Daldry, Stephen - The reader - A voce alta

Dorylis

Fantastic Member
[The Reader, USA, Germania, 2008, Drammatico, durata 124']
Regia di Stephen Daldry
Con Kate Winslet, Ralph Fiennes, Alexandra Maria Lara, Bruno Ganz, Volker Bruch, David Kross, Karoline Herfurth, Hannah Herzsprung, Linda Bassett, Susanne Lothar

Trama

Nella Germania postbellica, l'ossessione decennale di un giovane studente di legge per una donna molto più vecchia e matura di lui, riemerge durante un processo sui crimini di guerra nazisti nel quale vengono alla luce alcune scomode verità che la riguardano.

Commento

Un bellissimo film sui concetti di legalismo ed etica, Anna-Kate ha soltanto rispettato gli ordini impartiti dai suoi superiori. Quello che ha fatto è legale, non è morale. Diventa così il simbolo di quei milioni di tedeschi che hanno obbedito agli ordini provocando la morte di milioni di innocenti. Ci può essere perdono per loro? Questo film non cerca di certo misericordia contro chi si è macchiato di crimini contro l'umanità, ma sicuramente porta alla presa di coscienza della necessità di affrontare i traumi collettivi che la storia ci ha lasciato. Stupendo e consigliatissimo, con una bravissima Kate Winslet, forse uno dei suoi migliori ruoli da sempre!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
un film volutamente freddo, inquietante, morboso, con rari momenti partecipati, un argomento piuttosto difficile da trattare, quello della crudeltà senza morale, dell'obbedienza senza libero arbitrio, del male che è dentro ognuno di noi e basta solo un ordine, il rispetto di una regola, perchè esso possa esprimersi pienamente.
Il film rischia di diventare caricaturale quando rende Kate Winslet un'anziana poco credibile, regge fino al processo mentre perde di incisività da lì in poi.
Comunque un buon film.
 

fabiog

New member
L'ho trovato molto bello e segnato da una bellissima interpretazione di Kate Winslet che è in effetti l'unica e vera protagonista.
Sono d'accordo con Elisa quando dice che è un film volutamente freddo ed inquietante, proprio così era necessario rappresentare la protagonista, un personaggio che mai fà trasparire un momento di pentimento, anzi non sà neanche di cosa deve pentirsi. Eppure nei momenti in cui ascolta leggere in cui assapora il piacere delle parole e poi della lettura emerge una figura dolce che mai nessuno penserebbe capace di tanto e credo che proprio qui stà l'ambiguità della protagonista.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ieri sera ho visto questo film,non avevo idea della trama (di solito la leggo,ma ultimamente capita spesso che mi lascio coinvolgere nella scelta dal titolo e/o dagli attori).In questo caso sono stata attratta dal titolo che mi faceva presagire la presenza dei libri nella storia.Non avrei mai immaginato il suo evolversi, dalla relazione amorosa dei protagonisti al coinvolgimento in un processo x crimini di guerra.Non avrei mai pensato di scoprire che Hanna era una nazista,pur essendo in Germania.
La sua vergogna per essere analfabeta e dunque la sua incapacità di lavorare in ufficio,la porta a scegliere di fare la sorvegliante in un lager,ma proprio questa sua incapacità di saper leggere e scrivere è stata la causa dell'ergastolo (assurda la condanna totale x lei e davvero minina,solo 4 anni x le colleghe,ma forse sarà successo anche nella realtà).La sua passione per i libri,nel suo caso non per leggerli,ma per ascoltarli,finisce poi per spingerla ad imparare a leggere e scrivere anche grazie all'aiuto del "ragazzo".Ma dopo 20 anni di carcere,in cui non c'è nessun accenno ad un suo pentimento,quando finalmente può uscire,si rende conto del suo ruolo nella morte di troppi ebrei e decide di porre fine alla sua esistenza.
Mi è rimasta impressa una frase sul finale,provo a riportarne il senso:il ragazzo,ormai adulto,dopo che la donna sopravvissuta al lager gli fa notare quanto è stato forte il ruolo di Hanna sulla sua vita e come gliel'ha segnata,risponde: Mai come per quelle dei tanti ebrei morti).
 

Meri

Viôt di viodi
Ieri sera ho visto questo film,non avevo idea della trama (di solito la leggo,ma ultimamente capita spesso che mi lascio coinvolgere nella scelta dal titolo e/o dagli attori).In questo caso sono stata attratta dal titolo che mi faceva presagire la presenza dei libri nella storia.Non avrei mai immaginato il suo evolversi, dalla relazione amorosa dei protagonisti al coinvolgimento in un processo x crimini di guerra.Non avrei mai pensato di scoprire che Hanna era una nazista,pur essendo in Germania.
La sua vergogna per essere analfabeta e dunque la sua incapacità di lavorare in ufficio,la porta a scegliere di fare la sorvegliante in un lager,ma proprio questa sua incapacità di saper leggere e scrivere è stata la causa dell'ergastolo (assurda la condanna totale x lei e davvero minina,solo 4 anni x le colleghe,ma forse sarà successo anche nella realtà).La sua passione per i libri,nel suo caso non per leggerli,ma per ascoltarli,finisce poi per spingerla ad imparare a leggere e scrivere anche grazie all'aiuto del "ragazzo".Ma dopo 20 anni di carcere,in cui non c'è nessun accenno ad un suo pentimento,quando finalmente può uscire,si rende conto del suo ruolo nella morte di troppi ebrei e decide di porre fine alla sua esistenza.
Mi è rimasta impressa una frase sul finale,provo a riportarne il senso:il ragazzo,ormai adulto,dopo che la donna sopravvissuta al lager gli fa notare quanto è stato forte il ruolo di Hanna sulla sua vita e come gliel'ha segnata,risponde: Mai come per quelle dei tanti ebrei morti).

