Facco, Giorgio - Ma se gli alberi piangessero, cosa piangerebbero?

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
beh ragazzi eccovi un'altra piccola chicca il gruppo fb per i più curiosi per vedere foto e avere altre informazioni e commenti ... mi raccomando iscrivetevi e dite la vostra !!!!


http://www.facebook.com/group.php?gid=311447875887


un altro link valido

http://www.storiedilibri.it/libri/ma-se-gli-alberi-piangessero-cosa-piangerebbero-di-giorgio-facco

altre foto sul mio profilo. see youuuuu


Devo stare attento perchè sono stato già bannato per un malinteso, quindi vedrò di contenermi e scrivere con educazione: come mai GIORGIO FACCO hai accettato di pagare per vederti pubblicato? La casa editrice che ti ha sottratto 2500 euro senza nemmeno farti un editing decente ( nell'incipit non ti ha nemmeno sostituito pò con po' con l'apostrofo e non ti ha nemmeno consigliato nelle ultime righe di non ripetere in maniera ridondante "cos'è successo, cos'era successo" e la parola rumore) addirittura è una tipografia, non una casa editrice che faccia selezione di opere meritevoli. Alcuni ragazzi hanno tirato in castagna il gruppo albatros, fingendo di sottoporre al loro comitato di lettura un manoscritto accozzaglia di pagine di blog, Wikipedia, stralci di racconti e poesie e quant'altro, assemblati senza alcun senso logico. Il Gruppo Albatros ha accettato di pubblicare il manoscritto per la modifca cifra di 2491,36€.
In maniera educata e civile, senza sollevare polveroni e polemiche, vorrei solo capire perchè hai accettato di pagare gente che prende il tuo sogno, lo infiocchetta con una carta regalo e lo getta su uno scaffale. Poi arriverderci e grazie.:boh:
 

giorgio.facco

New member
ciao Germano domanda assolutamente pertinente e stravalida. Cercherò di risponderti ovviamente parlando solo per me stesso e non per altri, e sperando di risolvere tutti i tuoi dubbi.

Inizio consigliandoti di leggere il mio libro e poi di darmi un tuo giudizio completo e dettagliato che non si basi sulla lettura di mezza pagina, o dal nome della casa editrice, inoltre l'intro che ho citato qui l'ho presa da miei file e non vorrei aver pescato male, ora controllerò (e comunque le scelte stilistiche caratterizzano lo scrittore, e ovviamente possono anche non piacere).
Per quanto riguarda la questione dell'ALbatros inizio con il dire : il mio secondo libro mai lo pubblicherei con loro, ma che probabilmente se tornassi indietro nel tempo lo ri-pubblicherei (con qualche aggiustamento) con loro e ora motivo .

Non ripubblicherei con loro perchè penso di poter valere qualcosa in più, anche se sono sicuro che ormai 80% delle case editrici (o più) ti fa pagare (in un modo o in altro) la pubblicazione del libro soprattutto se sei nessuno. Così funziona il mondo, non dico sia giusto, ma così è e lo sappiamo tutti.
Sono d'accordo che non ti dedichi abbastanza attenzione come casa editrice e ti lasci allo sbando soprattutto per quanto riguarda la distribuzione cosa fondamentale. Non la ritengo certo meritevole di lode ! Ma come si dice si impara sbagliando no?

Altresì è vero anche che io non avevo esperienza in questo campo facendo nella vita tutt'altro (ingegnere), e da questa esperienza ho imparato molto, e mi ha fatto comunque piacere alcuni supporti dell'albatros (come per esempio le interviste), piccolezze ma che ti fanno sempre imparare qualcosa. Ora saprei muovermi meglio e ho un po’ più il pelo per certe cose.

Aihmè ho imparato pure io che forse la selezione non è un granchè, ma per un giovane che sogna di pubblicare da quando è ragazzino l'euforia è troppa ed è disposto anche a sacrifici. Poi ovvio l'intelligentia è quella di non ri-cascarci.
Poi spero di aver dimostrato il mio interesse nella mia opera con tre presentazioni &C. Io al mio libro ci credo e non penso sia un’accozzaglia di parole.

