocn senmpre meno gioia. E' un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata.