skitty
Cat Member
SCARFACE
Una storia violenta di Daniele Cavagna
Ovviamente, ve ne accorgerete leggendo, non ho mai recensito un libro!!!! Ci provo, siate clementi! (mi rivolgo sia all'autore che ai forum-lettori!)
Perché ho letto questo libro
Ho deciso di leggere questo libro, perché attirata dai pensieri dell'autore emergente, nelle sue presentazioni su questo forum e sul suo sito. Soprattutto opinioni, molto condivisibili, riguardo le preoccupazioni attuali per la società in cui viviamo... Temi magari ripetuti, e che possono sembrare scontati, ma che portano (secondo me) alla riflessione su diversi aspetti di ciò che ci circonda.
Riassunto della trama
Si tratta della storia di un ragazzino, Rommy, che vive in condizioni al limite dell'umano, senza una vera famiglia, e sempre circondato da violenza e prepotenza, fisiche e mentali.
Dolo la visione del film “Scarface”, Rommy decide di emularne il protagonista Tony Montana; si convince che la forza e la prevaricazione siano i giusti mezzi per cambiare la propria vita in meglio ed affermarsi nella società.
Inizia quindi una serie di atti illeciti e gravi, che invischiano sempre di più il protagonista in situazioni senza via d'uscita, e soprattutto lo riducono ad un livello tale di spregiudicatezza, per cui non distingue più neppure il bene dal male. E non si ferma mai. Ininterrottamente sceglie sempre di compiere altri gesti disperati, a volte anche ingenuamente, laddove poteva decisamente evitarli, fino ad essere definitivamente catturato.
Modalità di narrazione
Il testo si presenta ricchissimo di descrizioni, di analogie e metafore...
In alcuni momenti questi strumenti approfondiscono molto la narrazione, e sono veramente graditi per capire, vivere la storia, interpretare le azioni. Oltre ad essere molto fantasiosi e “azzeccati”.
A mio parere, solo in alcuni passi, il carattere descrittivo è un po' troppo marcato, non nel senso che infastidisca, ma che rallenti un pochino il ritmo della storia.
Un particolare che ho molto gradito, sono stati degli intermezzi che interrompono in vari momenti la narrazione della vicenda. Proprio delle pause, in cui troviamo scritte in corsivo delle riflessioni dell'autore che, ovviamente si legano all'ultimo passo narrato, ma che più in generale si riallacciano anche alla nostra vita di tutti i giorni.
“Ma i fogli bianchi e immacolati di un quaderno, a forza di cancellare gli errori, si stropicciano e diventa difficile scriverci sopra di nuovo”.
“Chissà per quale assurdo motivo gli uomini hanno questa smania di compiere azioni e atti illeciti? Sono così noiose le regole? Così stupide da doverle aggirare per sentirsi vivi e liberi almeno per qualche ora? Le regole sono il vangelo della libertà. Ma la maggior parte delle persone non sa e non vuole essere libera. Essere liberi è faticoso e impegnativo, come tutte le cose migliori della vita.”
“Il destino dell'uomo è quello di rimanere imprigionato nella corrente del fiume che scorre. Noi crediamo di essere artefici della nostra vita. In realtà, per quanto ci agitiamo, possiamo decidere soltanto a quale sponda avvicinarci, ma il corso del fiume non dipende da noi”.
“Il denaro... (….) Si dice che non tutto può essere comprato e forse è così. Ma, se ci guardiamo intorno, esiste davvero qualcosa che l'uomo non ha mai venduto?”.
Il protagonista
L'autore... consciamente o inconsciamente... questo lo chiederemo a lui, si prodiga di appellativi durante la narrazione, per nominare il suo protagonista. Rommy viene sempre definito: “il piccolo”, “il giovanotto”, “il ragazzino”, “il piccoletto”... Nonostante le sue azioni lo portino sempre più lontano dal significato che attribuiamo abitualmente a questi sostantivi. Non solo questa “classificazione” come bambino, ma anche alcuni comportamenti attribuiti a Rommy (momenti di pianto ricacciato indietro, l'affetto per un cane randagio, l'affezionarsi a figure femminili materne), si contrappongono in forte contrasto con le azioni di violenza, abbandono degli amici, furti e uccisioni...
Durante la lettura, ho chiesto all'autore se si fosse ispirato a fatti veri... Spesso le scene sono talmente forti e ricche di particolari, che sembrano vere... Personalmente preferisco pensare che lo scrittore abbia una sviluppatissima fantasia e una certa bravura nel descrivere poi ciò che pensa con le parole... Dico così perchè mi sembra una storia davvero troppo dura, e troppo ricca di comportamenti e vicissitudini violente... Spero che non esista da nessuna parte un vero Rommy!
Commento personale
Mi è piaciuto questo libro, anche se ho gradito di più il genere de “Il poeta con la chitarra”, (sempre di Cavagna, sto però finendo di leggerlo), più soft e con meno violenza!
Unico appunto: a volte si ha l'impressione che succedano troppe cose proprio tutte al protagonista, al che uno dice: ma caspita, ma perché non la smette! Ma del resto è un romanzo... qualcosa deve succedere...
Il finale lascia aperte mille possibili conclusioni.... a noi riflettere ed immaginare come poter magari riscattare un ipotetico Rommy nel nostro mondo reale, se sia possibile o meno...
Lettura piacevole: ripeto, parere personale, per me il tocco particolare sono i frammenti di riflessioni che arricchiscono la storia e la rendono verosimile.
