Petizione: abrogazione della mozione ANTI-GAY della Regione Lombardia

Jessamine

Well-known member
Forse ho un po' di confusione sulla terminologia, allora.
Che il matrimonio religioso sia da escludersi, se si parla religione cattolica, mi pare più che lecito e assodato (e in generale, di qualsiasi religione si stia parlando, mi pare logico che un determinato sacramento posda essere somministrato solo a chi è "conforme" alla religione in questione). Ma a questo punto, da quello che scrive C0c0timb0, mi sembra quasi che il matrimonio civile non sia matrimonio :? Magari sto facendo confusione con i termini "tecnici", non sono molto esperta. Ma insomma, quando ti sposi in municipio si parla sempre di matrimono, o mi sbaglio? (Non è una domanda retorica, eh). Se sì, allora per quello che scriveva Malafi qualche post più sopra, per quell'insieme di diritti e doveri che derivano da un matrimonio, mi pare più che giusto che due persone che si amano e che vogliono assumersi queste responsabilità abbiano il diritto di farlo, che siano uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna.
 

brenin

New member
Ma il gesticolare e l'atteggiarsi delle donne, è nel DNA o è un'influenza dell'ambiente e fa parte del personaggio?
Perchè se è la seconda delle due cose, secondo me questa è la risposta alla domanda di c0c0.

Pongo invece un'altra domanda: perchè nella letteratura, nella filmografia, perfino nelle serie TV e nelle fiction RAI se di coppia gay si parla, è (quasi) sempre una coppia di due uomini?

Io credo che sia perchè sia socialmente/fisicamente più difficile da accettare rispetto alla coppia di donne, e dunque faccia più 'figo' e aperto parlarne, come una catarsi rispetto ad un forte pregiudizio. Ed anche perchè - per questa presunta maggiore difficoltà della coppia di uomini rispetto alla coppia di donne - le coppie di uomini abbiano bisogno di maggior sostegno da parte della cultura e degli intellettuali.
ma non è un pregiudizio anche questo?

p.s. quanto alla tesi del 'fisicamente più difficile da accettare' mi pare un dato di fatto: l'atto di due donne omosessuali è spesso nelle fantasie anche di un etero, mentre non mi risulta affatto - ma potrei sbagliare - che l'atto di due uomini omosessuali sia nelle fantasie di alcun etero (che non abbia qualche inclinazione inespressa).

" Pongo invece un'altra domanda: perchè nella letteratura, nella filmografia, perfino nelle serie TV e nelle fiction RAI se di coppia gay si parla, è (quasi) sempre una coppia di due uomini? "

provo a dare la mia spiegazione e cioè che nella vita di tutti i giorni,almeno lo è per me, è molto più facile da riconoscere una coppia di omosessuali che non due lesbiche. Forse , e sottolineo forse, è questa maggior "visibilità " a far si che il tema dell'omosessualità venga molto spesso rappresentato dai media come coppia omo.
Sempre esperienza personale: NON mi è mai capitato di vedere coppie di donne abbandonarsi in pubblico ad atteggiamenti o situazioni " affettuose ", al contrario di qualche coppia gay. Mi sono chiesto e vi chiedo: forse perchè le donne vivono questa situazione con più discrezione,tatto,ed evitando di ricorrere a certe esuberanti "esteriorità" ???
 

malafi

Well-known member
Ma insomma, quando ti sposi in municipio si parla sempre di matrimono, o mi sbaglio?

Certo.
Il matrimonio in chiesa ha anche valore di matrimonio ai sensi del codice civile, perchè vi è un accordo in tal senso tra Chiesa cattolica (ma anche altre chiese credo) e Stato Italiano. Tantevvero che li sacerdote legge gli articoli del codice civile inerenti.

Il matrimonio in municipio ha lo stesso valore ai sensi del codice civile, ma ovviamente non ha valore di sacramento.

Ai sensi dello stato italiano, matrimonio in chiesa ed in municipio hanno piena equivalenza
 

maclaus

New member
La parola italiana matrimonio continua la voce latina matrimonium, formata dal genitivo singolare di mater (ovvero matris) unito al suffisso –monium, collegato, in maniera trasparente, al sostantivo munus ‘dovere, compito’.
Questa informazione è contenuta in gran parte dei dizionari storici o etimologici italiani, come il DEI, Dizionario Etimologico Italiano (a cura di Carlo Battisti e Giovanni Alessio, Firenze, Barbera, 1950-1957), il DELI, Dizionario etimologico della lingua italiana (a cura di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, Bologna, Zanichelli, 1983) e il GDLI, Grande Dizionario della Lingua Italiana (a cura di Salvatore Battaglia, Torino, UTET, 1961-2002) che specificano anche che il termine si è formato su influsso del preesistente patrimonium.

