isola74
Lonely member
In un supermercato di Vigàta viene commesso un furto, nella notte è stato sottratto l’incasso - una grossa somma - ma non ci sono segni di effrazione. Il direttore Borsellino appare un po’ frastornato, si sente chiamato in causa dalle domande di Augello e Montalbano, in una parola ha paura. Il giorno seguente Borsellino è morto, impiccato nel suo ufficio. Suicidio? Il dottor Pasquano ha qualche dubbio; cosa si nasconde dietro quel furto? E cosa ha taciuto il direttore? Nel frattempo in un appartamento di Vigàta viene trovato il cadavere di una ragazza. È stata accoltellata, a denunziare l’omicidio il convivente, Giovanni Strangio, che però ha un alibi di ferro. I due fatti criminosi sfiorano i nomi di due potenti: l’onorevole Mongibello, amministratore della società proprietaria del supermercato, e Michele Strangio, presidente della Provincia, padre di Giovanni. Come sempre nei gialli di Camilleri due storie si rincorrono, si incrociano, si separano e poi tornano a intrecciarsi.....
I libri di Montalbano sono sempre una piacevole lettura e una garanzia. Come ho già detto in altri post, ultimamente Camilleri si allontana sempre un po' dalla quasi perfezione dei libri più vecchi, però riesce a coinvolgerti anche con riferimenti molto vicini ad episodi della nostra realtà sociale e politica.
I libri di Montalbano sono sempre una piacevole lettura e una garanzia. Come ho già detto in altri post, ultimamente Camilleri si allontana sempre un po' dalla quasi perfezione dei libri più vecchi, però riesce a coinvolgerti anche con riferimenti molto vicini ad episodi della nostra realtà sociale e politica.
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