Quando un adolescente, per scelta o per compito scolastico, scrive per la prima volta un racconto, di solito scrive così, con personaggi così,con nomi così, con plot e in location così, con dialoghi così, americani, come è stato abituato da tivù cinema e fumetti di consumo. Faletti mi pareva buon comico, astigiano che fa il macho meridionale con figlio ricchione. Mi è simpatico. Mi chiedo se non fa male a nessuno a scrivere libri così che diventano bestseller. Agli alberi sicuramente fa male, dice l'amico ambientalista. Avvicina alla lettura chi altrimenti non toccherebbe mai un libro, dice un'amica insegnante. Avercene autori così, che aiutano l'editoria, dice un collega redattore. Io me lo leggo e me lo guardo quest'uomo intelligente e anche spiritoso, che in fatto di scrittura narrativa è rimasto al livello di un adolescente o della casalinga di Voghera che dà ai figli nomi come Jonathan e Samantha. E penso che il problema non è lui, ma il suo sterminato pubblico.