Spero di averti risposto se no sono pronto a rispiegare tutto quel che vuoi, spero anche che tu possa giudicarmi dal mio libro, dal mio stile, dalla mia prosa e non dalla casa editrice; e se per caso lo leggessi e ti facesse "cacare", va bene lo puoi scrivere a caratteri cubitali, ma il motivo mi piacerebbe essere "letterario”

permettimi anche una piccola puntualizzazione (o battutina spero che tu non ti possa offendere): tu hai pubblicato con ilmiolibro ho visto, cosa che avevo valutato pure io, ma facendo 2 conti avrei speso 2381€ (basta fare un libro da 140 pag e di 360 copie)...insomma pagare ilmiolibro o un altro non fa molta differenza no?!

ciao g
 
Ultima modifica:

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
ciao Germano domanda assolutamente pertinente e stravalida. Cercherò di risponderti ovviamente parlando solo per me stesso e non per altri, e sperando di risolvere tutti i tuoi dubbi.

Inizio consigliandoti di leggere il mio libro e poi di darmi un tuo giudizio completo e dettagliato che non si basi sulla lettura di mezza pagina, o dal nome della casa editrice, inoltre l'intro che ho citato qui l'ho presa da miei file e non vorrei aver pescato male, ora controllerò (e comunque le scelte stilistiche caratterizzano lo scrittore, e ovviamente possono anche non piacere).
Per quanto riguarda la questione dell'ALbatros inizio con il dire : il mio secondo libro mai lo pubblicherei con loro, ma che probabilmente se tornassi indietro nel tempo lo ri-pubblicherei (con qualche aggiustamento) con loro e ora motivo .

Non ripubblicherei con loro perchè penso di poter valere qualcosa in più, anche se sono sicuro che ormai 80% delle case editrici (o più) ti fa pagare (in un modo o in altro) la pubblicazione del libro soprattutto se sei nessuno. Così funziona il mondo, non dico sia giusto, ma così è e lo sappiamo tutti.
Sono d'accordo che non ti dedichi abbastanza attenzione come casa editrice e ti lasci allo sbando soprattutto per quanto riguarda la distribuzione cosa fondamentale. Non la ritengo certo meritevole di lode ! Ma come si dice si impara sbagliando no?

Altresì è vero anche che io non avevo esperienza in questo campo facendo nella vita tutt'altro (ingegnere), e da questa esperienza ho imparato molto, e mi ha fatto comunque piacere alcuni supporti dell'albatros (come per esempio le interviste), piccolezze ma che ti fanno sempre imparare qualcosa. Ora saprei muovermi meglio e ho un po’ più il pelo per certe cose.

Aihmè ho imparato pure io che forse la selezione non è un granchè, ma per un giovane che sogna di pubblicare da quando è ragazzino l'euforia è troppa ed è disposto anche a sacrifici. Poi ovvio l'intelligentia è quella di non ri-cascarci.
Poi spero di aver dimostrato il mio interesse nella mia opera con tre presentazioni &C. Io al mio libro ci credo e non penso sia un’accozzaglia di parole.

Spero di averti risposto se no sono pronto a rispiegare tutto quel che vuoi, spero anche che tu possa giudicarmi dal mio libro, dal mio stile, dalla mia prosa e non dalla casa editrice; e se per caso lo leggessi e ti facesse "cacare", va bene lo puoi scrivere a caratteri cubitali, ma il motivo mi piacerebbe essere "letterario”

permettimi anche una piccola puntualizzazione (o battutina spero che tu non ti possa offendere): tu hai pubblicato con ilmiolibro ho visto, cosa che avevo valutato pure io, ma facendo 2 conti avrei speso 2381€ (basta fare un libro da 140 pag e di 360 copie)...insomma pagare ilmiolibro o un altro non fa molta differenza no?!