Il suo suicidio l'ho interpretato in modo diverso, non tanto un senso di colpa x ciò che aveva fatto, quanto il non essere stata compresa neanche dall'unico amico che le era rimasto
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
A me è piaciuto moltissimo, è un film controverso che vede la tragedia dell'olocausto sotto un aspetto diverso dai soliti.
Hanna è una donna ignorante analfabeta e priva di strumenti, probabilmente nessuno le ha mai insegnato ciò che è bene e ciò che è male. Si ritrova a fare un lavoro che per lei rappresenta un'occupazione come un'altra. Le vengono date delle disposizioni e lei le esegue, come ogni lavoratore dipendente che si rispetti. Ed è qui che ci si chiede se davvero la mancanza di conoscenza possa produrre danni così atroci in una persona, tanto da renderla completamente incapace di cogliere istintivamente quelli che dovrebbero essere i principi fondamentali nella vita di ogni essere umano, da annullare la possibilità per lei di avere un'indole "buona" o "cattiva" indipendentemente dalle proprie conoscenze. Ci si chiede quanti giovani privi di consapevolezza commettano ancora oggi azioni atroci solo perchè è stato loro ordinato.
Hanna non si rende mai conto pienamente dell'atrocità di quanto ha commesso, forse nemmeno alla fine, quando il "ragazzo" le chiede cosa ha imparato, e lei risponde "Ho imparato a leggere". Tuttavia, pur essendo ovviamente un personaggio condannabile, ella appare umana proprio perchè cresciuta senza cultura, umana nella sua vergogna e nella sua volontà di migliorarsi, nella sua commozione quando lo sfortunatissimo ragazzo a cui involontariamente rovinerà la vita le legge le storie, nel suo affetto per lui. Ho provato naturalmente sconcerto, ma anche un'irrazionale compassione per lei quando al processo, sperduta in mezzo alle "colleghe" sorveglianti pienamente consapevoli, risponde con candore alle domande.
La parte in cui lui le manda i nastri registrati è davvero commovente.
Non saprei come interpretare il suicidio, non l'ho interpretato come un vero pentimento ma piuttosto come la percezione dell'inadeguatezza a vivere nel mondo esterno.
 

darida

Well-known member
Mi e' piaciuto. La tragedia dell'olocausto vista da un'angolazione inusuale, ne risulta un film che per certi versi puo' spiazzare, la banalizzazione del male la totale mancanza di morale della protagonsta-bravissima Kate Winslet- e di contro il suo commovente gusto per le parole.
 

zanblue

Active member
Cosa mi è piaciuto di questo film?
IL primo tempo: per l'incredibile freddezza del personaggio di Hana,interpretato dalla Winslet.Inespressiva,scostante cupa,persino nel modo di camminare la Winslet,trasmette rigore e disciplina.Non prova all'inizio interesse verso Michael, se non quello di farlo leggere e di perdersi fisicamente con lui.La solitudine di Hana,la sua vita misteriosa e triste, che vede un barlume di felicità solo all'arrivo dell'adolescente.Riusciamo a vedere un lato umano di Hana solo quando si commuove in chiesa e quando fa il bagno nel fiume.Lì ritroviamo forse,piccoli attimi di felicità.

Cosa non mi è piaciuto di questo film?
L'ennesima trama che gravita ancora intorno all'Olocausto,non mi piace l'idea che le tragedie vengano sfruttate.
L'eccessiva presenza di scene fisiche,troppe secondo me.
 
M

maredentro78

Guest
Io ho amato Kate Winslet perché è un'attrice che si sta facendo strada,era un ruolo difficile da gestire,è stata davvero brava!Concordo perfettamente con Zan sul fatto che il cinema oramai abusa da troppo tempo di questo soggetto,facendone anche perdere il senso.E' troppo inflazionato.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
L'ho visto da poco, all'epoca mi era sfuggito.
Secondo me è un film estremamente efficace, perché non toglie nulla all'orrore del contesto storico ma aggiunge ai personaggi, al di là degli stereotipi di "vittima" e/o "carnefice, la loro dimensione intima, sia personale che relazionale.
La vita irrisolta del protagonista maschile, Michael, è giocata sul registro dell'abbandono, subito ed anche agito, ma comunque all'insegna dell'assenza.
Lui è colui al quale la vita è stata interrotta e resa monca da un incontro diventato nel tempo il segreto inciampo di ogni altra relazione.
Lei, Hanna, ha vissuto un'intera esistenza sotto due macigni: la vergogna e la colpa.
Per una sola estate è stata realmente viva grazie alla potenza dell'eros.
Poi il suo demone privato, la vergogna, l'ha costretta a fuggire. Quando impara a leggere, quando viene liberata dall'incubo della vergogna, potrebbe salvarsi se avesse la forza di affrontare anche la colpa, ma non può, non ne ha gli strumenti. Paradossalmente, proprio quando il demone della vergogna non paralizza più la sua anima, Hanna intuisce che uscendo nel mondo esterno dovrebbe affrontare l'altro demone, la colpa, ma per lei questa dimensione rimane tragicamente incomprensibile o, forse, disperatamente irrimediabile.
Mi sembra emblematica la scelta di suicidarsi salendo proprio su di un piedistallo di libri, gli stessi libri che l'hanno nutrita negli ultimi anni.
Per quel che riguarda la recitazione, mi convince proprio perché è contenuta e tutt'altro che fredda.
Non sono certo le lacrime degli attori che suscitano le lacrime degli spettatori; secondo me una trattenuta ma commossa desolazione emoziona di più perché evoca lo stato d'animo senza eccedere nella ricerca del pathos.
Quindi secondo me questo film merita i riconoscimenti che ha avuto.
 
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