Mario, giornalista televisivo epurato e costretto a lavorare alla radio, ha creduto pienamente nell'ideale comunista. L'amara delusione dovuta al crollo del suo sogno politico, resa più traumatica dall'indifferenza di chi gli sta intorno, si accompagna al fallimento della sua vita personale e del matrimonio con Patrizia, oggi legata a un uomo dagli interessi opposti a quelli di Mario. I due hanno un figlio adolescente, Roberto, e due figli più grandi nati da un precedente legame di Patrizia, che Mario considera come suoi.
L'incontro casuale con Sonja, una giovane pianista russa che vive con la figlia piccola e con la nonna, e la foto enigmatica della madre di lei, Irina, lo spingono ad avventurarsi all'interno di una vicenda tragica e in parte misteriosa, legata alla situazione storico-politica degli anni del comunismo.
Devo dire che l'ho letto perché in quel momento non ho trovato altro in casa, in realtà non mi attirava...invece lo promuovo decisamente. La sensazione prevalente è che il sogno di Mario sia anche quello dell'autrice, che descrive onestamente tutti gli aspetti dell'ideale rimpianto e non tralascia di calcare la mano sulle atrocità commesse al tempo del regime comunista. L'introspezione è sempre presente, i personaggi sono ben caratterizzati ed è un libro che lascia una speranza che si può intravedere, ad esempio, nei pensieri limpidi e allo stesso tempo maturi dell'adolescente Roberto. A tratti è evidente che l'autrice è anche una regista, nel senso che il libro è molto "cinematografico", però i dialoghi e la narrazione dei fatti sono spesso intervallati da riflessioni, brevi ma intense, che fanno riflettere e soffermare il lettore.
Lo consiglio, toccante e scorrevole.
L'incontro casuale con Sonja, una giovane pianista russa che vive con la figlia piccola e con la nonna, e la foto enigmatica della madre di lei, Irina, lo spingono ad avventurarsi all'interno di una vicenda tragica e in parte misteriosa, legata alla situazione storico-politica degli anni del comunismo.
Devo dire che l'ho letto perché in quel momento non ho trovato altro in casa, in realtà non mi attirava...invece lo promuovo decisamente. La sensazione prevalente è che il sogno di Mario sia anche quello dell'autrice, che descrive onestamente tutti gli aspetti dell'ideale rimpianto e non tralascia di calcare la mano sulle atrocità commesse al tempo del regime comunista. L'introspezione è sempre presente, i personaggi sono ben caratterizzati ed è un libro che lascia una speranza che si può intravedere, ad esempio, nei pensieri limpidi e allo stesso tempo maturi dell'adolescente Roberto. A tratti è evidente che l'autrice è anche una regista, nel senso che il libro è molto "cinematografico", però i dialoghi e la narrazione dei fatti sono spesso intervallati da riflessioni, brevi ma intense, che fanno riflettere e soffermare il lettore.
Lo consiglio, toccante e scorrevole.