ciao g

innanzitutto grazie per l'educazione e signorilità con cui rispondi.
Non ho detto che il tuo libro fa schifo, ti ho solo fatto notare che purtroppo non ti hanno fatto editing, e santo cielo hanno voluto 2500 euro per cosa? farti solo un'intervista? e stampare 200 copie? Son degli sciacalli. Comunkue il fatto che tu sia pentito ti fa già onore, questi personaggi rovinano il panorama editoriale di noi sconosciuti.
Non ho neanche detto che il tuo libro è un'0accozzaglia di frasi, ho riferito il tranello con cui albatros è stata sputtanata dai ragazzi di www.writersdream.org.
Per il tuo secondo libro puoi dare un'occhiata a questo sito, c'è una lista di editori che non chiedono contributo. Essere pubblicati senza pagare è possibile, continua a crederci come faccio io. nel momento in cui io mi stampo 20 copie del mio romanzo dal miolibro.it, so che posso venderlo ad amici e parenti al 200% del prezzo di copertina. Non so se riuscirei a recuperare 2500 euro tentando di smerciare le 200 copie che ti affibbia coercitivamente Il filo. capisci cosa intendo?
In bocca al lupo per tutto
 

giorgio.facco

New member
ciao Germano non volevo assolutamente dire che tu intendessi che il mio libro fa cagare era solo per riprendere il tuo ragionamento, e poi volevo solo farti capire che il potere di dare voce al tuo libro fa gola a molti emergenti che nel mare magno di tutto ovviamente rimangono un po' frastornati, e poi come in tutte le cose una volta dentro ci vedi più chiaro e capisci gli errori ma soprattutto capisci come non commetterli più .
Ti assicuro cmq che c'è di peggio aihmè.
Io spero molto che tu abbia la voglia di leggere il mio libro per darmi un tuo giudizio e speriamo anche per far vedere che proprio tutta "cacca" non pubblica albatros :).
Ovviamente grazie per il link credo che forse dopo lo sfizio del primo libro dedicherei più attenzione all'editoria ligure, e delle piccole realtà giovani e autonome che ho scoperto pubblicando ...vedi poi tutto il male non viene per nuocere e che poi si rimedia... ciao g
 

giorgio.facco

New member
copertina

Un libro non è tale senza la copertina ! ECCOLA.

book


index.php



due righe su essa: la foto è stata fatta da Elena Curotto nella galleria d'arte CHANARTE (http://www.chanarte.com/), l'idea non per vantarmi è mia e infatti ci ho messo pure il corpo ! Beh non tralascio che la cura della copertina è stata fatta minuziosamente perchè riprendesse il senso del libro, e a mio avviso ce la fa! speriamo vi piaccia o almeno vi invogli.
 

giorgio.facco

New member
Intervista con l'autore

ecco le mie risposte :



1. Hai scritto il libro con carta e penna oppure al computer?

Direi che principalmente l’ho scritto su Pc, anche se appunti o idee volanti le ho annotate sull’agendina, ovviamente Moleskine e ovviamente nera .

2. Ritieni indifferente scriverlo con carta e penna o usando un computer?

Si lo ritengo ininfluente almeno penso che sia utile scrivere le idee e pensieri dove sia possibile farlo in quel momento.

3. Hai mai riletto completamente e senza saltare nessuna pagina una copia stampata e rilegata (come sarà nelle mani dei lettori) del tuo libro?

Ammetto no . Il libro stampato e rilegato l’ho solo letti in alcune parti, mi sono accontentato di averlo riletto molte volte su carta volante.

4. Un giudizio negativo e pesante sul tuo libro lo vedi come una martellata che ti ferisce o come una spinta che ti stimola?

Ma in realtà penso che ogni critica fatta sia un pro, un crescere, ovviamente deve essere fatta con senso logico ed educazione; cosa che secondo me non viene sempre fatta. La libertà di esprimere il proprio giudizio è una cosa fondamentale sempre nel rispetto dell’autore.

5. Quali sono gli autori e i romanzi che pensi ti abbiano dato ispirazione?

Come autori ritengo che mi abbiano influenzato Saramago, Izzo, Lovecraft, Dostoevskij, Lucarelli (le prime opere) .

