Ciao Zac!
Allora siamo in due, sai? :YY
Un libro l'ho scritto e adesso sto dietro al secondo (sempre fantasy per la cronaca).
Beh... consigli... non è facile darne... però sono certa che ciò che colpisce non sono tanto le scene o le fisonomie dei personaggi; la trama se non ha colpi di scena e se non è innovativa non risalta all'occhio, per cui non genera interesse.
Per saperne di più: quali idee hai in mente? Ti sconsiglio le classiche storie d'amore tra vampiri (ce ne sono fin troppe) ma se vuoi scriverne mettici qualcosa nella trama che colpisca oltre la mera storia d'amore. Del tipo che magari il bene non sempre vince. Qualcosa di diverso insomma... :wink:
E il miglior consiglio che posso darti è di evitare le case editrici a pagamento e di partecipare ai concorsi (quelli seri):wink:
Tantissimi auguri!!!!! TUNZZZ
Il bene vince sempre, nella letteratura
Dipende da cosa uno legge..
In "Harry Potter", per forza vince il bene
E allora? Nella Divina Commedia vince il bene, ne I promessi sposi vince il bene, nella Bibbia vince il bene, in tutti i veri grandi libri vince il bene. Ed è per questo che io farò vincere il bene.
E allora? Nella Divina Commedia vince il bene, ne I promessi sposi vince il bene, nella Bibbia vince il bene, in tutti i veri grandi libri vince il bene. Ed è per questo che io farò vincere il bene.
quindi non consideri grandi libri, che ne so, "La storia" di Elsa Morante? Oppure "Il diario di Anna Frank"? O ancora "Le affinità elettive" e "La certosa di Parma"? (sai che potrei proseguire con decine di altri "grandi libri" in cui il bene non trionfa nemmeno un po'? ;-)
No, non li considero VERI GRANDI LIBRI. Quelli che intendo io sono libri che sono restati nella storia, che hanno fatto cambiare la mentalità a tutta la società del tempo, che hanno rivoluzionato la letteratura. Non possiamo paragonare Dante e Manzoni alla Morante o a Stendhal, c'è troppa differenza. Di grandi libri (Divina Commedia, I promessi sposi, I miserabili, Don Chisciotte della Mancia, Alla ricerca del tempo perduto) ve ne sono massimo 2-3 per ogni secolo.
E poi vi sono i libri che hanno per base una storia vera, come quello di Anna Frank, la maggior parte di quelli finisce male, così è la vita vera. Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.
No, non li considero VERI GRANDI LIBRI. Quelli che intendo io sono libri che sono restati nella storia, che hanno fatto cambiare la mentalità a tutta la società del tempo, che hanno rivoluzionato la letteratura. Non possiamo paragonare Dante e Manzoni alla Morante o a Stendhal, c'è troppa differenza. Di grandi libri (Divina Commedia, I promessi sposi, I miserabili, Don Chisciotte della Mancia, Alla ricerca del tempo perduto) ve ne sono massimo 2-3 per ogni secolo.
E poi vi sono i libri che hanno per base una storia vera, come quello di Anna Frank, la maggior parte di quelli finisce male, così è la vita vera. Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.
No, non li considero VERI GRANDI LIBRI. Quelli che intendo io sono libri che sono restati nella storia, che hanno fatto cambiare la mentalità a tutta la società del tempo, che hanno rivoluzionato la letteratura. Non possiamo paragonare Dante e Manzoni alla Morante o a Stendhal, c'è troppa differenza. Di grandi libri (Divina Commedia, I promessi sposi, I miserabili, Don Chisciotte della Mancia, Alla ricerca del tempo perduto) ve ne sono massimo 2-3 per ogni secolo.
E poi vi sono i libri che hanno per base una storia vera, come quello di Anna Frank, la maggior parte di quelli finisce male, così è la vita vera. Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.
Mi pare che una discussione simile, cos'è un grande classico, quali sono i grandi classici, sia stata affrontata altrove.
