asiul
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Mi è capitato di leggere qua e là per il forum alcuni racconti postati da altri utenti ed ho deciso, per non perderli di vista, di aprire un thread dove raccoglierli.
Sono racconti celebri e comunque pubblicati, vi invito pertanto a non inserire racconti inediti, verrà aperto un altro topic per questi ultimi.
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LA STANZA CHIUSA (1/2)
(Isaac Asimov - Tutti racconti Vol.I, Part 1)
" - Su, su - disse Shapur con molta cortesia (bisogna tenere presente che Shapur era un demonio). - Stai sprecando il mio tempo e anche il tuo, potrei aggiungere, dal momento che ti resta soltanto mezz'ora. - E la sua coda guizzò nell'aria.
- Non si tratta di dematerializazione? - chiese pensieroso Isidore Wellby.
- Ti ho già detto di no - rispose Shapur.
Per la centesima volta, Wellby guardò il bronzo che lo circondava da ogni
lato. Il demone aveva provato un piacere diabolico - che altro, se no? - nel fargli notare che il pavimento, il soffitto e le quattro pareti erano fatti di lastre di bronzo spesse sessanta centimetri, fuse insieme senza saldature.
Quella era la Prigione Assoluta, e Wellby aveva a disposizione soltanto
mezz'ora per uscirne, mentre il demonio lo osservava con un'espressione di
maligna attesa.
Era stato esattamente dieci anni prima che Isidore Wellby aveva firmato.
- Ti pagheremo in anticipo - disse Shapur in tono suasivo. - Per dieci anni potrai avere quello che vorrai, nei limiti del ragionevole; poi diventerai un demonio. Sarai uno di noi, con un nuovo nome di potenza diabolica, e numerosi privilegi, anche. Non ti accorgerai quasi di essere dannato. Se non firmi,invece, rischi di finire nel fuoco eterno proprio per l'ordine naturale delle cose. Non si può mai sapere... Ecco, ascoltami bene. Io non me la cavo troppo male.
Ho firmato, ho avuto i miei dieci anni e adesso eccomi qui. Non è così brutto,sai.
- E perché sei così impaziente di farmi firmare, se potrei essere dannato
comunque? - chiese Wellby.
- Non è molto facile reclutare nuovi quadri per l'inferno - disse il demonio,con una scrollata di spalle che fece diventare più intenso, nell'aria, l'odore dell'anidride solforosa. - Tutti vogliono tentare di finire in Cielo. È una possibilità molto debole, ma c'è. Credo che anche a te interesserebbe. Ma intanto noi abbiamo tante anime dannate da non sapere che farcene, mentre i funzionari del settore amministrativo cominciano a scarseggiare.
Wellby, che era appena stato congedato dall'esercito e non possedeva altro che una leggera zoppia e la lettera d'addio d'una ragazza di cui lui era ancora innamorato, si punse un dito e firmò.
Naturalmente, prima lesse attentamente il contratto. Dopo che lui l'avesse
sottoscritto con il sangue, sul suo conto personale sarebbe stato depositato un certo quantitativo di potere demoniaco. Non avrebbe saputo come questi poteri venivano manipolati, e neppure la natura di ciascuno di essi, tuttavia si sarebbe accorto che i suoi desideri si sarebbero adempiuti in modo tale da sembrare realizzarsi attraverso un meccanismo perfettamente normale.
Naturalmente, non avrebbe potuto venir esaudito nessun desiderio che
interferisse con i più alti fini della storia umana. Wellby alzò le
sopracciglia, leggendo quella clausola.
Shapur tossicchiò.
- È una precauzione che ci è stata imposta da... ehm... da Lassù. Ma tu sei una persona ragionevole. Queste limitazioni non ti arrecheranno disturbo, vedrai.
- Mi sembra che ci sia una specie di clausola-catenaccio, anche - disse
Wellby.