Dunque matrimonio, rispetto ad altri termini che vengono correntemente impiegati con significato affine, pone, almeno in origine, maggiore enfasi sulla finalità procreativa dell’unione: l’etimologia stessa fa riferimento al “compito di madre” più che a quello di moglie, ritenendo quasi che la completa realizzazione dell’unione tra un uomo e una donna avvenga con l’atto della procreazione, con il divenire madre della donna che genera, all’interno del vincolo matrimoniale, i figli legittimi.
È ciò che dice chiaramente, fin dalla prima edizione, il Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612), dove alla voce matrimonio è riportata una citazione tratta dal Volgarizzamento della somma Pisanella detta Maestruzza: «Matrimonio è una congiunzione dell’huomo, e della donna, la quale ritiene una usanza di vita, la quale dividere non si può. E perchè nel matrimonio apparisce più l’uficio d’esso nella madre, che nel padre, perciò è determinato più dalla madre, che dal padre. Matrimonio, tanto è a dire, come uficio di madre».
Una citazione ancora più antica, dal libro XIX dei Contra Faustum Manichaeum libri XXXIII di sant’Agostino (354-430) e riportata dal Thesaurus Linguae Latinae recita: «Matrimonium quippe ex hoc appellatum est, quod non ob aliud debeat femina nubere, quam ut mater fiat», ovvero ‘il matrimonio è senza dubbio chiamato così perché la donna si deve sposare non per altro motivo che per diventare madre’.

È evidente – e i dizionari sopra citati ne sono testimonianza – che oggi il termine conserva solo parte del suo significato originario, venendo fra l’altro impiegato, in quasi tutti i contesti, in maniera più generica, come sinonimo di nozze o sposalizio.:D
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Grazie maclaus. Sempre preziosi i tuoi interventi! Si impara ogni volta qualcosa.

Edit: bella questa discussione. Abbiamo divagato, ci siamo spostati (a Venezia si dice "dal trasto àea sentina":mrgreen:) dall'argomento iniziale, ci siamo ritornati, l'abbiamo sfiorato, abbandonato, incluso nuovamente... L'intervento di ognuno di voi è però stato prezioso per farmi (e spero farvi) riflettere circa aspetti della cosa che da soli forse non avremmo considerato. È giusto che la gente dica quello che pensa senza il timore di apparire antiquato nelle idee o troppo liberalista (si può dire? :?). Da parte mia imparo sempre. Il dialogo costruttivo è riflessione e scambio di opinioni, e questo in maniera educata, con i dovuti modi, dovrebbe farlo anche chi ha quel potere decisionale che se usato con troppa superficialità crea dei disagi che rovinano l'esistenza di moltissime persone!

Chiudo il "ruffianamento", ma credeteci o no, mi veniva da dirlo.
 
Ultima modifica:

Prometheus

New member
" Pongo invece un'altra domanda: perchè nella letteratura, nella filmografia, perfino nelle serie TV e nelle fiction RAI se di coppia gay si parla, è (quasi) sempre una coppia di due uomini?


IMHO,semplice maschilismo. In un'ottica terra terra l'omosessualità maschile intacca la nostra preziosissima, unica, meravigliosa, sfolgorante virilità e ai machoman non va proprio giù, siccome spesso è l'unica qualità che millantano. :BLABLA
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Forse ho un po' di confusione sulla terminologia, allora.
Che il matrimonio religioso sia da escludersi, se si parla religione cattolica, mi pare più che lecito e assodato (e in generale, di qualsiasi religione si stia parlando, mi pare logico che un determinato sacramento posda essere somministrato solo a chi è "conforme" alla religione in questione). Ma a questo punto, da quello che scrive C0c0timb0, mi sembra quasi che il matrimonio civile non sia matrimonio :? Magari sto facendo confusione con i termini "tecnici", non sono molto esperta. Ma insomma, quando ti sposi in municipio si parla sempre di matrimono, o mi sbaglio? (Non è una domanda retorica, eh). Se sì, allora per quello che scriveva Malafi qualche post più sopra, per quell'insieme di diritti e doveri che derivano da un matrimonio, mi pare più che giusto che due persone che si amano e che vogliono assumersi queste responsabilità abbiano il diritto di farlo, che siano uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna.
Ti chiedo scusa Jess se non riesco ad esprimermi con proprietà di linguaggio, al contrario di molti altri :boh:; volevo dire, in poche e povere parole, che finché una coppia gay vuole unirsi ufficialmente in un matrimonio civile o meglio recarsi in comune e apporre la firma nei necessari registri, credo che se la legge acconsente, e suppongo che se lo fa la cosa sia stata valutata attentamente, che lo facciano pure. Assumendosene le conseguenze che ne derivano in caso di una eventuale successiva separazione. Che io o altri siamo d'accordo poco importa. Io ho delle mezze convinzioni a riguardo, ma comunque...
Ma se la coppia gay vuole sposarsi in chiesa ignorando o fregandosene del significato che questa promessa ha davanti al Signore, allora non mi trova d'accordo. Lo stesso dovrebbe valere per i non cattolici, per i non credenti. In quest'ultimo caso, o anzi mi pare sempre o comunque, non so se ora sia ancora così, ma sarebbe anomalo se non lo fosse, prima di poter farlo bisogna prepararsi davanti ad un prete il quale (mac! Aiutooooo!) dovrebbe avere il compito di valutare se i due aspiranti suic.. ops! ehm, i due aspiranti sposini siano davvero meritevoli di ricevere i sacramenti.
Alla fin fine trovo innaturale che una coppia gay possa sposarsi in chiesa visto cosa ha significato e cosa significa il matrimonio per la chiesa e il motivo per cui esso viene celebrato. Possono sempre farlo in comune, visto che sempre di matrimonio si tratta.
Mac sai come è nato il matrimonio e perché?

