La sensibilità di antichista con un orecchio attento agli echi che dal mito greco giungono fino a noi, l’esperienza di curatore editoriale per Einaudi e gli incontri eccezionali che hanno puntellato la sua vita umana e intellettuale si incrociano in questa raccolta di saggi, o meglio di riflessioni, pubblicati da Calasso in varie sedi tra il 1977 e il 2001. Il filo conduttore è la “divina follia”, quella forma di conoscenza pre-logica o a-logica da cui parte una conoscenza simultanea e folgorante, che opera una metamorfosi in chi la vive, lo rende, come dicevano i greci, entheos, posseduto dal divino, pieno di divinità. Da questa possessione nascono l’oracolo e la poesia che scaturiscono dalle labbra del nympholeptos, di chi è preda delle Ninfe, le divinità minori del rapimento dei sensi e del mormorio delle acque sorgive, ma anche la metafora della materia mentale plasmata dall’incantamento.
Il paradigma della Ninfa non scompare con la fine del mondo antico: riappare come un soffio di vento che agita il vento e i capelli delle figure femminili di Botticelli; nei panni di Lolita nel romanzo di Nabokov, persino nell’apparentemente innocua Grace Kelly che agita i fantasmi mentali del fotografo imprigionato nello spettacolo della propria stessa mente nella “Finestra sul cortile”, nella vertigine del vuoto durante un concerto di John Cage. E’ il viaggio irregolare, nomadico e frammentato come modello di vita in Bruce Chatwin, è lo smarrimento affascinato di Kafka capitato in un campo nudisti.
Chiude la raccolta il testo di una sentita conferenza sul genere dell’editoria come pratica artistica.
Il paradigma della Ninfa non scompare con la fine del mondo antico: riappare come un soffio di vento che agita il vento e i capelli delle figure femminili di Botticelli; nei panni di Lolita nel romanzo di Nabokov, persino nell’apparentemente innocua Grace Kelly che agita i fantasmi mentali del fotografo imprigionato nello spettacolo della propria stessa mente nella “Finestra sul cortile”, nella vertigine del vuoto durante un concerto di John Cage. E’ il viaggio irregolare, nomadico e frammentato come modello di vita in Bruce Chatwin, è lo smarrimento affascinato di Kafka capitato in un campo nudisti.
Chiude la raccolta il testo di una sentita conferenza sul genere dell’editoria come pratica artistica.