- In un certo senso si. Dopo tutto, noi dobbiamo accertarci che tu sia adatto al tuo futuro impiego. La clausola, come vedi, stabilisce che alla scadenza dei dieci anni ti verrà richiesto di portare a termine, per conto nostro, un determinato compito, che i tuoi poteri demoniaci ti renderanno possibile.
Adesso non possiamo rivelarti quale sarà la natura di questo compito, ma avrai a disposizione dieci anni per studiare la natura dei tuoi poteri. Considera la cosa come un esame di ammissione.
- E se non supererò questo esame, cosa accadrà?
- In questo caso - disse il demonio - tu sarai soltanto una semplice anima
dannata. - E, dal momento che era un demonio, gli occhi gli brillarono al
pensiero, le dita unghiate si contrassero, come se già le sentisse affondare nell'essenza vitale della vittima. Ma aggiunse, soavemente: - Su, l'esame sarà molto semplice. Preferiremmo utilizzarti come funzionario che avere anche te sulle spalle, sai?
Wellby era troppo preso da tristi pensieri sulla sua irraggiungibile amata per preoccuparsi di quello che sarebbe accaduto fra dieci anni: e così firmò.
I dieci anni trascorsero abbastanza in fretta. Isidore Wellby fu sempre molto ragionevole, come il demonio aveva previsto, e le cose andarono per il meglio.
Wellby accettò un impiego, e poiché aveva scelto l'impiego esatto nel momento esatto e poiché sapeva sempre dire la parola giusta all'uomo giusto, non passò molto tempo che venne promosso a un incarico di alta responsabilità.
Tutti gli investimenti che Wellby faceva erano immancabilmente redditizi e,cosa ancora più soddisfacente, la sua ragazza tornò a lui sinceramente pentita e più innamorata di prima.
Il matrimonio fu felice, e fu benedetto dalla nascita di quattro figli, due maschi e due femmine, tutti intelligenti e bene educati. Allo scadere dei dieci anni, Wellby era al vertice della sua autorità, della sua reputazione e della sua ricchezza, mentre sua moglie era diventata ancora più bella.
Ed esattamente dieci anni dopo la firma del contratto, si trovò, svegliandosi,non nella sua camera, ma in una orribile stanza di bronzo della più sconcertante solidità, senz'altra compagnia che un demonio impaziente.
- Basta che tu riesca ad uscire di qui e diventerai uno di noi - disse Shapur.
- E puoi riuscire perfettamente e logicamente, usando i tuoi poteri demoniaci,
purché tu sappia esattamente cosa stai facendo.
- La stanza è perfettamente chiusa? Non c'è nessun meccanismo segreto di
apertura?
- Non vi sono aperture né nel soffitto, né nel pavimento, né nelle pareti - disse il demonio, con una sfumatura di soddisfazione professionale per il proprio lavoro. - E nemmeno nelle intersezioni fra le varie superfici, se è per questo. Ti arrendi?
- No, no. Dammi soltanto un po' di tempo.
Wellby rifletteva con accanimento. La stanza non sembrava così chiusa come era in realtà. C'era perfino una lievissima corrente d'aria. Forse l'aria poteva entrarvi dematerializzandosi e passando attraverso le pareti. Forse il demonio vi era entrato dematerializzandosi e forse lo stesso Wellby avrebbe potuto uscirne in quel modo. Lo domandò al demonio.
Il demonio sogghigna.
- La dematerializzazione non è uno dei nostri poteri. Neppure io me ne sono servito, per entrare qui.
- Ne sei proprio sicuro?
- Questa stanza è una mia creazione - disse il demonio, in tono di vanteria. -
Ed è stata costruita appositamente per te.
- E tu sei entrato dall'esterno?
- Sicuro.
- Con i limitati poteri demoniaci di cui dispongo anch'io?
- Esattamente. Cerchiamo di essere più precisi. Non puoi spostarti attraverso la materia ma puoi muoverti in qualunque dimensione, con un semplice sforzo di volontà. Puoi muoverti verso l'alto, il basso, la destra, la sinistra, puoi muoverti obliquamente e così via, ma non puoi muoverti in alcun modo attraverso la materia.
