Francine
New member
Ho appena finito di leggere questo libro ( Einaudi, 2006 ), il primo che leggo di Baldini, e mi pare una buona occasione per scrivere la mia prima recensione!
Riporto il riassunto scritto sulla 4^ di copertina:
"Nazario è un servitore dello Stato. E' maresciallo del Corpo Forestale. Ama i suoi boschi, e ama osservare i lupi. Ha una famiglia felice. Ma sono gli anni Cinquanta. Gli anni delle manifestazioni operaie, di Scelba e dei caroselli di camionette. L'Italia sta cambiando e Nazario, ex partigiano, non è sicuro che sia in meglio. Quando una tragedia sconvolge la sua vita, Nazario scopre che nascosta tra i suoi boschi c'è una valle incantata, dove gli abitanti sono molto cauti verso gli stranieri. E sembrano seguire leggi tutte loro..."
A chi consiglio questo libro:
- a chi è innamorato della montagna, dei boschi, dei lupi e delle atmosfere fiabesche descritte con dovizia di particolari
- a chi ha un debole per l'Appennino Tosco-Romagnolo
- a chi piacciono le storie che rimandano a un'Italia più semplice e meno pretenziosa ( come quella degli anni '50 immortalata nel libro )
- a chi piacciono tutti gli aspetti sopra descritti ma non è interessato a un semplice documentario sull'argomento: la "vicenda gialla" al centro della storia fa evitare questo pericolo
Chi potrebbe farne a meno:
- chi ama i gialli in cui l'aspetto criminoso vero e proprio è strutturato come un ingegnoso meccanismo che conduce a una soluzione finale imprevedibile ma, non per questo, inverosimile ( al contrario, l'elemento giallo di questo libro è di per sé piuttosto semplice )
- chi predilige le descrizioni essenziali e prive di fronzoli dei giallisti anglosassoni
- chi vuole storie contemporanee
- chi è dell'opinione che un grande giallo non può essere sviluppato in sole 235 pagine
Il mio giudizio: mi ha fatto piacere leggerlo ma non lo ricorderò come uno dei miei libri preferiti. Alla fine per me gli aspetti positivi sopra riportati vengono sopraffatti dall'assenza di un intreccio noir più sviluppato e di un maggiore sforzo inventivo.
Nessun altro l'ha letto?
Riporto il riassunto scritto sulla 4^ di copertina:
"Nazario è un servitore dello Stato. E' maresciallo del Corpo Forestale. Ama i suoi boschi, e ama osservare i lupi. Ha una famiglia felice. Ma sono gli anni Cinquanta. Gli anni delle manifestazioni operaie, di Scelba e dei caroselli di camionette. L'Italia sta cambiando e Nazario, ex partigiano, non è sicuro che sia in meglio. Quando una tragedia sconvolge la sua vita, Nazario scopre che nascosta tra i suoi boschi c'è una valle incantata, dove gli abitanti sono molto cauti verso gli stranieri. E sembrano seguire leggi tutte loro..."
A chi consiglio questo libro:
- a chi è innamorato della montagna, dei boschi, dei lupi e delle atmosfere fiabesche descritte con dovizia di particolari
- a chi ha un debole per l'Appennino Tosco-Romagnolo
- a chi piacciono le storie che rimandano a un'Italia più semplice e meno pretenziosa ( come quella degli anni '50 immortalata nel libro )
- a chi piacciono tutti gli aspetti sopra descritti ma non è interessato a un semplice documentario sull'argomento: la "vicenda gialla" al centro della storia fa evitare questo pericolo
Chi potrebbe farne a meno:
- chi ama i gialli in cui l'aspetto criminoso vero e proprio è strutturato come un ingegnoso meccanismo che conduce a una soluzione finale imprevedibile ma, non per questo, inverosimile ( al contrario, l'elemento giallo di questo libro è di per sé piuttosto semplice )
- chi predilige le descrizioni essenziali e prive di fronzoli dei giallisti anglosassoni
- chi vuole storie contemporanee
- chi è dell'opinione che un grande giallo non può essere sviluppato in sole 235 pagine
Il mio giudizio: mi ha fatto piacere leggerlo ma non lo ricorderò come uno dei miei libri preferiti. Alla fine per me gli aspetti positivi sopra riportati vengono sopraffatti dall'assenza di un intreccio noir più sviluppato e di un maggiore sforzo inventivo.
Nessun altro l'ha letto?