Spoiler
In genere in un libro per appassionare ci devono essere colpi di scena, suspence, azione, invece "Il deserto dei tartari" riesce ad appassionare senza tutto questo, paradossalmente infatti quando arriva l'azione il libro si conclude.
Giovanni Drogo è un giovane di belle speranze, con davanti un futuro che egli prevede fatto di azioni eroiche e grandi gesta. Vive per questo, anzi sacrifica la propria vita in questa attesa. Lui come tanti altri prima di lui. Il futuro appare loro come qualcosa di ancora lontano, sempre lontano, troppo tardi ognuno si rende conto che il futuro era formato da quei giorni che essi hanno sprecato nella sua attesa. Lo aspettavano e non si rendevano conto di viverlo, pensavano e sognavano quello che doveva accadere e non consideravano quello che succedeva. Qualcuno più furbo, o più opportunista se ne accorgeva e riusciva a non farsi prendere nella trappola dell'attesa della Fortezza.
Quando Drogo si rende conto di questa trappola si rende anche conto che la sua vita è già fuggita, mentre lui aspettava, i suoi amici in città hanno vissuto, si sono fatti una posizione, una famiglia, una casa, adesso lui è solo "... Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani, che se uno soffre, il dolore è completamente suo ..."
Drogo morirà solo, perché di fronte alla gloria, agli onori, non c'è amicizia, non c'è compassione, nè tantomeno altruismo. " ... nulla è più difficile che morire in un paese estraneo ed ignoto, sul generico letto di una locanda, vecchi ed imbruttiti, senza lasciare nessuno al mondo", per questo Drogo cercherà di dare un senso alla sua vita affrontando a testa alta il suo ultimo Nemico.