Wellby continuò a pensare, e Shapur continuò a fargli osservare l'immutabile,suprema solidità delle pareti, del pavimento e del soffitto di bronzo; la loro assoluta, infrangibile perfezione.
A Wellby sembrò ovvio che Shapur, anche se credeva davvero nella necessità di reclutare quadri per l'inferno, avrebbe indubbiamente preferito avere a
disposizione una normale anima dannata con cui divertirsi...
- Per lo meno - disse Wellby, in un penoso tentativo di consolarsi con la
filosofia - avrò dieci anni felici da ricordare. E questa è una consolazione anche per un'anima dannata nell'inferno.
- Neanche per idea - disse il demonio. - L'inferno non sarebbe l'inferno, se fosse concessa qualche consolazione. Tutto ciò che un individuo ottiene sulla Terra grazie a un patto col diavolo, come nel tuo caso o nel mio, è
esattamente quello che lo stesso uomo potrebbe aver ottenuto senza tale patto,se soltanto avesse lavorato duramente e avesse avuto fede in... ehm, Lassù.
Ecco ciò che rende veramente diabolici i nostri patti. - E il demonio scoppiò a ridere.
- Vuoi dire - fece Wellby, indignato - che mia moglie sarebbe ritornata da me anche se io non avessi mai firmato il patto?
- Forse sì - disse Shapur. - Tutto ciò che accade è per volere di... ehm... di Lassù, capisci? Noi non possiamo alterare un bel niente.
L'angoscia di quel momento doveva avere aguzzato l'intelligenza di Wellby,
perché in quel momento svanì, lasciando la stanza completamente vuota, se si eccettua la presenza di un demonio sbalordito. E lo sbalordimento si trasformò in furore puro quando il demonio guardò il contratto di Wellby che, fino a quel momento, aveva tenuto stretto in pugno, in attesa dell'azione finale, qualunque essa fosse. "
(segue)
Sono racconti celebri e comunque pubblicati, vi invito pertanto a non inserire racconti inediti, verrà aperto un altro topic per questi ultimi.
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LA STANZA CHIUSA (1/2)
(Isaac Asimov - Tutti racconti Vol.I, Part 1)
" - Su, su - disse Shapur con molta cortesia (bisogna tenere presente che Shapur era un demonio). - Stai sprecando il mio tempo e anche il tuo, potrei aggiungere, dal momento che ti resta soltanto mezz'ora. - E la sua coda guizzò nell'aria.
- Non si tratta di dematerializazione? - chiese pensieroso Isidore Wellby.
- Ti ho già detto di no - rispose Shapur.
Per la centesima volta, Wellby guardò il bronzo che lo circondava da ogni
lato. Il demone aveva provato un piacere diabolico - che altro, se no? - nel fargli notare che il pavimento, il soffitto e le quattro pareti erano fatti di lastre di bronzo spesse sessanta centimetri, fuse insieme senza saldature.
Quella era la Prigione Assoluta, e Wellby aveva a disposizione soltanto
mezz'ora per uscirne, mentre il demonio lo osservava con un'espressione di
maligna attesa.
Era stato esattamente dieci anni prima che Isidore Wellby aveva firmato.
- Ti pagheremo in anticipo - disse Shapur in tono suasivo. - Per dieci anni potrai avere quello che vorrai, nei limiti del ragionevole; poi diventerai un demonio. Sarai uno di noi, con un nuovo nome di potenza diabolica, e numerosi privilegi, anche. Non ti accorgerai quasi di essere dannato. Se non firmi,invece, rischi di finire nel fuoco eterno proprio per l'ordine naturale delle cose. Non si può mai sapere... Ecco, ascoltami bene. Io non me la cavo troppo male.
Ho firmato, ho avuto i miei dieci anni e adesso eccomi qui. Non è così brutto,sai.
