Edgardo Limentani è un agiato possidente terriero ferrarese, che abita in un bel palazzo nella parte “bene” della città, e i suoi possedimenti si estendono soprattutto ad est della città, verso le valli ed il il mare, nella zona denominata “basso ferrarese” che ha in Codigoro uno dei centri agricoli più importanti. Naturalmente, come da tradizione familiare, non si occupa direttamente dell’amministrazione delle proprie terre, ma attraverso “fattori” e contabili di fiducia.
Tratto da un fatto realmente accaduto, Bassani ha costruito un’opera breve che solo un aggettivo può realisticamente definire:” perfetta”.
Limentani è una persona fragile, provata dagli avvenimenti di quei tempi. Di razza ebraica, negli anni di guerra ha dovuto espatriare per salvarsi. Dopo la fine della guerra è ritornato, ma si è ben presto accorto che i tempi erano cambiati, in maniera, per lui, sgradevole. Rivendicazioni sindacali, progressiva autocoscienza delle classi più povere, e quindi anche un certo timore per la solidità del proprio patrimonio che ha in parte dovuto intestare a qualche prestanome nel periodo delle persecuzioni razziali, ne hanno minato l’equilibrio psicologico. Per sfuggire ai suoi fantasmi decide di concedersi una giornata di serena evasione, una giornata di caccia agli uccelli di valle, nei suggestivi incontaminati ambienti invernali di quelle zone, anche per provare un nuovo fucile che (all’insaputa della moglie per l’elevato costo) si è fatto inviare dalla Svizzera. E qui comincia il romanzo, il resoconto di un intera giornata, (che può essere una vita intera) e che mi guardo bene dal descrivere, per non togliere nessuna briciola di piacere a chi, anche per queste mie due parole deciderà di concedersi questa affascinante lettura.
P.S. (essendo un grande estimatore (si è notato? )di questo scrittore, il mio commento non risulta senz’altro del tutto attendibile.)