Personalmente non mi ritrovo nelle catalogazioni troppo strette e non credo nemmeno che la vera arte esiga che il bene vinca e il male perda... tuttavia sono fermamente convinto che ogni scrittore debba scrivere come sente (se a un altro non piace dice che brutto e getta il libro). E' per questo che capisco poco le richieste di consigli su "come" scrivere un libro: non credo esistano regole fisse, al limite (molto al limite) nemmeno regole grammaticali o di sintassi (basta che si capisca cosa c'è scritto). Uno scrive quel che sente e poi si vedrà. Quanto a partecipare a concorsi ho vaste riserve, avendone qualche esperienza: non li giudico attendibili, salvo lodevoli eccezioni. Infine per le case editrici approvo in pieno il consiglio di tenersi alla larga da quelle a pagamento, se non altro perché pubblicano tutto, tanto le spese le paga l'autore, tengono alto il livello (statistico) di produzione (cosa che conta) e il libro a volte non viene nemmeno non dico pubblicizzato ma distribuito. Per la pubblicazione sono da prendere in considerazione gli e-book, che secondo me rappresentano un futuro importante. Quanto al self-publishing... mah, temo che troppe volte sia una bella illusione
Sono felice che tu sappia quali sono i "veri grandi libri" e non posso che augurarti di scriverne uno di questi. Mi chiedo solo se sei sincero oppure se sei proprio Moccia travestito da utente del forum...
Comunque sia, Zac, costruisci bene la tua trama! Date le tante creature che hai intenzione di usare avrai molto lavoro da prestare al tuo romanzo! In bocca al lupo! E tienici aggiornati!!!!
è molto interessante che tu "restringa" numericamente il valore universale di un'opera a 2-3 per secolo, quando ultimamente stiamo affrontando diversi dibattiti sul tema "cosa è classico" e cosa nn lo è, con una tendenza a includere nel termine "classici" anche opere di dubbio valore o a escluderne altre tradizionalmente considerate tali...
cmq sia, tu ribadisci una cosa che nn lascia spazio a contestazioni e che mi lascia molto perplessa: la vera arte esige che sia il bene a vincere...
tanto per parlare di un'opera da te citata: qual'è il bene che trionfa nel Don Chisciotte??? io, che l'ho letto da poco, ho trovato un finale assolutamente disarmante e che proprio per qst lascia irrisolti una serie di interrogativi: Don Chisciotte si è davvero "pentito" della sua "follia"? è morto da "sano"? ma da "sano" per chi? era davvero sereno, in pace con se stesso, dopo aver preso coscienza della realtà? e se così fosse (cosa di cui dubito) lo trovi un finale così "allegro"? certo drammatico nn è... ma è un finale aperto, non un "lieto fine"!!!...
è qst perlopiù che fa grande un'opera secondo me: la capacità di lasciare dei non detti che sopravvivano al "finale" e permettano all'opera di scavalcare i secoli e risultare sempre e comunque attuale, e mai, mai "risolta"...
Sono le opere che non siamo in grado di "risolvere" qll che sono capaci di parlarci ancora...
Per nn parlare del fatto che, se è vero che - come dici tu stesso - il male trionfa solo nella "vita vera"... da qst dovrei dedurre che tu nn ritieni ci siano grandi opere che trattino, appunto, della "vita vera"??? ma cosa leggi???
Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.
Credo che... aspetta... sì, sì, mi stanno sanguinando gli occhi a leggere queste parole!
Insomma, potrei essere meno d'accordo solo se mi alzassi e intraprendessi un viaggio fino a Messina per colpirti sulla testa con tutta la vera arte che finisce male presente nella mia libreria.
Credo di essermi spiegato male...ti faccio un esempio banalissimo come tesi di quello che ho detto: immagina uno di quei cartoni giapponesi super-violenti che fanno spesso in televisione. Lì ci sono sempre scontri tra buoni e cattivi che si svolgono secondo uno schema lineare: arriva il cattivo che si dimostra molto più forte del buono, il buono si allena (o comunque raggiunge uno stadio di forza superiore) e poi, dopo un combattimento quasi alla pari fra i due, vince il buono. Secondo te, colui che scrive tutto questo potrebbe mai far vincere il male? Come risulterebbe la storia?
Risposta (che vale per me): molto più bella e diversa dal solito?