Pullman, Philip - La bussola d'oro

Kira990

New member
Bella lettura. Non sapevo bene cosa aspettarmi perchè, visto il genere, era molto semplice cadere nel banale e scontato già letto e riletto. Invece è stata una bella lettura, c'è magia, mistero, sovrannaturale e suspance. Belli i personaggi, la storia non annoia e ha un bel ritmo.
Mi ha lasciata un pò delusa il finale, capisco che è il primo di una trilogia, ma non sono sicura di aver apprezzato come si è concluso, soprattutto la parte di Lord Asriel e la signora Coultard :?
 

Jessamine

Well-known member
È proprio vero che, a volte, un libro ha bisogno di essere letto nel momento giusto, per essere apprezzato appieno.
Avevo iniziato questo libro due estati fa, in un periodo strano, un periodo complesso e confuso, e dopo un centinaio di pagine, mi ero arresa. Non perché il libro non mi piacesse, ma perché sentivo di non essere riuscita ad entrare nella storia, ad aver stabilito un qualche nesso con i protagonisti e le vicende. Era come se io e Lyra cercassimo di parlare da stanze diverse, senza riuscire mai a guardarci ed ascoltarci davvero.
Questa volta, qualcosa è scattato.
Sono letteralmente precipitata in questo mondo fatto di luce ambarica, zeppelin, particelle elementari che muovono le lancette di lettori simbolici, accademici, clericali e daimon.
La scrittura di Pullman incalza e trascina, spesso non dà spiegazioni, ma mostra il suo mondo complesso e articolato con movimenti ampi, senza curarsi del momentaneo spaesamento del lettore.
“La bussola d'oro” è un libro dai sentimenti complessi: c'è un bellissimo senso dell'avventura, ci sono viaggi, c'è l'amicizia pura leale di Lyra, il legame viscerale e cristallino di ogni essere umano con il suo daimon, ci sono intrighi politici e famigliari, colpi di scena, battaglie... e c'è un respiro più ampio, che avvolge ogni vicenda e la rende un granello in una scala di prospettive diverse.
Forse l'intero romanzo sarebbe da considerare come un lettore simbolico: è difficile, se si ragiona in maniera logica e razionale, comprendere cosa ci sia dietro il semplice fatto, l'avventura momentanea, il momento singolo; ma quando ci si lascia andare, quando si entra nel giusto stato di concentrazione per cui tutto scivola dentro e fuori il lettore, quando ci si concentra senza cercare di mettere a fuoco il singolo particolare, tutto quell'ampio respiro diventa chiaro, istintivamente.
Pullman ha scritto un fantasy che a volte gioca con i cliché del fantasy, ma più spesso va oltre, tremendamente oltre, utilizzando immagini fantasiose e mondi lontani per parlare di sentimenti grandissimi e del tutto umani.
Il legame fra uomo e daimon, l'impossibilità di ingannare un orso corazzato, a meno che questo non tradisca la sua natura per prendere a comportarsi come un essere umano, il dolore del tradimento, la crudeltà umana, l'amicizia, il senso di giustizia... “La bussola d'oro” è un romanzo che atterrisce, tanto è genuino.
Proprio come un aletiometro, le parole nascoste in questo romanzo hanno decine di livelli di significato, via via più complesso e stratificato, e al lettore resta il compito di concentrarsi e scegliere che cosa vuole sentirsi dire. E anche quando ci si ferma al livello più semplice ed evidente, la storia che Pullman ci racconta è meravigliosa.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
non abituata ai fantasy rimango spiazzata nel commentare questo romanzo, che mi è piaciuto per molti aspetti legati all'intreccio e alla storia originale, almeno per me, un po' meno il finale, che capisco apra un altro capitolo ma che non mi ha spiegato molto di tutti gli interrogativi che mi ero posta nella lettura. Comunque piacevole e interessante, soprattutto nella relazione tra daimon e umani.
 
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