apeschi
Well-known member
A me piace molto viaggiare. Mi piace il viaggio in quanto tale. Mi piace molto la preparazione del viaggio, il potermi documentare prima, il scegliere le mete, l'organizzare il viaggio. Inizio a pianificare (e sognare) un viaggio, con molto anticipo. (E' un po' come il sabato del villaggio del Leopardi, la sera del di' di festa e' meglio della festa stessa, la preparazione del viaggio e' qualcosa di molto bello, non dico piu' del viaggio stesso, ma comunque molto gradevole).
Mi piace l'idea di partire, di prendere un aereo (o il treno, l'automobile, una nave...), di arrivare in qualche posto lontano e sperduto. Gli unici limiti alla mia voglia di viaggiare sono i soldi (ne avessi di piu' viaggerei di piu'), le ferie (ma servono anche i soldi).
In ogni caso, organizzandosi per tempo, prenotando in anticipo, confrontando i prezzi, sapendosi accontentare, e' comunque possibile fare dei bei viaggi con costi non proibitivi.
Mi piace soprattutto andare in posti diversi da quelli in cui vivo normalmente o nei quali sono gia' stato piu' volte. Mi piace visitare posti che possano incuriosirmi, stimolare il mio desiderio di conoscenza. Mi piace vedere posti nuovi, incontrare popoli diversi con abitudini diverse. A volte e' abbastanza traumatizzante vedere che quello che per noi e' la normalita', per molti altri invece e' un qualcosa di irrealizzabile che non possono permettersi nemmeno di vivere nei sogni, e' triste vedere gente che si accontenta di poco quando noi ormai sprechiamo qualsiasi cosa, qualsiasi risorsa alla grande senza farci problemi. Penso che il fatto di viaggiare sia qualcosa che ci possa arricchire piu' di qualsiasi altra esperienza. L'essere a contatto con realta' diverse dalla nostra (in tutti i sensi, da realta' migliori e piu' ricche della nostra a realta' molto, molto piu' povere e decisamente peggiori della nostra) debba farci pensare. In un senso cercando di migiorare anche noi (soprattutto a livello di rispetto per gli altri, di senso civico eccetera), nell'altro senso imparando ad apprezzare quanto siamo comunque molto fortunati a vivere nel nostro mondo (con tutti i problemi, con tutte le ingiustizie, con tutte le cose negative del nostro mondo). Quello che mi ha sempre fatto pensare e' come certa gente che vive in estrema poverta' sia sempre cosi' contenta e disponibile, mentre gente piu' ricca non sia mai contenta di nulla. Poi ovviamente ci sono tutte le situazioni intermedie.
Ovviamente per viaggio intendo un viaggio equo e solidale, non il passare quindici giorni fissi in un classico villaggio vacanze con gli animatori che fanno sempre gli stessi giochi, gli stessi spettacoli, le stesse battute, in cui ci sia lo stesso cibo occidentale. Detesto i villaggi nei quali non ci sia differenza tra il fatto che stia a Cuba, in Messico, in Sardegna, a Sesto San Giovanni, in Kenya, in Malesia o a Miami, tutti uguali, tutti con piscina, tutti con buffet (ed uno spreco di cibo immenso).
Mi piace l'idea di partire, di prendere un aereo (o il treno, l'automobile, una nave...), di arrivare in qualche posto lontano e sperduto. Gli unici limiti alla mia voglia di viaggiare sono i soldi (ne avessi di piu' viaggerei di piu'), le ferie (ma servono anche i soldi).
In ogni caso, organizzandosi per tempo, prenotando in anticipo, confrontando i prezzi, sapendosi accontentare, e' comunque possibile fare dei bei viaggi con costi non proibitivi.
Mi piace soprattutto andare in posti diversi da quelli in cui vivo normalmente o nei quali sono gia' stato piu' volte. Mi piace visitare posti che possano incuriosirmi, stimolare il mio desiderio di conoscenza. Mi piace vedere posti nuovi, incontrare popoli diversi con abitudini diverse. A volte e' abbastanza traumatizzante vedere che quello che per noi e' la normalita', per molti altri invece e' un qualcosa di irrealizzabile che non possono permettersi nemmeno di vivere nei sogni, e' triste vedere gente che si accontenta di poco quando noi ormai sprechiamo qualsiasi cosa, qualsiasi risorsa alla grande senza farci problemi. Penso che il fatto di viaggiare sia qualcosa che ci possa arricchire piu' di qualsiasi altra esperienza. L'essere a contatto con realta' diverse dalla nostra (in tutti i sensi, da realta' migliori e piu' ricche della nostra a realta' molto, molto piu' povere e decisamente peggiori della nostra) debba farci pensare. In un senso cercando di migiorare anche noi (soprattutto a livello di rispetto per gli altri, di senso civico eccetera), nell'altro senso imparando ad apprezzare quanto siamo comunque molto fortunati a vivere nel nostro mondo (con tutti i problemi, con tutte le ingiustizie, con tutte le cose negative del nostro mondo). Quello che mi ha sempre fatto pensare e' come certa gente che vive in estrema poverta' sia sempre cosi' contenta e disponibile, mentre gente piu' ricca non sia mai contenta di nulla. Poi ovviamente ci sono tutte le situazioni intermedie.
Ovviamente per viaggio intendo un viaggio equo e solidale, non il passare quindici giorni fissi in un classico villaggio vacanze con gli animatori che fanno sempre gli stessi giochi, gli stessi spettacoli, le stesse battute, in cui ci sia lo stesso cibo occidentale. Detesto i villaggi nei quali non ci sia differenza tra il fatto che stia a Cuba, in Messico, in Sardegna, a Sesto San Giovanni, in Kenya, in Malesia o a Miami, tutti uguali, tutti con piscina, tutti con buffet (ed uno spreco di cibo immenso).