elydark
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Pubblicato per la prima volta nel 1939 è uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano, riscoperto in Italia e in Francia alla fine degli anni
Ottanta dopo un lungo periodo di dimenticanza. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego dell'autore, giunge in questo romanzo al suo snodo
decisivo. L'ironia sarcastica e irriverente, la comicità di Arturo Bandini si uniscono alla sua natura di sognatore sbandato, che ne fa il prototipo di
tutti i sognatori sbandati che hanno popolato la letteratura dopo di lui. Al centro della vicenda è il percorso di Bandini verso la realizzazione delle
sue ambizioni artistiche e la sua educazione sentimentale dopo l'incontro con la bella e strana Camilla Lopez...
L'edizione che ho letto io conteneva anche una prefazione scritta da Baricco a dir la verità un pò troppo lunga e noiosa per essere una prefazione, ne riporto un pezzo:
""Chiedi alla polvere" è un romanzo costruito su tre storie. Prima: un ventenne sogna di diventare uno scrittore e in effetti lo diventa. Seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere nonostante il fatto di essere cattolico. Terza: un ventenne italoamericano si innamora di una ragazza ispano-americana e cerca di sposarla. Il tutto a bagno nella California. Immaginate di fondere le tre storie facendo convergere i tre ventenni (lo scrittore, il cattolico, l'italoamericano innamorato) in un unico ventenne e otterrete Arturo Bandini. Fatelo muovere e otterrete "Chiedi alla polvere". Ammesso, naturalmente, che abbiate un talento bestiale".
Prologo di John Fante:
"Cosí l'ho intitolato "Chiedi alla polvere", perché in quelle strade c'è la polvere dell'Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla,
una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di
una pace che non potrà mai raggiungere. E c'è una ragazza ingannata dall'idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro".
Questo libro l'avevo comprato qualche anno fa avevo iniziato a leggerlo ma mi ero arresa dopo i primi capitoli che anche adesso ho fatto fatica a digerire ma sono riuscita a proseguire. Non mi è dispiaciuto ma il comportamento dei personaggi in alcune situazioni l'ho trovato un pò illogico o forse difficile da comprendere perchè scritto nel 1939 quindi con una mentalità completamente diversa.
Ho trovato divertenti i dispetti tra Arturo e Camilla.
E' il primo libro che leggo di Fante ma non mi ha impressionata particolarmente.
Ottanta dopo un lungo periodo di dimenticanza. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego dell'autore, giunge in questo romanzo al suo snodo
decisivo. L'ironia sarcastica e irriverente, la comicità di Arturo Bandini si uniscono alla sua natura di sognatore sbandato, che ne fa il prototipo di
tutti i sognatori sbandati che hanno popolato la letteratura dopo di lui. Al centro della vicenda è il percorso di Bandini verso la realizzazione delle
sue ambizioni artistiche e la sua educazione sentimentale dopo l'incontro con la bella e strana Camilla Lopez...
L'edizione che ho letto io conteneva anche una prefazione scritta da Baricco a dir la verità un pò troppo lunga e noiosa per essere una prefazione, ne riporto un pezzo:
""Chiedi alla polvere" è un romanzo costruito su tre storie. Prima: un ventenne sogna di diventare uno scrittore e in effetti lo diventa. Seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere nonostante il fatto di essere cattolico. Terza: un ventenne italoamericano si innamora di una ragazza ispano-americana e cerca di sposarla. Il tutto a bagno nella California. Immaginate di fondere le tre storie facendo convergere i tre ventenni (lo scrittore, il cattolico, l'italoamericano innamorato) in un unico ventenne e otterrete Arturo Bandini. Fatelo muovere e otterrete "Chiedi alla polvere". Ammesso, naturalmente, che abbiate un talento bestiale".
Prologo di John Fante:
"Cosí l'ho intitolato "Chiedi alla polvere", perché in quelle strade c'è la polvere dell'Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla,
una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di
una pace che non potrà mai raggiungere. E c'è una ragazza ingannata dall'idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro".
Questo libro l'avevo comprato qualche anno fa avevo iniziato a leggerlo ma mi ero arresa dopo i primi capitoli che anche adesso ho fatto fatica a digerire ma sono riuscita a proseguire. Non mi è dispiaciuto ma il comportamento dei personaggi in alcune situazioni l'ho trovato un pò illogico o forse difficile da comprendere perchè scritto nel 1939 quindi con una mentalità completamente diversa.
Ho trovato divertenti i dispetti tra Arturo e Camilla.
E' il primo libro che leggo di Fante ma non mi ha impressionata particolarmente.