Coppia gay che vuole unirsi in matrimonio. Cavolo non so più cosa pensare :mrgreen:! Più rifletto su tutta la cosa e meno mi convinco di cosa sia giusto e cosa sbagliato. Un unione, una promessa... per tutta la vita... :? "The future is unwritten". Diceva Joe Strummer (RIP). Boh.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Ultimo off topic. Giuro, non lo faccio più!:ad:

Guardate che ho trovato sul sito di Focus:

Contratto d'acquisto. Nel codice di Hammurabi, che regnò in Mesopotamia dal 1792 al 1750 a. C., è scritto che il matrimonio è valido se c’è un contratto scritto, con il quale l’uomo compra la moglie. Con diverse varianti, questa caratteristica è presente in tutte le società primitive: il matrimonio comporta il passaggio di una persona da un gruppo sociale all’altro e la prole apparterrà socialmente a uno solo dei due coniugi. Per questo sono necessari accordi e compensazioni tra le famiglie degli sposi. Di norma c’è un pagamento in bestiame, attrezzi, denaro alla famiglia di lei, oppure servizi (il genero coltiva il campo del suocero:mrgreen:). Presso alcune popolazioni africane esiste il conguaglio sociale: due fratelli si scambiano reciprocamente le sorelle. :paura:
Matrimoni da ricchi. Dei tre tipi possibili di matrimonio, monogamia, poliginia (un marito con più mogli) e poliandria (una donna con più mariti), il primo è il più diffuso. Nell’antico Egitto solo alle caste più elevate era consentita la poliginia e nel codice di Hammurabi era consentita solo se la prima moglie era sterile. In Grecia c’era molta differenza di età tra gli sposi: Aristotele consigliava il matrimonio a 18 anni per la donna e a 37 per l’uomo. Il diritto romano assoggettava la donna alla potestà del marito.
 

ila78

Well-known member
Ultimo off topic. Giuro, non lo faccio più!:ad:

Guardate che ho trovato sul sito di Focus:

Contratto d'acquisto. Nel codice di Hammurabi, che regnò in Mesopotamia dal 1792 al 1750 a. C., è scritto che il matrimonio è valido se c’è un contratto scritto, con il quale l’uomo compra la moglie. Con diverse varianti, questa caratteristica è presente in tutte le società primitive: il matrimonio comporta il passaggio di una persona da un gruppo sociale all’altro e la prole apparterrà socialmente a uno solo dei due coniugi. Per questo sono necessari accordi e compensazioni tra le famiglie degli sposi. Di norma c’è un pagamento in bestiame, attrezzi, denaro alla famiglia di lei, oppure servizi (il genero coltiva il campo del suocero:mrgreen:). Presso alcune popolazioni africane esiste il conguaglio sociale: due fratelli si scambiano reciprocamente le sorelle. :paura:
Matrimoni da ricchi. Dei tre tipi possibili di matrimonio, monogamia, poliginia (un marito con più mogli) e poliandria (una donna con più mariti), il primo è il più diffuso. Nell’antico Egitto solo alle caste più elevate era consentita la poliginia e nel codice di Hammurabi era consentita solo se la prima moglie era sterile. In Grecia c’era molta differenza di età tra gli sposi: Aristotele consigliava il matrimonio a 18 anni per la donna e a 37 per l’uomo. Il diritto romano assoggettava la donna alla potestà del marito.