- E perché sei così impaziente di farmi firmare, se potrei essere dannato
comunque? - chiese Wellby.
- Non è molto facile reclutare nuovi quadri per l'inferno - disse il demonio,con una scrollata di spalle che fece diventare più intenso, nell'aria, l'odore dell'anidride solforosa. - Tutti vogliono tentare di finire in Cielo. È una possibilità molto debole, ma c'è. Credo che anche a te interesserebbe. Ma intanto noi abbiamo tante anime dannate da non sapere che farcene, mentre i funzionari del settore amministrativo cominciano a scarseggiare.
Wellby, che era appena stato congedato dall'esercito e non possedeva altro che una leggera zoppia e la lettera d'addio d'una ragazza di cui lui era ancora innamorato, si punse un dito e firmò.
Naturalmente, prima lesse attentamente il contratto. Dopo che lui l'avesse
sottoscritto con il sangue, sul suo conto personale sarebbe stato depositato un certo quantitativo di potere demoniaco. Non avrebbe saputo come questi poteri venivano manipolati, e neppure la natura di ciascuno di essi, tuttavia si sarebbe accorto che i suoi desideri si sarebbero adempiuti in modo tale da sembrare realizzarsi attraverso un meccanismo perfettamente normale.
Naturalmente, non avrebbe potuto venir esaudito nessun desiderio che
interferisse con i più alti fini della storia umana. Wellby alzò le
sopracciglia, leggendo quella clausola.
Shapur tossicchiò.
- È una precauzione che ci è stata imposta da... ehm... da Lassù. Ma tu sei una persona ragionevole. Queste limitazioni non ti arrecheranno disturbo, vedrai.
- Mi sembra che ci sia una specie di clausola-catenaccio, anche - disse
Wellby.
- In un certo senso si. Dopo tutto, noi dobbiamo accertarci che tu sia adatto al tuo futuro impiego. La clausola, come vedi, stabilisce che alla scadenza dei dieci anni ti verrà richiesto di portare a termine, per conto nostro, un determinato compito, che i tuoi poteri demoniaci ti renderanno possibile.
Adesso non possiamo rivelarti quale sarà la natura di questo compito, ma avrai a disposizione dieci anni per studiare la natura dei tuoi poteri. Considera la cosa come un esame di ammissione.
- E se non supererò questo esame, cosa accadrà?
- In questo caso - disse il demonio - tu sarai soltanto una semplice anima
dannata. - E, dal momento che era un demonio, gli occhi gli brillarono al
pensiero, le dita unghiate si contrassero, come se già le sentisse affondare nell'essenza vitale della vittima. Ma aggiunse, soavemente: - Su, l'esame sarà molto semplice. Preferiremmo utilizzarti come funzionario che avere anche te sulle spalle, sai?
Wellby era troppo preso da tristi pensieri sulla sua irraggiungibile amata per preoccuparsi di quello che sarebbe accaduto fra dieci anni: e così firmò.
I dieci anni trascorsero abbastanza in fretta. Isidore Wellby fu sempre molto ragionevole, come il demonio aveva previsto, e le cose andarono per il meglio.
Wellby accettò un impiego, e poiché aveva scelto l'impiego esatto nel momento esatto e poiché sapeva sempre dire la parola giusta all'uomo giusto, non passò molto tempo che venne promosso a un incarico di alta responsabilità.
Tutti gli investimenti che Wellby faceva erano immancabilmente redditizi e,cosa ancora più soddisfacente, la sua ragazza tornò a lui sinceramente pentita e più innamorata di prima.
Il matrimonio fu felice, e fu benedetto dalla nascita di quattro figli, due maschi e due femmine, tutti intelligenti e bene educati. Allo scadere dei dieci anni, Wellby era al vertice della sua autorità, della sua reputazione e della sua ricchezza, mentre sua moglie era diventata ancora più bella.