6. A chi fai leggere le bozze del tuo romanzo, man mano che lo scrivi?

A un paio di strettissimi amici, a cui ho chiesto una prima impressione e poi l’ultima per capire se poteva essere una cosa pubblicabile .

7. Qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo libro?

Un grossissimo malessere interno dovuto a persone che mi giravano attorno.

8. Leggi ad alta voce quello che scrivi per sentire se suona bene quando viene letto?

Rileggo soprattutto ad alta voce, solitamente quando scrivo cerco di stare dietro ai pensieri.

9. Prendi ispirazione da fatti della vita quotidiana?

In alcune casi si, ma direi che non si può dire che mi basi al 100%. Prendo spunto qua e là

10. L'ispirazione si basa su fatti successi a te o magari su qualcosa vista per caso camminando per strada?

In parte, ovviamente ho cercato di esprimere il mio dolore, fastidio tramite il protagonista. Credo che ogni libro sia in parte autobiografico per l’autore.

11. Quando inizi a scrivere, immagini mai il tuo libro già con copertina, foto di copertina..insomma, già bell'e pronto da comprare?

No direi che solitamente io quando inizio a scrivere so già come andrò a finire, manca il mezzo, il companatico !

12. Pensi mai alle reazioni dei lettori vedendo il tuo libro sullo scaffale?

Spero sempre che riescano a percepire anche solo dalla copertina quello che il libro vuole trasmettere, le emozioni.

13. Quando hai iniziato a scrivere le pagine del tuo libro, avevi già un'idea di dove volevi arrivare o la storia si è costruita con il tempo?

Eh si come dicevo prima io quando inizio so già dove vado a finire.

14. Il tuo libro parla di un argomento ben definito. Perchè scegli questo piuttosto che un altro?

Diciamo che il mio libro può essere definito noir introspettivo, e la scelta credo sia venuta casualmente, non ho iniziato a scrivere pensando al genere, ma scrivendo mi sono accorto di quel che stava nascendo .

15. Qual è la la molla che spinge una persona a passare da fruitore delle opere altrui (presumo che ogni scrittore prima di diventare tale e anche dopo sia un grande lettore) a creatore di opere?

Credo che non esista la molla. Tutti, o almeno la maggior parte, della gente scrive, ma è altrettanto vero che tiene per se gli scritti. Credo che si scriva per liberarsi da dei pesi, per condividere, per esprimere.
La differenza e chi poi trova il coraggio o “la bravura” di passare dal cassetto di casa e provare il mondo esterno.

16. Perchè hai scritto il tuo primo libro?

Come dicevo prima per liberarmi da un peso e urlare il mio fastidio al mondo e non essendo capace di farlo a voce ho iniziato a scriverlo.

Per sentire la mia voce ecco il link : http://www.youtube.com/watch?v=52vww9QUEB0&feature=player_embedded
 

giorgio.facco

New member
ragazzi ecco un altro piccolo pezzo del mio libro. Di questa parte son molto fiero (passatemelo dai...), probabilmente perchè son riuscito a rappresentarmi in parole. A voi l'ultima parola...