Quindi alcuni uomini sono fermi al codice di Hammurabi o al diritto romano, è solo un problema di aggiornamento software. :paura::mrgreen::wink:
 

maclaus

New member
Dio, che è amore e che ha creato l’uomo per amore, l’ha chiamato ad amare. Creando l’uomo e la donna, li ha chiamati nel Matrimonio a un’intima comunione di vita e di amore fra loro, «così che non sono più due, ma una carne sola» (Mt 19,6). Benedicendoli, Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Gn 1,28).
L’unione matrimoniale dell’uomo e della donna, fondata e strutturata con leggi proprie dal Creatore, per sua natura è ordinata alla comunione e al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione dei figli. L’unione matrimoniale, secondo l’originario disegno divino, è indissolubile, come afferma Gesù Cristo: «Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi» (Mc 10,9).
Gesù Cristo non solo ristabilisce l’ordine iniziale voluto da Dio, ma dona la grazia per vivere il Matrimonio nella nuova dignità di Sacramento, che è il segno del suo amore sponsale per la Chiesa:«Voi mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa» (Ef 5,25).

Poiché il Matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato pubblico di vita nella Chiesa, la sua celebrazione liturgica è pubblica, alla presenza del sacerdote (o del testimone qualificato della Chiesa) e degli altri testimoni.

Caro CoCo (nota quanto è liberale la chiesa:)): per essere leciti, i matrimoni misti (fra cattolico e battezzato non cattolico) richiedono la licenza dell’autorità ecclesiastica. Quelli con disparità di culto (fra cattolico e non battezzato) per essere validi hanno bisogno di una dispensa. In ogni caso, è essenziale che i coniugi non escludano l’accettazione dei
fini e delle proprietà essenziali del Matrimonio, e che il coniuge cattolico confermi gli impegni, conosciuti anche dall’altro coniuge, di conservare la fede e di assicurare il Battesimo e l’educazione cattolica dei figli.

Infine, amico mio, il Sacramento del Matrimonio genera tra i coniugi un vincolo perpetuo ed esclusivo. Dio stesso suggella il consenso degli sposi. Pertanto il Matrimonio concluso e consumato tra battezzati non può essere mai sciolto. Inoltre questo Sacramento conferisce agli sposi la grazia necessaria per raggiungere la santità nella vita coniugale e per l’accoglienza responsabile dei figli e la loro educazione. :D
 

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d'ya think i'm stupid?
Dio, che è amore e che ha creato l’uomo per amore, l’ha chiamato ad amare. Creando l’uomo e la donna, li ha chiamati nel Matrimonio a un’intima comunione di vita e di amore fra loro, «così che non sono più due, ma una carne sola» (Mt 19,6). Benedicendoli, Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Gn 1,28).
L’unione matrimoniale dell’uomo e della donna, fondata e strutturata con leggi proprie dal Creatore, per sua natura è ordinata alla comunione e al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione dei figli. L’unione matrimoniale, secondo l’originario disegno divino, è indissolubile, come afferma Gesù Cristo: «Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi» (Mc 10,9).
Gesù Cristo non solo ristabilisce l’ordine iniziale voluto da Dio, ma dona la grazia per vivere il Matrimonio nella nuova dignità di Sacramento, che è il segno del suo amore sponsale per la Chiesa:«Voi mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa» (Ef 5,25).

Poiché il Matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato pubblico di vita nella Chiesa, la sua celebrazione liturgica è pubblica, alla presenza del sacerdote (o del testimone qualificato della Chiesa) e degli altri testimoni.

Caro CoCo (nota quanto è liberale la chiesa:)): per essere leciti, i matrimoni misti (fra cattolico e battezzato non cattolico) richiedono la licenza dell’autorità ecclesiastica. Quelli con disparità di culto (fra cattolico e non battezzato) per essere validi hanno bisogno di una dispensa. In ogni caso, è essenziale che i coniugi non escludano l’accettazione dei
fini e delle proprietà essenziali del Matrimonio, e che il coniuge cattolico confermi gli impegni, conosciuti anche dall’altro coniuge, di conservare la fede e di assicurare il Battesimo e l’educazione cattolica dei figli.

Infine, amico mio, il Sacramento del Matrimonio genera tra i coniugi un vincolo perpetuo ed esclusivo. Dio stesso suggella il consenso degli sposi. Pertanto il Matrimonio concluso e consumato tra battezzati non può essere mai sciolto. Inoltre questo Sacramento conferisce agli sposi la grazia necessaria per raggiungere la santità nella vita coniugale e per l’accoglienza responsabile dei figli e la loro educazione. :D

caro vecchio Mac
continuerò a volerti bene.

:MUCCA
 
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