Ed esattamente dieci anni dopo la firma del contratto, si trovò, svegliandosi,non nella sua camera, ma in una orribile stanza di bronzo della più sconcertante solidità, senz'altra compagnia che un demonio impaziente.
- Basta che tu riesca ad uscire di qui e diventerai uno di noi - disse Shapur.
- E puoi riuscire perfettamente e logicamente, usando i tuoi poteri demoniaci,
purché tu sappia esattamente cosa stai facendo.
- La stanza è perfettamente chiusa? Non c'è nessun meccanismo segreto di
apertura?
- Non vi sono aperture né nel soffitto, né nel pavimento, né nelle pareti - disse il demonio, con una sfumatura di soddisfazione professionale per il proprio lavoro. - E nemmeno nelle intersezioni fra le varie superfici, se è per questo. Ti arrendi?
- No, no. Dammi soltanto un po' di tempo.
Wellby rifletteva con accanimento. La stanza non sembrava così chiusa come era in realtà. C'era perfino una lievissima corrente d'aria. Forse l'aria poteva entrarvi dematerializzandosi e passando attraverso le pareti. Forse il demonio vi era entrato dematerializzandosi e forse lo stesso Wellby avrebbe potuto uscirne in quel modo. Lo domandò al demonio.
Il demonio sogghigna.
- La dematerializzazione non è uno dei nostri poteri. Neppure io me ne sono servito, per entrare qui.
- Ne sei proprio sicuro?
- Questa stanza è una mia creazione - disse il demonio, in tono di vanteria. -
Ed è stata costruita appositamente per te.
- E tu sei entrato dall'esterno?
- Sicuro.
- Con i limitati poteri demoniaci di cui dispongo anch'io?
- Esattamente. Cerchiamo di essere più precisi. Non puoi spostarti attraverso la materia ma puoi muoverti in qualunque dimensione, con un semplice sforzo di volontà. Puoi muoverti verso l'alto, il basso, la destra, la sinistra, puoi muoverti obliquamente e così via, ma non puoi muoverti in alcun modo attraverso la materia.
Wellby continuò a pensare, e Shapur continuò a fargli osservare l'immutabile,suprema solidità delle pareti, del pavimento e del soffitto di bronzo; la loro assoluta, infrangibile perfezione.
A Wellby sembrò ovvio che Shapur, anche se credeva davvero nella necessità di reclutare quadri per l'inferno, avrebbe indubbiamente preferito avere a
disposizione una normale anima dannata con cui divertirsi...
- Per lo meno - disse Wellby, in un penoso tentativo di consolarsi con la
filosofia - avrò dieci anni felici da ricordare. E questa è una consolazione anche per un'anima dannata nell'inferno.
- Neanche per idea - disse il demonio. - L'inferno non sarebbe l'inferno, se fosse concessa qualche consolazione. Tutto ciò che un individuo ottiene sulla Terra grazie a un patto col diavolo, come nel tuo caso o nel mio, è
esattamente quello che lo stesso uomo potrebbe aver ottenuto senza tale patto,se soltanto avesse lavorato duramente e avesse avuto fede in... ehm, Lassù.
Ecco ciò che rende veramente diabolici i nostri patti. - E il demonio scoppiò a ridere.
- Vuoi dire - fece Wellby, indignato - che mia moglie sarebbe ritornata da me anche se io non avessi mai firmato il patto?
- Forse sì - disse Shapur. - Tutto ciò che accade è per volere di... ehm... di Lassù, capisci? Noi non possiamo alterare un bel niente.
L'angoscia di quel momento doveva avere aguzzato l'intelligenza di Wellby,
perché in quel momento svanì, lasciando la stanza completamente vuota, se si eccettua la presenza di un demonio sbalordito. E lo sbalordimento si trasformò in furore puro quando il demonio guardò il contratto di Wellby che, fino a quel momento, aveva tenuto stretto in pugno, in attesa dell'azione finale, qualunque essa fosse. "
(segue)