A volte si crede di essere forti, a volte ci si crede imbattibili, a volte. Il più di queste volte si ha torto, e lo sappiamo benissimo, ma non lo vogliamo ammettere, non vogliamo far saziare la nostalgia e la tristezza dell’ultimo brandello di essenza che ci rimane.
Si pensa troppo ecco qual è il problema, almeno il mio, si pensa costantemente, quando si aprono gli occhi alla mattina, quando li chiudiamo alla sera, quando ci laviamo i denti, quando tratteniamo le lacrime perché stiamo pensando a chi quelle lacrime sono dirette.
Si crede di essere forti, ma non lo siamo, pensiamo che gli amici possano aiutarci che tanto prima o poi tutto passi, ma non è così, e noi lo sappiamo.
Cerchiamo di mentire.
Siamo tutti dei pessimi mentitori, o almeno io. Crediamo di non subire le conseguenze che gli altri decidono per noi, crediamo di essere una spanna sopra, siamo degli inguaribili creduloni, ecco cosa siamo, siamo dei bambini, e forse lo rimaniamo per le cose importanti o almeno io lo sono rimasto.
Si pensa che l’amore sia fatto per sorridere, io ci ho pianto dietro. Si crede che finalmente succeda a qualcun altro, con estremo opportunismo e cattiveria, ma non accade mai .
Si crede che quel sorriso sia per te, che quel bellissimo sorriso ci sia sempre, invece no, le immagini si riflettono, e rimangono solo per un istante e ad un tratto ti ritrovi a fissare un’ombra, e le ombre ci fanno compagnia tutta la vita, ma loro non hanno sorrisi, non si riflettono, ma riflettono qualcun altro anzi il loro contorno e poi lo riempiono di nero.
Ci sentiamo forti, ci sentiamo imbattibili, “Nessuno mi fermerà !” lo pensiamo tutti e ne siamo convinti, forse riusciamo anche a convincere qualcuno, ma stiamo solo riempiendo i contorni di nero anticipando l’inevitabile.
Pensiamo troppo, o almeno io lo faccio e questo mi logora. Penso che quel sorriso fosse mio, penso che quell’amore fosse mio perché il mio c’è ancora, perché il mio è nato e lo curo, non lo trascuro, ma questo mi uccide.
Voliamo alto noi, si voliamo alto, non ci importa delle ali di cera tanto il sole è lontano, ora stiamo volando, non ci importa, godiamoci il panorama, godiamoci le nuvole, godiamoci l’istante, il respiro, l’attimo, tutto questo perché sappiamo che non può durare, questo perché sappiamo che poi finiremo per trattenere le lacrime per quell’attimo che alla fine non avremmo goduto fino infondo; questo perché siamo degli inguaribili mentitori.
Un sorriso vale mille lacrime, il peso di un ricordo vale la morte, un’immagine merita solo un ombra? Penso di no.
E così penso al mio albero a cosa piangerebbe e credo proprio che piangerebbe tutta la tristezza della gente che gli è passata davanti.
Ecco il mio problema, forse il nostro, è che pensiamo.
Il problema voi direte, e vi domanderete probabilmente dove sta, pensare e riflettere è cosa sana e giusta, ma il mio problema è che penso sempre da solo, e il pensare da soli tende a sminuire le certezze, tende a invogliare la tristezza e la nostalgia ad attaccare quel poco di essenza che ci è rimasta. Da soli tutto fa più rumore, piangere da soli assorda, la solitudine è una gran cassa di risonanza, la migliore che ci sia, dove anche la più piccola cosa ti fa esplodere il cervello e ti fa tendere i muscoli, e se ci si gira non si vede nessuno, qui non siamo in una sitcom, nessuno è lì per noi, perché quelli saranno da qualche altra parte a cercare di non avere un’ombra da riempire. Siamo egoisti.