Una storia violenta di Daniele Cavagna
Ovviamente, ve ne accorgerete leggendo, non ho mai recensito un libro!!!! Ci provo, siate clementi! (mi rivolgo sia all'autore che ai forum-lettori!)
Perché ho letto questo libro
Ho deciso di leggere questo libro, perché attirata dai pensieri dell'autore emergente, nelle sue presentazioni su questo forum e sul suo sito. Soprattutto opinioni, molto condivisibili, riguardo le preoccupazioni attuali per la società in cui viviamo... Temi magari ripetuti, e che possono sembrare scontati, ma che portano (secondo me) alla riflessione su diversi aspetti di ciò che ci circonda.
Riassunto della trama
Si tratta della storia di un ragazzino, Rommy, che vive in condizioni al limite dell'umano, senza una vera famiglia, e sempre circondato da violenza e prepotenza, fisiche e mentali.
Dolo la visione del film “Scarface”, Rommy decide di emularne il protagonista Tony Montana; si convince che la forza e la prevaricazione siano i giusti mezzi per cambiare la propria vita in meglio ed affermarsi nella società.
Inizia quindi una serie di atti illeciti e gravi, che invischiano sempre di più il protagonista in situazioni senza via d'uscita, e soprattutto lo riducono ad un livello tale di spregiudicatezza, per cui non distingue più neppure il bene dal male. E non si ferma mai. Ininterrottamente sceglie sempre di compiere altri gesti disperati, a volte anche ingenuamente, laddove poteva decisamente evitarli, fino ad essere definitivamente catturato.
Modalità di narrazione
Il testo si presenta ricchissimo di descrizioni, di analogie e metafore...
In alcuni momenti questi strumenti approfondiscono molto la narrazione, e sono veramente graditi per capire, vivere la storia, interpretare le azioni. Oltre ad essere molto fantasiosi e “azzeccati”.
A mio parere, solo in alcuni passi, il carattere descrittivo è un po' troppo marcato, non nel senso che infastidisca, ma che rallenti un pochino il ritmo della storia.
Un particolare che ho molto gradito, sono stati degli intermezzi che interrompono in vari momenti la narrazione della vicenda. Proprio delle pause, in cui troviamo scritte in corsivo delle riflessioni dell'autore che, ovviamente si legano all'ultimo passo narrato, ma che più in generale si riallacciano anche alla nostra vita di tutti i giorni.
“Ma i fogli bianchi e immacolati di un quaderno, a forza di cancellare gli errori, si stropicciano e diventa difficile scriverci sopra di nuovo”.
“Chissà per quale assurdo motivo gli uomini hanno questa smania di compiere azioni e atti illeciti? Sono così noiose le regole? Così stupide da doverle aggirare per sentirsi vivi e liberi almeno per qualche ora? Le regole sono il vangelo della libertà. Ma la maggior parte delle persone non sa e non vuole essere libera. Essere liberi è faticoso e impegnativo, come tutte le cose migliori della vita.”
“Il destino dell'uomo è quello di rimanere imprigionato nella corrente del fiume che scorre. Noi crediamo di essere artefici della nostra vita. In realtà, per quanto ci agitiamo, possiamo decidere soltanto a quale sponda avvicinarci, ma il corso del fiume non dipende da noi”.
“Il denaro... (….) Si dice che non tutto può essere comprato e forse è così. Ma, se ci guardiamo intorno, esiste davvero qualcosa che l'uomo non ha mai venduto?”.
Il protagonista
L'autore... consciamente o inconsciamente... questo lo chiederemo a lui, si prodiga di appellativi durante la narrazione, per nominare il suo protagonista. Rommy viene sempre definito: “il piccolo”, “il giovanotto”, “il ragazzino”, “il piccoletto”... Nonostante le sue azioni lo portino sempre più lontano dal significato che attribuiamo abitualmente a questi sostantivi. Non solo questa “classificazione” come bambino, ma anche alcuni comportamenti attribuiti a Rommy (momenti di pianto ricacciato indietro, l'affetto per un cane randagio, l'affezionarsi a figure femminili materne), si contrappongono in forte contrasto con le azioni di violenza, abbandono degli amici, furti e uccisioni...
Durante la lettura, ho chiesto all'autore se si fosse ispirato a fatti veri... Spesso le scene sono talmente forti e ricche di particolari, che sembrano vere... Personalmente preferisco pensare che lo scrittore abbia una sviluppatissima fantasia e una certa bravura nel descrivere poi ciò che pensa con le parole... Dico così perchè mi sembra una storia davvero troppo dura, e troppo ricca di comportamenti e vicissitudini violente... Spero che non esista da nessuna parte un vero Rommy!
Commento personale
Mi è piaciuto questo libro, anche se ho gradito di più il genere de “Il poeta con la chitarra”, (sempre di Cavagna, sto però finendo di leggerlo), più soft e con meno violenza!
Unico appunto: a volte si ha l'impressione che succedano troppe cose proprio tutte al protagonista, al che uno dice: ma caspita, ma perché non la smette! Ma del resto è un romanzo... qualcosa deve succedere...
Il finale lascia aperte mille possibili conclusioni.... a noi riflettere ed immaginare come poter magari riscattare un ipotetico Rommy nel nostro mondo reale, se sia possibile o meno...
Lettura piacevole: ripeto, parere personale, per me il tocco particolare sono i frammenti di riflessioni che arricchiscono la storia e la rendono verosimile.
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