Dallolio
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Michel in seguito alla guarigione dalla tubercolosi sente dentro di sè una forza sempre crescente e sente non solo di essere guarito, ma di essere "oltrepassato" cioè di aver superato i limiti umani stessi.
Inizia a transvalutare tutti i valori umani, approdando a una sorta di superomismo di stampo Nietschiano, che gli fa provare disprezzo per i deboli e lo fa approdare ai comportamenti maggiormente condannati dalla sua società, cioè il furto e i rapporti nascosti con giovani ragazzi, trascurando tra l'altro sua moglie ammalata a sua volta di tubercolosi che muore da sola in una terribile emoraggia di sangue.
L'autore non ha saputo a mio avviso portare alle sue conseguenze un immoralismo come quello del personaggio, a meno che non volesse appunto sostenere come l'immoralismo stesso abbia come unica conclusione quello di comportamenti bassi e ignobili, senza alcuna forza creatrice niezschteanamente intesa; è comunque da un punto di vista della narrazione, un capolavoro.
Voto: 8/10
Inizia a transvalutare tutti i valori umani, approdando a una sorta di superomismo di stampo Nietschiano, che gli fa provare disprezzo per i deboli e lo fa approdare ai comportamenti maggiormente condannati dalla sua società, cioè il furto e i rapporti nascosti con giovani ragazzi, trascurando tra l'altro sua moglie ammalata a sua volta di tubercolosi che muore da sola in una terribile emoraggia di sangue.
L'autore non ha saputo a mio avviso portare alle sue conseguenze un immoralismo come quello del personaggio, a meno che non volesse appunto sostenere come l'immoralismo stesso abbia come unica conclusione quello di comportamenti bassi e ignobili, senza alcuna forza creatrice niezschteanamente intesa; è comunque da un punto di vista della narrazione, un capolavoro.
Voto: 8/10