Siamo soli, o almeno io lo sono, si sono solo, e mentre lo ammetto ho paura, mentre lo ammetto odio chi in questo momento non è con me, mentre penso piango, e mentre piango prendo il pennarello nero e inizio a colorare entro i contorni, anticipo solo l’inevitabile.
Io ho amato, io sono stato buono, forse non è vero; e invece si lo sono stato e questo mi ha fatto male. “Ci ho guadagnato?” mi domando, perché soffro, perché è tutto così insoddisfacente, dove ho sbagliato, quando, quandoooo mi urlo dentro rompendomi le orecchie dell’animo.
Non mi merito ciò, ma forse nessuno se lo merita, ma vorrei che lo avesse qualcun altro tutto questo. Vorrei poter sorridere, ricordarmi di essere una persona, ricordarmi che un abbraccio è l’insieme di odori, di calore, di colori, di battiti sincroni e non solo un ricordo su cui struggersi.
Siamo tutti egoisti. Vorremo tutti la nostra felicità al posto di quella degli altri. Io lo ammetto, ma questo non fa di me né un gran uomo né un patetico essere, io sono solo io, sono solo triste, ferito e solo.
Vorrei non avere foto da guardare, ma foto da fare.
Vorrei fare progetti e non pensare.
Vorrei amare e non solo ricordarlo di una persona.
Non vorrei essere trattato come se fossi invisibile, come se fossi una brutta persona, non lo sono e lo sapete anche voi.
Non si vuole l’indifferenza, non si vuole la pietà, al massimo si danno, ma non le vorremmo mai ricevere, perché noi siamo forti, siamo imbattibili, siamo alti in volo e il sole è ancora lontano e quell’istante ce lo siamo guadagnati e nessuno ce lo può togliere, perché poi sappiamo che lo rimpiangeremo per tutta la vita, perché una lacrima fa il solco soprattutto se non riesce ad uscire.
E in tutto questo ci facciamo schifo ci guardiamo con disprezzo, perché non possiamo essere forti e pensare; siamo meschini ecco cosa siamo, piccoli e insignificanti a piangersi addosso, facciamo schifo, puzziamo, si puzziamo ecco perché ci evitiamo. Noi stessi ci evitiamo, non è paradossale, ci lasciamo da soli, perché la pietà non la vogliamo, e sentiamo il timore di rimanere infetti dal nostro stesso olezzo.
Siamo tutti meschini, lo sappiamo.
Però, c’è un però.
Però piangiamo, però continuiamo a pensare nonostante tutto, continuiamo imperterriti a percuotere il nostro essere, perché non vogliamo dimenticare, noi siamo il nostro ricordo, noi ci viviamo in quel ricordo, e speriamo che diventi, o ritorni, la realtà; perché noi abbiamo amato, perché noi abbiamo pianto, ma gli altri hanno gli occhi asciutti dall’indifferenza del tempo, coperti dal tepore del distacco.
Noi no e lo sappiamo.
“Siamo ancora lontani, ancora un secondo e poi scendo!” ci diciamo intanto che come matti ci guardiamo attorno per percepire tutti i particolari di quel volo, del nostro volo, della nostra vita, mentre battiamo all’impazzata le nostre palpebre per permettere un multiscatto ai nostri occhi, perché abbiamo fame di quell’essenza che qualcuno poi vorrà e sorridiamo impettiti, un po’ impauriti a dir il vero, ma intanto siamo forti e siamo imbattibili.
Le nuvole, i sorrisi, gli odori…e poi , sì e poi accade che ci guardiamo le mani e le vediamo tutte sporche di nero, non siamo mai stati bravi a colorare, siamo usciti fuori dai margini, e ora il nero e tutto intorno a noi, ora siamo anche noi nel nero, anzi …
siamo solo il nero, almeno io lo sono.
 

