Bufalino, Gesualdo - Argo il cieco

Sono sempre più convinto che Bufalino sia uno degli scrittori, se non lo scrittore più sottovalutato del novecento italiano. E' un dio delle parole, le usa come Maradona usava il pallone, dà l'impressione di conoscere tutto il vocabolario a memoria e non le usa mai a casaccio.
In Argo il cieco, prende come riferimento temporale un anno scolastico, in cui lui giovane professore di lettere partecipa alla vita sociale del paese in cui è stato mandato ad insegnare. Qui conosce varie donne e si innamora anche, ma si crogiola su un amore non corrisposto, e quando l'amico Iaccarino gli dice, che sarebbe ora di dichiararsi, risponde:
"L'amo, ma lei che c'entra, la cosa riguarda me". Poi aggiunge:
Gli amori non corrisposti, credetemi, sono i più
comodi. Senza nessuno dei sapori di cenere e aceto che
accompagnano gli effimeri unisoni.


Innamorato di Maria Venera: una bruna dal viso d'uliva, dal
corpo di serpentello, con la voce che fa glu glu nelle canne
della gola;
ovviamente Maria Venera non corrisponde: anche se lei non ha che disprezzi per il miope bleso
poeta e riserva il lampo degli occhi solamente alla concorrenza.
.

Divertente l'incontro con la 'gna Tura: nelle narici l'afrore della 'gna Tura, un'arsiccia mandriana di
cui erano famosi nel circondario i pedaggi amorosi imposti a
qualunque viandante maschio la sorte le conducesse.
.

Da favola la descrizione del borgo:Un teatro era il paese, un proscenio di pietre rosa,
una festa di mirabilia. E come odorava di gelsomino sul far della
sera. Non finirei mai di parlarne, di ritornare a specchiarmi in
un così tenero miraggio di lontananze; di rivedermici quando la
mattina uscivo incontro alle peripezie della vita, offerto alla
vita intera, ai suoi colpi di dadi e profusioni di risa e pianti,
e concerti di campane.
e bellissimo il modo di scroccare una sigaretta di Iaccarino:
"Ricordo che Iaccarino mi
disse una volta: "Un giorno uno di noi due verrà a sapere della
morte dell'altro. Allora questo minuto che stiamo vivendo
insieme, e che insieme ricorderemo entrambi finché vivremo,
risulterà dimezzato, biffato al cinquanta per cento. Più tardi
l'onda nera finirà di coprire quel ch'è rimasto. E nessuno saprà
più che davanti all'edicola Turco-Colosi, il 13 luglio del
cinquantuno, alle ore tredici e trenta, abbiamo acceso due
Serraglio con lo stesso cerino'''" La prendeva da così lontano
per scroccarmi una sigaretta, ma io rimasi turbato lo stesso,
imparai la prima volta a distinguere le memorie plurali da
quelle d'un solo, e come moriamo ogni giorno nella morte di chi
ci ricorda, e come uccidiamo ogni giorno gli altri
dimenticandoli
".

Peccato che sia morto sulla strada per Comiso, mentre tornava da una visita alla sua vecchia madre, un incidente nella sua vecchia 127 con autista, perché il Professore non guidava più. Son sicuro che ci avrebbe donato moltissime altre opere.
 

isola74

Lonely member
In casa ho diversi libri di Bufalino (che a mio marito piace molto), ma quando ho provato a leggerne uno mi è sembrato troppo difficile:??
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
La scrittura è eccellente, sia per quanto riguarda il linguaggio sia per la capacità di rendere letteraria ogni vicenda, come quelle occorse nel '51 a Bufalino, trentenne in cerca di amore e di una posizione, in una Modica che traspare viva e lucente ai nostri occhi. Bufalino la l'arte della scrittura e il libro pur con barocchismi e sicilianità ti prende dall'inizio alla fine.
 
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