skitty

Cat Member
Giorgio... i miei complimenti! :)
Questo brano non solo mi è piaciuto molto per il modo in cui è scritto, ma penso che rifletterò tutto il giorno su queste parole. Sono una rappresentazione molto intensa e reale di ciò che si cela in ciascuno di noi, specialmente nei periodi di grande difficoltà.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
mi è piaciuto lo stile martellante, quasi asfittico, che non da respiro. Purtroppo il genere filosofeggiante non è il mio preferito, però per lo meno non hai toccato i soliti luoghi comuni, ma qualcosa di personale e profondamente vero.
Continua cosi'
 

giorgio.facco

New member
@skitty


Grazie mille ! Beh è lo scopo del brano mettere tarli nella mente ! Sono contento che ti abbia colpito ! Non ti resta che leggere il libro allora :D


@ Germano

Diciamo che il mio noir è molto introspettivo e quindi si alterna la scena del crimine con l'introspezione dei personaggi . Ma sono contento che ti sia piaciuto .
 

robertoansioso

New member
ragazzi ecco un altro piccolo pezzo del mio libro. Di questa parte son molto fiero (passatemelo dai...), probabilmente perchè son riuscito a rappresentarmi in parole. A voi l'ultima parola...




A volte si crede di essere forti, a volte ci si crede imbattibili, a volte. Il più di queste volte si ha torto, e lo sappiamo benissimo, ma non lo vogliamo ammettere, non vogliamo far saziare la nostalgia e la tristezza dell’ultimo brandello di essenza che ci rimane.
Si pensa troppo ecco qual è il problema, almeno il mio, si pensa costantemente, quando si aprono gli occhi alla mattina, quando li chiudiamo alla sera, quando ci laviamo i denti, quando tratteniamo le lacrime perché stiamo pensando a chi quelle lacrime sono dirette.
Si crede di essere forti, ma non lo siamo, pensiamo che gli amici possano aiutarci che tanto prima o poi tutto passi, ma non è così, e noi lo sappiamo.
Cerchiamo di mentire.
Siamo tutti dei pessimi mentitori, o almeno io. Crediamo di non subire le conseguenze che gli altri decidono per noi, crediamo di essere una spanna sopra, siamo degli inguaribili creduloni, ecco cosa siamo, siamo dei bambini, e forse lo rimaniamo per le cose importanti o almeno io lo sono rimasto.
Si pensa che l’amore sia fatto per sorridere, io ci ho pianto dietro. Si crede che finalmente succeda a qualcun altro, con estremo opportunismo e cattiveria, ma non accade mai .
Si crede che quel sorriso sia per te, che quel bellissimo sorriso ci sia sempre, invece no, le immagini si riflettono, e rimangono solo per un istante e ad un tratto ti ritrovi a fissare un’ombra, e le ombre ci fanno compagnia tutta la vita, ma loro non hanno sorrisi, non si riflettono, ma riflettono qualcun altro anzi il loro contorno e poi lo riempiono di nero.
Ci sentiamo forti, ci sentiamo imbattibili, “Nessuno mi fermerà !” lo pensiamo tutti e ne siamo convinti, forse riusciamo anche a convincere qualcuno, ma stiamo solo riempiendo i contorni di nero anticipando l’inevitabile.
Pensiamo troppo, o almeno io lo faccio e questo mi logora. Penso che quel sorriso fosse mio, penso che quell’amore fosse mio perché il mio c’è ancora, perché il mio è nato e lo curo, non lo trascuro, ma questo mi uccide.
Voliamo alto noi, si voliamo alto, non ci importa delle ali di cera tanto il sole è lontano, ora stiamo volando, non ci importa, godiamoci il panorama, godiamoci le nuvole, godiamoci l’istante, il respiro, l’attimo, tutto questo perché sappiamo che non può durare, questo perché sappiamo che poi finiremo per trattenere le lacrime per quell’attimo che alla fine non avremmo goduto fino infondo; questo perché siamo degli inguaribili mentitori.
Un sorriso vale mille lacrime, il peso di un ricordo vale la morte, un’immagine merita solo un ombra? Penso di no.
E così penso al mio albero a cosa piangerebbe e credo proprio che piangerebbe tutta la tristezza della gente che gli è passata davanti.
Ecco il mio problema, forse il nostro, è che pensiamo.
Il problema voi direte, e vi domanderete probabilmente dove sta, pensare e riflettere è cosa sana e giusta, ma il mio problema è che penso sempre da solo, e il pensare da soli tende a sminuire le certezze, tende a invogliare la tristezza e la nostalgia ad attaccare quel poco di essenza che ci è rimasta. Da soli tutto fa più rumore, piangere da soli assorda, la solitudine è una gran cassa di risonanza, la migliore che ci sia, dove anche la più piccola cosa ti fa esplodere il cervello e ti fa tendere i muscoli, e se ci si gira non si vede nessuno, qui non siamo in una sitcom, nessuno è lì per noi, perché quelli saranno da qualche altra parte a cercare di non avere un’ombra da riempire. Siamo egoisti.
Siamo soli, o almeno io lo sono, si sono solo, e mentre lo ammetto ho paura, mentre lo ammetto odio chi in questo momento non è con me, mentre penso piango, e mentre piango prendo il pennarello nero e inizio a colorare entro i contorni, anticipo solo l’inevitabile.
Io ho amato, io sono stato buono, forse non è vero; e invece si lo sono stato e questo mi ha fatto male. “Ci ho guadagnato?” mi domando, perché soffro, perché è tutto così insoddisfacente, dove ho sbagliato, quando, quandoooo mi urlo dentro rompendomi le orecchie dell’animo.
Non mi merito ciò, ma forse nessuno se lo merita, ma vorrei che lo avesse qualcun altro tutto questo. Vorrei poter sorridere, ricordarmi di essere una persona, ricordarmi che un abbraccio è l’insieme di odori, di calore, di colori, di battiti sincroni e non solo un ricordo su cui struggersi.
Siamo tutti egoisti. Vorremo tutti la nostra felicità al posto di quella degli altri. Io lo ammetto, ma questo non fa di me né un gran uomo né un patetico essere, io sono solo io, sono solo triste, ferito e solo.
Vorrei non avere foto da guardare, ma foto da fare.
Vorrei fare progetti e non pensare.
Vorrei amare e non solo ricordarlo di una persona.
Non vorrei essere trattato come se fossi invisibile, come se fossi una brutta persona, non lo sono e lo sapete anche voi.
Non si vuole l’indifferenza, non si vuole la pietà, al massimo si danno, ma non le vorremmo mai ricevere, perché noi siamo forti, siamo imbattibili, siamo alti in volo e il sole è ancora lontano e quell’istante ce lo siamo guadagnati e nessuno ce lo può togliere, perché poi sappiamo che lo rimpiangeremo per tutta la vita, perché una lacrima fa il solco soprattutto se non riesce ad uscire.
E in tutto questo ci facciamo schifo ci guardiamo con disprezzo, perché non possiamo essere forti e pensare; siamo meschini ecco cosa siamo, piccoli e insignificanti a piangersi addosso, facciamo schifo, puzziamo, si puzziamo ecco perché ci evitiamo. Noi stessi ci evitiamo, non è paradossale, ci lasciamo da soli, perché la pietà non la vogliamo, e sentiamo il timore di rimanere infetti dal nostro stesso olezzo.
Siamo tutti meschini, lo sappiamo.
Però, c’è un però.
Però piangiamo, però continuiamo a pensare nonostante tutto, continuiamo imperterriti a percuotere il nostro essere, perché non vogliamo dimenticare, noi siamo il nostro ricordo, noi ci viviamo in quel ricordo, e speriamo che diventi, o ritorni, la realtà; perché noi abbiamo amato, perché noi abbiamo pianto, ma gli altri hanno gli occhi asciutti dall’indifferenza del tempo, coperti dal tepore del distacco.
Noi no e lo sappiamo.
“Siamo ancora lontani, ancora un secondo e poi scendo!” ci diciamo intanto che come matti ci guardiamo attorno per percepire tutti i particolari di quel volo, del nostro volo, della nostra vita, mentre battiamo all’impazzata le nostre palpebre per permettere un multiscatto ai nostri occhi, perché abbiamo fame di quell’essenza che qualcuno poi vorrà e sorridiamo impettiti, un po’ impauriti a dir il vero, ma intanto siamo forti e siamo imbattibili.
Le nuvole, i sorrisi, gli odori…e poi , sì e poi accade che ci guardiamo le mani e le vediamo tutte sporche di nero, non siamo mai stati bravi a colorare, siamo usciti fuori dai margini, e ora il nero e tutto intorno a noi, ora siamo anche noi nel nero, anzi …
siamo solo il nero, almeno io lo sono.

Complimentoni vivissimi per questo magnifico brano! Hai del talento, e si vede! Ancora complimentoni e in bocca al lupo per il tuo libro che, almeno io ne sono certo, sarà un grande successo!
 

giorgio.facco

New member
Evvai !!! diciamo che metto tanti pensieri all'interno del mio scrivere !!! grazie mille delle tue parole skitty, se per caso lo leggerai fammi sapere cosa ne pensi !!!
 
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